FORMIA – Un apparato burocratico-amministrativo con più colonnelli e meno soldati. E’ quello che ha in mente la Giunta di centro destra che giovedì ha approvato una delibera che, prevedendo il nuovo assetto organizzativo dell’ente, ha deciso di garantire un nuovo look, una “diversa articolazione”, alla struttura della macchina amministrativa per garantire “una più efficace, organica e funzionale organizzazione degli uffici e dei servizi comunali”. Il contenuto della delibera numero 55 dell’esecutivo Taddeo ora è finito sotto la lente d’ingrandimento dei sindacati di categoria e delle rappresentanze sindacali unitarie (lo prevedono il contratto nazionale di categoria dell’11 novembre 2022 e quello dei segretari e dei dirigenti del 17 dicembre 2020) perché, a fronte di un noto e tardivo riconoscimento delle indennità di funzioni e di servizio agli attuali dirigenti (e quelli che hanno deciso di andare via) e agli stessi dipendenti, prevede addirittura l’istituzione di otto dipartimenti, due in più rispetto alla nuova struttura organizzativa dell’ente disciplinata dai primi provvedimenti della Giunta di centro destra adottati in tema di personale all’indomani del successo elettorale dell’autunno 2021 e, più precisamente, con le delibere di Giunta numero 67 del 25 marzo 2022, la numero 84 del 4 aprile 2022, della nuova 135 del 31 maggio 2022 (questa, che la estrometteva dall’incarico dirigenziale, è stata impugnata dall’ex comandante della Polizia Locale Rosanna Picano niente meno che davanti il Giudice del lavoro del Tribunale di Cassino dopo che il Tar si è dichiarato incompetente a decidere) e della delibera 232 del 2 settembre di quell’anno.
La Giunta Forza Italia-Fratelli d’Italia, di fronte agli organici più risicati del comune di Formia, ha pensato di istituzionalizzare gli incarichi ad altri due dirigenti di settore con il diplomatico ed elettorale intento di “perseguire maggiore tempestività ed un più elevato grado di raggiungimento degli obiettivi e delle priorità di questa amministrazione”. Insomma la metafora è una sola: si vincono le battaglie se a capo di un esercito sempre più ridimensionato e sottostimato organico ci saranno soltanto più colonnelli o generali. Che bisognasse invertire la rotta l’aveva messo per iscritto il 2 febbraio scorso il dirigente project manager del comune per il piano nazionale di ripesa resilienza, Elpidio Bucci, (il cui incarico dal sindaco Taddeo era stato prorogato di un anno il 31 gennaio 2024) alla vigilia dell’approvazione del bilancio previsionale. Relazionando sull’attività svolta nel corso del 2023, Bucci evidenziò una serie di criticità derivanti dalla “gestione di alcuni procedimenti amministrativi” arrivando a sottolineare un’insufficiente azione a collaborare tra gli stessi settori. E la Giunta che fa? Decide di aumentare il loro numero , come se l’apporto di ben otto dirigenti (con le relative e milionarie indennità economiche) diventi il toccasana per avere un comune più rispondente alle esigenze dei cittadini.
La delibera di Giunta numero 55 farà rumore perché il comune di Formia con otto settori pensa di diventare o essere una città metropolitana. Addirittura la seconda caratteristica della delibera è la nascita di un terzo dipartimento nell’area tecnica dell’ente. Nella nuova proposta di riorganizzazione è senz’altro il sesto: dovrà occuparsi di “Grandi Opere e interventi strategici”, Edilizia e patrimonio storico monumentale, difesa del suolo e del mare, Igiene urbana e riqualificazione del verde pubblico, cimiteri, Smart city e mobilità sostenibile. Questa ripartizione andrebbe ad affiancare quella tradizionale dei Lavori Pubblici, manutenzione, arredo urbano con la novità assoluta delle “autorizzazioni paesaggistiche” ereditate dal settore urbanistica, il nono, che conserva l’edilizia privata.
Il secondo nuovo settore istituzionalizzato dalla Giunta Taddeo potrebbe essere il primo. Gli sono stati attribuiti l’assistenza agli organi istituzionali, gli affari generali all’area amministrativa e Urp, i servizi demografici ed elettorali, Protezione civile, il trasporto pubblico locale, Privacy, Ced e transizione digitale. Più canonici gli altri settori previsti dal nuovo assetto organizzativo dell’ente. Al secondo settore sono state affidate le competenze sui servizi sociali, Pubblica istruzione, sport e…agricoltura; al terzo quelle della Polizia Locale, Affari Legali, Suap, commercio e Attività produttive, al quarto le competenze sui Fondi Europei, Cultura, turismo e marketing territoriale mentre il quinto settore ha inglobato il bilancio, le entrate, il provveditorato, l’economato, società partecipate, la centrale unica di committenza e le risorse umane.
La delibera numero 55 non prevede naturalmente la guida di questi otto dipartimenti che, per legge, spetta al sindaco Taddeo ma dovrà fare i conti con alcuni dirigenti (Giuseppe Viscogliosi e Giuseppina Sciarra) in servizio grazie ad un incarico fiduciario del primo cittadino e con altri prossimi al pensionamento (Tiziana Livornese). Difficile pensare in questa fase storica allo svolgimento di concorsi pubblici per l’attribuzione delle funzioni apicali – anche perché quelli, meno importanti, indetti per il settore della Polizia Locale misteriosamente si sono arenati prima di Pasqua tra il disappunto e l’incredulità dei partecipanti – ma è assai probabile che l’amministrazione formiana opti per ricorrere alle graduatorie pendenti di prove concorsuali svolte da altri comuni ed enti locali per scegliere il dirigente più consono sul piano dell’affidabilità, della preparazione, dell’esperienza e, perché no, dell’appartenenza politica e partitica. La Giunta con la delibera numero 55 cerca di offrire il classico ramoscello d’ulivo all’apparato in cerca ed in attesa di vedersi riconosciute diverse e pesanti indennità economiche. Viene dato mandato al dirigente del settore Risorse umane Daniele Rossi di “adeguare l’ammontare complessivo del fondo per la retribuzione di posizione e di risultato dei dirigenti in misura proporzionale – si legge nella delibera – al personale in servizio” conformemente ad una deliberazione, la numero 18/2023, della sezione di autonomie della Corte dei Conti”. Basterà per far “digerire” due nuove dirigenti a fronte ad un organico sempre più ridotto all’osso?