ITRI – Assolto per non aver commesso il fatto. Con questa motivazione il Giudice monocratico del Tribunale di Cassino Cristina Sangiovanni ha scagionato un noto e conosciuto imprenditore 52enne di Itri che, di specializzato nella realizzazione di porte e materiali da interno, era imputato con l’accusa di aver omesso di denunciare i ricavi e di versare all’erario due milioni di Iva. L’imprenditore era finito sotto processo dopo una canonica verifica ispettiva della Guardia di Finanza del Gruppo di Formia che nel lontano 2017 evidenziò una presunta evasione fiscale.
Il dibattimento è stato aspro e delicato nel corso del quale l’imprenditore itrano ha sempre contestato le ricostruzioni operate dalle Fiamme Gialle ritenendole palesemente viziate sia per l’esistenza di presunti ricavi, in realtà mai realizzati, che per il recupero di costi ritenuti inesistenti. Le numerose udienze dibattimentali hanno infatti ricostruito punto su punto tutta la contabilità aziendale dell’impresa di Itri e ha dimostrato non solo la perfetta liceità delle operazioni svolte ma anche la reale esistenza di costi considerevole relativi alla produzione ed alla partecipazione con proprio campionario in diverse ed importanti fiere in tutta Europa. L’assoluzione sentenziata dalla dottoressa Sangiovanni fa fatto seguito alla requisitoria della Procura di Cassino che aveva sollecitato il proscioglimento dell’imprenditore di Itri dalla accuse ipotizzate dalla Guardia di Finanza al termine dell’attività investigativa.
“Quella conclusa positivamente è stata una vicenda davvero singolare – ha commentato l’avvocato Pasquale Cardillo Cupo – che ha rischiato di vedere l’ingiusta chiusura di una delle realtà più importanti del comprensorio del sud pontino, gestita storicamente da una famiglia di imprenditori di Itri che, nonostante le difficoltà legate a questa singolare contestazione, è riuscita a continuare nella sua decennale attività ed a garantire anche importanti livelli occupazionali. Sarebbe necessaria maggiore attenzione in queste attività di verifiche perché i danni che si arrecano sono enormi e spesso i processi si concludono con assoluzioni con formula piena”.