ARCE – Una “pioggia” di inchieste, di archiviazioni e di processi: ma non c’è ancora un colpevole che il 1 giugno 2001 ha ucciso la 18enne Serena Mollicone. Il ‘day after’ dell’assoluzione bis da parte della prima sezione penale della Corte d’appello dei cinque ormai ex imputati – Franco, Marco e Annamaria Mottola, Vincenzo Quatrale e l’itrano Francesco Suprano – è stato accompagnato da un’altra valanga di commenti, soprattutto da parte civili che non vogliono che cali l’oblio su un giallo e su un mistero che si trascina da 23 anni, troppi.
Che quella della studentessa di Arce è una storia complicata lo confermano, tra inchiesti, esami del Dna e comparazioni, l’ingiusto arresto del carrozziere Carmine Belli – rimasto in carcere per 17 mesi – per essere processato e assolto in tre gradi di giudizio, il suicidio del brigadiere Santino Tuzi – si tolse la vita nell’aprile 2008 alla vigilia della decisione di confermare ai Pm della Procura di Cassino di aver visto Serena la mattina del 1 giugno di sette anni prima entrare nella caserma dell’Arma di Arce – e poi la prematura scomparsa nel maggio 2020 di papà coraggio Guglielmo. Lui se ne andò colpito da un infarto senza sapere chi prima ha ucciso la figlia e poi l’ha portata cadavere nel boschetto di Fonte Cupa.
Tutti ora si interrogano sui nuovi scenari processuali che devono tener conto di una considerazione: il processo a carico della famiglia Mottola ha avuto due assoluzioni. La prima in corte d’Assise a cassino il 15 luglio del 2022, l’ultima venerdì pomeriggio Corte D’Appello a Roma. Anche per i giudici di secondo grado non sono loro i colpevoli.
Martedì pomeriggio, alle 17, presso la biblioteca comunale di Cassino il pool difensivo della famiglia Mottola terrà una conferenza stampa dopo la sentenza si secondo grado. E’ stata avviata una concertazione tra i quattro legali – Mauro Marsella, Francesco Germani, Piergiorgio Di Giuseppe ed Enrico Meta – se sia opportuno, dopo la sentenza bis di assoluzione, di far rispondere alle domande dei cronisti i due principali ex imputati, Franco e Marco Mottola.
Intanto da venerdì 12 luglio è scattato anche il count down del termine dei novanta giorni – che non tiene conto della pausa feriale – entro il quale dovranno essere depositate le motivazioni della sentenza letta dal giudice Vincenzo Capozza commentata “con particolare soddisfazione nell’intervista video allegata del portavoce del pool difensivo della famiglia Mottola, il criminologo Carmelo Lavorino. Dal 12 ottobre, poi, scatterà un altro termine, quello dei 45 giorni, entro il quale i sostituti Francesco Piantoni e Deborah Lanodolfi avranno la possibilità di produrre eventuale ricorso in Cassazione.
Lo faranno dopo le due assoluzioni decretate a favore dei cinque imputati? O potrebbero rilanciare la fruibilità di alcune Sit che, rilasciate da alcuni inquirenti che (per via del loro status di agenti di polizia giudiziaria non sono coinvolti direttamente nelle indagini per il delitto della Mollicone), non sono ammesse nei fascicoli processuali dei dibattimenti di Cassino e di Roma?.
Nel frattempo la morte di Serena resta senza un colpevole.
INTERVISTA Carmelo Lavorino, portavoce pool difensivo famiglia Mottola