Latina / Acqualatina, inchiesta dipendenti infedeli: il presidente Stefanelli promette la costituzione parte civile

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LATINA – La presidenza dell’Ato 4 potrebbe costituirsi parte civile in un eventuale processo penale contro cinque dipendenti di Acqualatina che, licenziati dall’ente gestore, sono indagati ora a piede libero dalla Procura della Repubblica di Velletri, insieme ad altre 38 persone, per peculato, corruzione, furto aggravato, truffa ai danni dello Stato e assenteismo. Lo ha annunciato il presidente della Provincia di Latina e dell’Ato 4 Gerardo Stefanelli dopo la conclusione di un clamoroso filone di indagine con cui la Guardia di Finanza del comando provinciale di Roma ha smascherato un sodalizio che, a fronte del pagamento di una tangente tra i 200 e i 1.500 euro, a seconda dei servizi resi, avrebbe permesso agli utenti, per lo più residenti ad Anzio, Nettuno e Aprilia, l’allaccio diretto alla rete idrica o in fogna, l’azzeramento dei consumi del contatore dell’acqua o l’intervento di un auto-spurgo presso le loro abitazioni, a totale carico del soggetto pubblico. Stando alle accuse, il “dominus” del sodalizio proponeva spesso agli interessati una strada alternativa rispetto all’iter ordinario, ovvero: fare realizzare le opere necessarie tramite un’impresa a lui riconducibile e di cui faceva parte anche il figlio, a sua volta dipendente di Acqualatina invece che dalle maestranze del gestore.

L’uomo, che in una intercettazione si auto-definiva “il dottore dell’acqua”, era solito presentarsi durante l’orario di lavoro nei “cantieri” in cui operava la sua impresa, dove – secondo le ipotesi accusatorie – venivano spesso impiegati anche materiali e strumenti della società pubblica. A lavori ultimati, essendo incaricato di compiere i sopralluoghi, ne certificava la regolarità attraverso falsi verbali, cui allegava fotografie parziali o riferite a luoghi diversi. L’organizzazione poteva contare anche sulla collaborazione di un funzionario di una società fornitrice di Acqualatina o di un suo dirigente. Nel corso delle investigazioni – che hanno permesso di documentare 28 casi di corruzione – è emerso che i dipendenti dell’ente gestore e noti imprenditori della zona erano abusivamente allacciati alla rete idrica, individuando 22 casi di contatori mai installati, bloccati, by-passati o ciclicamente azzerati.

Il presidente Stefanelli ha confermato la sua volontà di sottoporre all’ufficio di Presidenza dell’Ato4 quella che ha definito la “volontà” per adottare “tutte le azioni legali possibili per tutelare gli interessi degli utenti idrici dell’ambito territoriale ottimale”.  Stefanelli per “smarcarsi” ha aggiunto ora di aver telefonato al neo presidente di Acqualatina Cinzia Marzoli. Le ha anticipato l’invio di una nota per acquisire gli atti della vicenda – naturalmente quelli che saranno trasmissibili legalmente – precisando di essere in presenza di un fatto grave “qualora corrispondesse a verità”.

Dopo le prime anticipazioni di stampa di qualche mese circa il coinvolgimento di cinque dipendenti infedeli di Acqualatina Stefanelli rivela che, in qualità di presidente dell’assemblea dei sindaci Ato 4, aveva già inviato una nota all’ex management dell’ente gestore per avere riscontro sulle notizie pubblicate dagli organi di informazione ma – ha concluso il presidente della Provincia – “non abbiamo mai ottenuto alcun riscontro”. In effetti un’azione di pressing nei confronti del presidente Stefanelli era stata avviata dalle principali associazioni pontine dei consumatori. Adiconsumm, Aeci, Associazione consumatori e famiglie, Codacons, Codici e Adicu e movimento difesa dei consumatori si erano dette “preoccupate” per quanto accertato dalle Fiamme Gialle con il “fondato timore, in caso di conferma delle ipotesi di reato, di potenziali ma abbastanza ovvie ricadute economiche negative che si avrebbero sugli utenti del Sistema Idrico Integrato, gestito da Acqualatina nel territorio dei 38 Comuni costituenti l’Ato 4 Lazio Meridionale.

La mancata fatturazione a vantaggio di alcuni soggetti sembra per importi rilevantissimi o altre pratiche illecite ipotizzate dall’Autorità Giudiziaria potrebbero incidere notevolmente sui costi del Sistema idrico per gli altri utenti sia sotto la forma di inesistenti dispersioni idriche sia per quanto riguarda le morosità, anch’esse spalmate sugli utenti abituati a pagare”. In effetti le stesse associazioni dei consumatori rivelano anche loro di aver chiesto in passato un incontro urgente al Presidente della Provincia di Latina, “nella sua doppia veste di Presidente della Conferenza dei Sindaci dell’Ato 4-Lazio Meridionale, oltre che di Sindaco di un Comune importante come quello di Minturno.

I consumatori hanno ricordato come già in passato abbiano “più volte manifestato preoccupazioni relativamente alla adeguatezza dei sistemi di controllo che dovrebbe porre in essere anche la stessa segreteria tecnico operativa, probabilmente per il sottodimensionamento del personale assegnato, considerata la complessità delle attività che dovrebbe compiere al fine di dare compiuta efficacia alle funzioni che le sono proprie. Allo stesso Presidente Stefanelli erano state chieste urgenti informazioni circa le iniziative che intende proporre in sede di conferenza dei Sindaci “per attivare misure di adeguato, efficace ed efficiente controllo nei confronti del Gestore del servizio idrico integrato, verso il quale stiamo evidenziando riserve circa la qualità complessiva del servizio fornito all’utenza, oltre che dei sistemi di rapportarsi con l’utenza stessa”.

La decisione di Stefanelli di vederci è giunta nel corso di una giornata, quella di venerdì, iniziata con un severo intervento dell’ex sindaco di Formia Paola Villa. Aveva coniato l’inchiesta condotta dalla Guardia di Finanza e coordinata dalla procura di Velletri con un slogan davvero inquientante: “Acqualatina che ruba ad Acqualatina…e ruba a tutti i noi”. Da qui l’invito alla politica e ai comuni, che rappresentano il 51% dell’azionato di Acqualatina, di “dire qualcosa di serio in questa vicenda, forse è il caso di essere di parte, di parte civile, costituendosi in questa vicenda giudiziaria proprio come parte civile. La parte pubblica non resti indifferente e in disparte alla vicenda. I “signori dell’acqua” che staccano l’acqua a chi non paga le bollette e non è “amico” loro, che in questi 22 anni hanno gestito milioni e milioni di euro mantenendo costante la dispersione al 70% in tutta la nostra provincia…contro questi “signori” ci si costituisca parte civile”