APRILIA – Un’operazione senza precedenti ha scosso la città di Aprilia e il suo tessuto amministrativo. Il sindaco Lanfranco Principi è stato arrestato nell’ambito di un’inchiesta condotta dalla Direzione Investigativa Antimafia (DIA) di Roma, che ha portato all’emissione di 25 misure cautelari. Principi, che era vice sindaco sotto l’amministrazione di Antonio Terra dal 2018, è ora agli arresti domiciliari. Tra gli indagati figura anche un assessore.
L’indagine, avviata nel marzo 2018, ha rivelato la presenza di un’associazione mafiosa radicata ad Aprilia e nei comuni limitrofi. Questa organizzazione criminale è accusata di estorsioni, usura, reati contro la pubblica amministrazione e traffico di stupefacenti. La forza di intimidazione e la condizione di omertà hanno permesso all’associazione di operare indisturbata per anni, imponendosi sul territorio con metodi violenti e coercitivi.
L’attuale Sindaco di Aprilia, Lanfranco Principi, eletto a maggio 2023 con il sostegno di una coalizione di centrodestra (Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia), è tra i destinatari delle misure cautelari. La sua elezione ha segnato una rottura con la precedente coalizione civica guidata da Antonio Terra.
L’operazione in corso vede impegnati la DIA di Roma e il Comando Provinciale dei Carabinieri di Latina. L’ordinanza, emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Roma su richiesta della Procura della Repubblica di Roma – Direzione Distrettuale Antimafia, ha disposto misure cautelari per 25 persone, alcune delle quali sono gravemente indiziate di far parte dell’associazione mafiosa.
Le accuse mosse agli indagati sono pesanti: traffico di sostanze stupefacenti, estorsione aggravata, rapina, lesioni, minacce, usura ed esercizio abusivo dell’attività finanziaria. L’organizzazione criminale estorceva denaro a commercianti e imprenditori di Aprilia con tassi usurari, utilizzava la forza e le armi per mantenere il controllo del territorio e acquisiva illecitamente la gestione di attività economiche e appalti pubblici, ostacolando anche il libero esercizio del voto.
Le indagini, coordinate dalla DDA della Procura di Roma e supportate dal Reparto Territoriale Carabinieri di Aprilia, hanno raccolto prove significative dell’esistenza di questa associazione mafiosa. Insieme alle misure cautelari personali, il Giudice per le Indagini Preliminari ha disposto anche misure cautelari reali e numerose perquisizioni sono in corso.
La nota di Reti di Giustizia – Il sociale contro le mafie APS.
“È notizia di questa mattina, l’operazione della Direzione Investigativa Antimafia e del Comando Provinciale dei Carabinieri di Latina atta a sgominare un’associazione mafiosa radicata ad Aprilia, per effetto della quale sono state disposte misure cautelari nei confronti di ben 25 persone, tra le quali il Sindaco Lanfranco Principi. In arresto anche il pluripregiudicato, legato alla ‘ndrangheta, Sergio Gangemi, già condannato in via definitiva per estorsione mafiosa in un processo che vedeva come parti civili il Comune di Aprilia e il Comune di Pomezia, poi risarciti dallo stesso Gangemi.
In attesa di conoscere i dettagli dell’operazione, come Associazione segnaliamo che questa operazione non ci sorprende, anzi, è l’ennesima conferma di ciò che cerchiamo di comunicare instancabilmente da anni, ossia che nel nostro territorio sono radicate organizzazioni mafiose e che il clima di sottovalutazione e indifferenza (in primis da parte della politica locale) che le circonda concorre al loro sviluppo e alla diffusione del pensiero mafioso.
Ricordiamo che a gennaio dell’anno in corso il Tribunale di Velletri aveva riconosciuto, dopo la condanna definitiva a carico di Sergio Gangemi nel 2022, l’aggravante del metodo mafioso nelle azioni criminose (attentati, estorsione ed azioni intimidatorie) perpetrate da Giampiero Gangemi, Patrizio Forniti e Mirko Morgani a danno di due imprenditori di Torvajanica e Aprilia (ricordiamo che i Gangemi sono ritenuti dalla Direzione Nazionale Antimafia come vicini all‘ndrina dei De Stefano).
L’accertamento del metodo mafioso aveva permesso al collegio di riconoscere anche il diritto al risarcimento del danno per i danni di immagine subiti dai Comuni di Aprilia e Pomezia, costituitisi parte civile.
Nonostante ciò, l’attuale Sindaco, vedremo, ad esito delle verifiche circa il suo coinvolgimento nell’operazione in corso, se in mala fede o meno, aveva affermato che “Aprilia non è una città mafiosa”, continuando, così, a diffondere, invece che combattere, quell’indifferenza e noncuranza che caratterizza il sostrato politico e sociale del nostro territorio, mentre nello stesso si consumavano atti di estorsione, usura, reati contro la pubblica amministrazione, traffico di sostanze stupefacenti a danno della comunità e del bene comune.
Monitoreremo con attenzione l’operazione antimafia in corso di svolgimento, auspicando che, questa volta, la reazione della collettività per l’affermazione della legalità e della giustizia sociale sia forte, senza tentennamenti, senza ritrosie e senza gli sguardi di sufficienza che chi, come noi, si occupa di mafie nel nostro territorio ha subito”.