Cronaca

Alatri / Omicidio Thomas Bricca: i familiari dei Toson chiamati a testimoniare scelgono il silenzio

ALATRI – E’ durata davvero poco – ma non ha tradito le aspettative della vigilia – la nuova udienza, la sesta, del processo che si sta celebrando davanti la Corte d’Assise di Tribunale di Frosinone a carico di Roberto e Mattia Toson, padre e figlio accusati di aver ucciso il 30 gennaio 2023 con un solo colpo di pistola in pistola in testa il 19enne Thomas Bricca nel “Girone” di Alatri. Nell’elenco testi della Procura figuravano venerdì i nomi di tre familiari di primissimo livello dei Mattia Toson, i nonni Luciano Dell’Uomo e Luciana Coccia, ed il fratello minore Nicolò. Il collegio giudicante avrebbe voluto verificare da loro i movimenti dei due imputati nelle ore successive e all’indomani del delitto di Thomas, ma i tre testi hanno deciso di avvalersi della facoltà di non rispondere alle domande della Corte e della stessa Procura.

C’era da aspettarselo soprattutto dai due nonni di Mattia che, collegato come il padre in video conferenza dai penitenziari in cui sono reclusi, sono indagati in altri procedimenti penali connessi. Il programma dell’udienza prevedeva inoltre l’audizione di Bruno Spada, il compare di Mattia Toson presente alle risse avvenute nei giorni precedenti al delitto nel centro storico di Alatri e organizzatore, insieme alla moglie, della festa presso un agriturismo di Veroli in cui Toson e l’ex fidanzata Beatrice arrivarono in ritardo – secondo la Procura di Frosinone – per quanto tragicamente avvenuto nel “cuore” di Alatri. Di questi ultimi due testi sono stati ammesse al fascicolo processuale le sommarie informazioni rilasciate ai Carabinieri del comando provinciale di Frosinone nell’ambito della prima fase delle indagini.

Il racconto di Beatrice è stato sinora uno dei maggiori punti di forza della Procura; aveva collegato, sia pure indirettamente, Mattia alla scena dell’omicidio. La ragazza nella penultima udienza del processo aveva dichiarato di aver atteso a lungo l’ex fidanzato per recarsi alla festa di compleanno organizzata presso l’agriturismo di Veroli. Vide nel bagagliaio dell’auto di Matta Toson un casco, di colore bianco, che non aveva mai visto prima. Ed era di colore bianco, come mostrano le immagini della videosorveglianza del “Girone”, il casco del passeggero a bordo dello scooter T-Max da cui partì il colpo di pistola che erroneamente colpì con precisione chirurgica Thomas Bricca. Nella sua deposizione Beatrice ha raccontato che durante il trasferimento verso l’agriturismo di Veroli chiese a Mattia cosa fosse quel rumore che arrivava dal bagagliaio. Mattia prima non rispose poi, di fronte all’evidenza, rispose che era il casco “di mio fratello.” Finita la festa, Mattia e Beatrice tornarono a casa ma il casco nel bagagliaio non c’era più.

E difatti non è stato più trovato unitamente alla pistola – che Beatrice ne aveva avvistata una in un comodino della camera da letto del ragazzo – che ha ucciso Thomas. In una delle prima udienze del processo è emerso che Mattia aveva una certa frequentazione con le armi e alcuni frequentatori di un poligono di Veroli e gli stessi periti balistici del Ris dei Carabinieri hanno evidenziato come Mattia fosse un tiratore di buon livello.

Il processo per la morte di Thomas Bricca riprenderà il 6 settembre subito dopo la pausa estiva.

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