LATINA – La Corte di Cassazione ha reso definitiva la condanna di Valentina Travali, 37enne di Latina, per la detenzione di una penna pistola trovata nel suo appartamento a Viale Nervi. Il ricorso presentato dalla difesa è stato dichiarato inammissibile, confermando così la sentenza di primo grado. La vicenda risale a febbraio 2021, quando la Polizia di Stato effettuò una perquisizione nell’appartamento della Travali, trovando, oltre all’arma, anche una quantità significativa di droga.
L’operazione che portò alla scoperta della penna pistola avvenne nell’ambito di un’indagine più ampia, denominata “Reset”, condotta dalla Squadra Mobile di Latina. Valentina Travali era accusata dalla Direzione Distrettuale Antimafia (DDA) di essere parte dell’associazione mafiosa guidata dai suoi fratelli, Angelo e Salvatore Travali. L’indagine aveva già portato alla sua detenzione domiciliare prima della perquisizione di febbraio.
Già a giugno 2021, Valentina Travali era stata condannata a 7 anni, 2 mesi e 10 giorni di reclusione per spaccio di droga. La scoperta della penna pistola durante la perquisizione aggravò ulteriormente la sua posizione legale. Durante l’udienza preliminare, il Giudice per l’Udienza Preliminare (GUP) Mario La Rosa, in linea con la richiesta del Pubblico Ministero Simona Gentile, condannò Travali a due anni di reclusione per la detenzione dell’arma.
Il 27 febbraio 2021, l’opinione pubblica fu ulteriormente scossa dalla diffusione di un video rap girato ai Palazzoni di Q4, in cui giovani inneggiavano ai fratelli Travali. Valentina Travali appariva nel video, il che portò a una perquisizione della Polizia che scoprì nuovamente droga e la famigerata penna pistola nella sua disponibilità.
La Cassazione ha respinto l’appello, confermando così la sentenza della Corte d’Appello che seguiva quella di primo grado. Questa decisione chiude definitivamente il capitolo giudiziario riguardante la detenzione della penna pistola da parte di Valentina Travali. Nel frattempo, a giugno, Travali è stata sottoposta a un provvedimento di sorveglianza speciale, segno della continua attenzione delle autorità sulle sue attività.