LATINA – Rivestirà una valenza di non poco conto l’interrogatorio di garanzia cui sarà sottoposto nella giornata di venerdì Antonello Lovato, l’imprenditore agricolo di 38 anni di Latina arrestato martedì con l’accusa di non aver fatto il necessario per salvare la vita del bracciante agricolo 31enne di origini indiane Satnan Singh, morto dopo un’agonia di alcuni giorni, dopo aver subito l’amputazione di un braccio a causa del contatto con una macchina avvolgi-plastica ed essere stato abbandonato in strada dallo suo stesso datore di lavoro.
Il Gip del Tribunale di Latina Giuseppe Molfese è stato chiaro – come detto – su un punto. “Navi” – cosi si faceva chiamare Singh da quando era in Italia dal 2016 – avrebbe potuto sopravvivere se i soccorsi fossero stati tempestivi e soprattutto circostanziati e mirati a salvargli la vita a causa della copiosa emorragia sopravvenuta. Sarà importante ora verificare l’impostazione della linea difensiva di Lovato. L’imprenditore sarà difeso dagli avvocati Stefano Perotti e Mario Antinucci – anche la moglie della vittima è assistita legalmente dall’avvocato Giovanni Lauretti – e dovrà controbattere alle pesanti considerazioni del Gip Molfese secondo il quale il decesso di Signgh “è causalmente collegato all’infortunio subito, nonché alla successiva omissione posta in essere dall’indagato, la cui condotta acquisisce unica rilevanza causale nel decesso della persona offesa”.