FORMIA – Nell’ambito del cartellone della XX edizione del JazzFlirt Festival, trova spazio anche il documentario Il tocco di Piero. Le mille vite di Piero Umiliani, diretto da Massimo Martella, che sarà proiettato presso l’Arena Santo Janni in Formia, mercoledì 3 luglio alle ore 21,15. Il film ripercorre vita e carriera del musicista attraverso l’esecuzione delle sue musiche e materiale d’archivio, legate da note ora di contrabbasso, ora di chitarra elettrica, ora di sintetizzatori. Sarà presente il regista che verrà intervistato da Giuseppe Mallozzi giornalista, critico cinematografico e presidente di Visioni Corte International Short Film Festival.
Piero Umiliani è stato uno dei più importanti compositori italiani di colonne sonore del ‘900. Il documentario racconta la sua parabola creativa: dagli inizi nel dopoguerra nelle orchestrine jazz degli Alleati alla prima colonna sonora italiana interamente jazz per I soliti ignoti di Monicelli, poi autore di uno dei motivetti tormentone più noti al mondo (quello che fa Man’ha Man’ha…), precursore della lounge music in decine di colonne sonore di film di genere degli anni ΄60-΄70 e tra i primi a sperimentare la musica elettronica in Italia, fino alla brusca interruzione dell’attività a causa di un’emorragia cerebrale a metà degli anni ΄80.
Pur attraversando i generi più diversi, Umiliani è riuscito a riportare tutto a una cifra stilistica che resta inconfondibile, segnata dalla leggerezza di tocco, semplice e sofisticato al tempo stesso.
Per lui hanno suonato non solo tutti i grandi musicisti del jazz italiano ma anche Chet Baker, Helen Merrill, Gato Barbieri. Poiché durante il suo lungo percorso artistico ha saputo spesso interpretare il gusto del suo tempo, raccontare e ascoltare la musica di Piero Umiliani è un modo per ripercorrere, anche grazie alle immagini di repertorio, la trasformazione del gusto musicale degli italiani fino agli anni ΄90, quando la sua musica è stata riscoperta nelle discoteche da un pubblico di giovanissimi e i suoni creati da Piero sono stati saccheggiati e campionati dai rapper anglosassoni.
Il film si avvale della narrazione partecipata della famiglia Umiliani, dei ricordi di amici e collaboratori, come la cantante Edda Dall’Orso e il bassista Giovanni Tommaso, e degli interventi di storici della musica e del cinema quali Vincenzo Mollica, Dario Salvatori, Pierpaolo De Sanctis, Luca Sapio.
Il film però non è soltanto un racconto a più voci della vicenda umana e professionale del musicista: è anche e soprattutto un film musicale. Il sound di Umiliani torna a vivere in alcune sessioni live registrate appositamente per il film da artisti che hanno collaborato con lui all’epoca o sono cresciuti ispirandosi alla sua musica.
La produzione dei primi anni viene reinterpretata da un gruppo di eccellenze del jazz italiano guidato dal pianista Enrico Pieranunzi. Ai “Calibro 35” sono invece affidate versioni elettriche delle colonne sonore dei film di genere, che hanno poi ispirato la lounge music. Carlotta Proietti esegue Il Valzer della Toppa scritto da Umiliani a quattro mani con P.P. Pasolini, diventato un classico della canzone romanesca. Le clip musicali sono inserite secondo la cronologia degli anni in cui i brani furono composti e le ambientazioni e i colori citano epoche e luoghi di fruizione, dai night anni ΄50 al Festival di Sanremo, dall’arrivo della psichedelica a cavallo del ΄68 alle luci stroboscopiche delle discoteche anni ΄80.
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