FORMIA – Ha esternato la sua commozione in un lungo pianto dopo un processo durato sei anni e articolato in 20 udienze la coordinatrice cinquantenne di Formia di un importante asilo nido del comune di Roma dopo aver ascoltato martedì mattina la sentenza emessa dal giudice monocratico Alberto Caprioli. La donna, difesa dall’avvocato Pasquale Di Gabriele, è stata l’unica ad essere stata assolta al temine di un delicato dibattimento in cui invece altre cinque maestre, giudicate con il rito ordinario e in precedenza con quello abbreviato, sono state condannate con i benefici di legge a pene variabili tra un anno e quattro mesi ed un anno ed otto mesi di reclusione e con la spada di Damocle di dover riconoscere ora pesanti riconoscimenti provvisionali alle famiglie dei bambini.
La coordinatrice di Formia dell’asilo nido dell’Eur era accusata di omessa denuncia dei maltrattamenti che sarebbero stati
compiuti, dal settembre 2016 al 27 giugno 2018, a danno dei bambini frequentanti. L’insegnante di Formia ha potuto invece dimostrare come le lamentele dei genitori dei piccoli avessero riguardato soltanto questioni quotidiane definite “non allarmanti”- come la somministrazione del cibo ed il cambio dei pannolini dei bambini – e giammai presunti maltrattamenti. La vicenda processuale scaturì dalla circostanziate denunce di alcune mamme, insospettite dal comportamento e da quanto riferito a casa dai propri figli, in tenerissima età, dei presunti abusi subiti.
A fare il resto fu il contenuto delle registrazioni video richieste dai Carabinieri nell’asilo nido dell’Eur per verificare le accuse dei genitori dei piccoli. L’ avvocato Pasquale Di Gabriele ha dimostrato, infatti, come le stesse immagini avessero “assolto” la coordinatrice formiana al termine di un processo in cui sono stati sentiti tutti i genitori ed i loro consulenti di parte (medici e psicologi) che, confermando fatti e conseguenze, non hanno mai chiamato in causa la coordinatrice di Formia peraltro impegnata su più plessi scolastici. I genitori hanno dovuto precisare in controesame di non aver mai interloquito con la dirigente scolastica, se non di rado ed attraverso una sola mail, contestando episodi che non lasciavano presagire quanto poi emerso dai filmati.
La vicenda, che ha destato clamore e sgomento, fino ad interessare i media nazionali, aveva gettato la coordinatrice scolastica formiana in un clima di angoscia e senso di colpa, per quanto via via emergeva anche a seguito della visione dei filmati registrati ad insaputa delle maestre.