Cipriano Chianese: la conferma della pericolosità sociale e l’obbligo di soggiorno

Cronaca Formia Sperlonga

SUD PONTINO – Cipriano Chianese, avvocato di 73 anni e uomo d’affari legato al clan dei Casalesi, è stato confermato come socialmente pericoloso. Per questo motivo, la misura di prevenzione personale richiesta dalla Direzione Distrettuale Antimafia (DDA) di Napoli e disposta dal Tribunale di Santa Maria Capua Vetere nel 2023, e ribadita dalla Corte d’Appello lo scorso gennaio, è stata ora confermata. Il 73enne di Parete, già arrestato nel 1993 e poi assolto, si era candidato nel 1994 alla Camera con Forza Italia. Recentemente, la Cassazione gli ha confiscato il 40% di una villa a Sperlonga, intestata a sua moglie Filomena Menale, e in passato – tra le varie proprietà presenti nel sud pontino – anche il maxi complesso “Marina di Castellone”.

Il Ricorso in Cassazione e la Decisione

La difesa di Chianese aveva presentato ricorso in Cassazione per annullare l’obbligo di soggiorno di 18 mesi imposto al loro assistito. Tuttavia, la Suprema Corte ha respinto il ricorso a giugno, pubblicando le motivazioni giovedì scorso. Chianese, detenuto dal 2010 al 2022 per associazione mafiosa, aveva già visto la sua pericolosità sociale riconosciuta dal Tribunale di Santa Maria Capua Vetere con decreti nel 2008 e nel 2012.

Le Motivazioni della Cassazione

Nel suo ricorso, Chianese, tramite i suoi difensori, aveva contestato la mancanza di una motivazione concreta sulla persistenza della sua pericolosità sociale, sostenendo che la Corte d’Appello di Napoli si fosse basata solo su una valutazione retrospettiva della sua biografia criminale senza considerare il periodo di detenzione e il percorso rieducativo. La Cassazione, però, ha ritenuto le argomentazioni non ammissibili, in quanto la legge consente il ricorso per Cassazione solo per violazione di legge, escludendo la revisione della motivazione salvo casi di motivazione inesistente o apparente. La Cassazione ha confermato che l’Appello di Napoli aveva motivato adeguatamente la persistenza della pericolosità sociale di Chianese, basandosi su elementi concreti e specifici, come la stabilità del vincolo associativo mafioso e la mancanza di un’effettiva risocializzazione durante la detenzione.

La Valutazione della Corte d’Appello di Napoli

La Corte di Napoli, ora supportata dalla Cassazione, aveva sottolineato che il contributo di Chianese al clan dei Casalesi era stato stabile e di vertice, non occasionale, giocando un ruolo cruciale nello smaltimento illecito dei rifiuti. La valutazione dei giudici di secondo grado aveva anche considerato il ritorno di Chianese a Parete dopo la scarcerazione come un segnale della mancata dissociazione dal clan.

Le Condanne e il Ruolo di Chianese

Difeso dagli avvocati Emilio Martino e Giuseppe Stellato, Chianese è stato condannato nel 2021 a 18 anni per associazione mafiosa. Gli investigatori lo descrivono come uno dei protagonisti delle ecomafie campane, avendo avuto un ruolo chiave nel sistema di smaltimento illegale di rifiuti gestito da Francesco Bidognetti, alias Cicciotto ‘o Mezzanotte. Chianese è stato inoltre dichiarato responsabile del disastro ambientale della discarica Resit di Giugliano in Campania.