Cronaca

Latina / Morte di Satnam Singh, resta in silenzio davanti al Gip l’imprenditore Antonello Lovato

LATINA – Tutto come previsto. Ha scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere alla domande del Gip del Tribunale di Latina Giuseppe Molfese nel corso del breve interrogatorio di garanzia Antonello Lovato, l’imprenditore agricolo di 38 anni arrestato perché accusato di non aver prestato i necessari soccorsi, dopo essere rimasto vittima di un grave incidente verificatosi nella sua azienda agricola nelle campagne di Borgo Santa Maria, al bracciante indiano di 31 anni Satnam Singh. L’interrogatorio nel carcere di via Aspromonte è durato poco meno di un quarto d’ora, un lasso temporale sufficiente ai legali di Lovato, gli avvocati Mario Antinucci e Stefano Perrotti, di annunciare al Gip la volontà del loro assistito di rimanere in silenzio nel corso di un interrogatorio cui aveva deciso di partecipare, invece, anche il magistrato titolare delle indagini, il sostituto procuratore Marina Marra.

Se la difesa di Lovato ha preferito anch’essa di perseguire la strada del silenzio non rilasciando ai numerosi cronisti alcun tipo di dichiarazione relativamente anche alla possibilità di chiedere al Tribunale di Latina misure alternative o a quella di ricorrere al Riesame, non arrivano buone notizie dal carcere di via Aspromonte in cui è recluso Lovato. L’imprenditore, accusato di omicidio per aver scaricato Singh davanti la sua abitazione di Cisterna nonostante avesse perso un braccio, è stato trasferito dalla cella dove si trovava in regime di isolamento all’infermeria del penitenziario del capoluogo pontino. Intanto il Pd ha deciso di aderire alla manifestazione contro il caporalato promossa dalla Cgil e alla quale hanno dato il sostegno numerose associazioni della società civile.

Sabato 6 luglio, alle 9.30 una delegazione del partito, composta da Annalisa Corrado e Camilla Laureti, componenti della segreteria nazionale, dal deputato Andrea Casu e dalla senatrice Cecilia D’Elia, sarà a Latina alla mobilitazione.

Duro l’attacco d’accusa che la segretaria confederale della Cgil, Maria Grazia Gabrielli, ha rivolto al governo nazionale: ”Interviene solo dopo le tragedie sul lavoro, con spot, misure parziali e insufficienti. E dopo la morte di Satnam Sing ha annunciato una lotta senza quartiere al caporalato e allo sfruttamento, come se la situazione non fosse nota da tempo. Alla Ministra Calderone vorremmo dire – ha proseguito la dirigente sindacale – che le attività ispettive, come quella condotta mercoledì in 310 imprese agricole, dovrebbero avere carattere corrente e non straordinario, nell’agricoltura come in diversi altri settori”.

“Occorre – aggiunge Gabrielli – riaprire un vero Tavolo sui temi dello sfruttamento lavorativo, sul contrasto al caporalato e al lavoro sommerso. Tavolo che è stato convocato una sola volta dalla sua costituzione, e non aspettare la prossima tragedia per convocare un confronto più di forma che di sostanza”.

Inoltre – ha incalzato la Gabrielli – “si interviene solo dopo la tragedia con interventi normativi parziali e utilizzando veicoli legislativi in fase di conversione in Parlamento, così come accadde dopo la strage al cantiere di Firenze. Anche in quell’occasione utilizzando il veicolo legislativo del decreto Pnrr, solo dopo la tragedia, furono introdotte alcune modifiche normative relative alla ri-penalizzazione del reato di intermediazione illecita di manodopera, alla parità di trattamento economico e normativo negli appalti con l’applicazione dei contratti collettivi sottoscritti dalle organizzazioni comparativamente più rappresentative, alla patente a crediti con i limiti che abbiamo già evidenziato, e circoscritta ai soli cantieri edili”.

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