GAETA – Gravi difformità strutturali, abusi edilizi e false certificazioni. Furono queste le ipotesi di reato avanzate dall’ex Sostituto procuratore della Republica di Cassino Maria Beatrice Siravo dopo l’arrivo nel maggio 2017 degli agenti del Nucleo Mobile del gruppo di Formia della Guardia di Finanza presso la ripartizione urbanistica del comune di Gaeta per sequestrare e acquisire l’intero carteggio riguardante una palazzina in corso di costruzione in Via Bachelet, a ridosso della spiaggia di Serapo. Fu aperta un’inchiesta e vi finirono per essere coinvolti l’allora consigliere comunale di maggioranza di Forza Italia (ma nell’esclusiva veste di imprenditore) Eduardo Accetta, un secondo costruttore, Marco Fratta e due tecnici progettisti Francesco Di Mille e Domenico Pagano, quest’ultimo nel frattempo deceduto.
I quattro furono indagati prima e imputati poi per lottizzazione edilizia e abusivismo edilizio e ora, dopo un processo durato diversi anni, sono stati completamente scagionati con formula piena dal giudice monocratico del Tribunale Gaetano La Milza. Ha di fatto accolto integralmente la richiesta di assoluzione della stessa Procura che aveva ipotizzato, invece, l’esistenza di un sodalizio in grado di realizzare gravi difformità edilizie con la compiacenza dei due tecnici progettisti attraverso la redazione di false certificazioni di Di Mille e di Pagano. Non è successo nulla di tutto questo – ha evidenziato prima della sentenza di assoluzione del giudice La Milza il legale dei tre imputati ancora a giudizio, l’avvocato Pasquale Cardillo Cupo.
Con il naturale supporto di consulenze di parte il collegio difensivo di Eduardo Accetta, Marco Fratta e Francesco Di Mille è stato evidenziato – come detto – il contrario: l’autorizzata (da parte del comune di Gaeta) attività urbanistica ed edilizia è stata compiuta in piena legittimità e nel rispetto della legge, evidenziando la totale assenza di anomalie strutturali. Questa sentenza di assoluzione del dottor La Milza era molto attesa anche dai proprietari degli appartamenti realizzati all’interno di questo fabbricato di via Bachelet. Il Tribunale di Cassino ha legittimato la sua realizzazione e, di conseguenza, la correttezza dei successivi atti di compravendita da parte degli attuali occupanti.