FONDI – Un’importantissima sentenza ha messo la parola fine all’odissea giudiziaria di un imprenditore fondano nei confronti di un istituto di credito di San Marino ed un intermediario finanziario, anch’egli di Fondi, a cui aveva affidato circa 2,6 milioni di euro da investire. Tutto ha avuto inizio nel lontano 2006, quando l’imprenditore aveva dato mandato all’ “intermediario” di investire l’ingente somma in titoli azionari, purtroppo però – a seguito di ispezione – è risultato che l’uomo non agiva per conto della banca, dunque non era un mero procuratore, ma un vero e proprio intermediario non autorizzato né in Italia, né a San Marino.
A seguito di ciò l’istituto di credito ha avviato un‘azione di recupero nei confronti dell’imprenditore pontino, ottenendo in effetti un
Secondo la sentenza – estensore il Presidente Diego Pinto – tutti gli ordini di investimento sono da ritenere nulli, per l’intero importo di 2 milioni e 600 mila euro, in quanto effettuati da soggetto – l’intermediario finanziario di Fondi – non abilitato ad operare nel mercato finanziario.
Il procedimento è risultato particolarmente complesso perché i titoli erano stati investiti nel mercato borsistico statunitense e allo stesso – sia il Tribunale di Latina che la Corte d’appello – ha ritenuto applicabile la legge sammarinese, in deroga a quella italiana. Inoltre la sentenza risulta innovativa per essersi discostata da importanti precedenti e per aver accolto la tesi per la quale, nell’ambito di un complesso rapporto di investimento, ogni singolo ordine borsistico può essere colpito da nullità anche a prescindere dall’eventuale validità degli altri.