Latina / Pronto soccorso senza medici…il bando dell’Asl per gli ospedali di Formia, Fondi e Latina

Attualità Fondi Formia Latina Sanità

LATINA -A.a.a. medici cercasi. Li chiede disperatamente l’Asl di Latina per rafforzare quelle che sono durante la stagione turistica le strutture che, più di tutte, stanno soffrendo le annose carenze di personale: i pronto soccorso. Con la delibera 449 il commissario straordinario dell’Asl pontina Sabrina Cenciarelli venerdì ha ufficializzato quattro avvisi di manifestazione di interesse che, destinati ad altrettanti medici specializzati o specializzandi in medicina d’emergenza e d’urgenza , sono destinati a prestare un servizio a tempo determinato (abitualmente varia da nove mesi ad un anno) per le “unità operative aziendali di Pronto soccorso”, altro non sono che quelli degli ospedali “Santa Maria Goretti” di Latina, “Alfredo Fiorini”, “San Giovanni Di Dio” di Fondi e “Dono Svizzero” di Formia.

Gli avvisi, co-firmati dal dirigente della Uoc “Reclutamento del Personale” dell’Asl , Paolo Margheron, sono validi sino al 3 agosto e le chances che possano sortire gli effetti sperati sono vicini allo zero. Così come non hanno margini di ottenere un successo pieno gli avvisi di manifestazione di interesse per l’individuazione di dirigenti medici che, già in servizio presso i pronto soccorso dei quattro ospedali pontini, sono interessati a lavorare di più (per di più nel periodo più critico e sensibili dell’anno solare) oltre ai propri turni. La commissaria straordinaria Cenciarelli queste prestazioni aggiuntive nella delibera 449/2024 le definisce “turni in regime di produttività aggiuntiva” secondo quanto prevede l’articolo 89 del contratto collettivo nazionale di lavoro in vigore dello scorso gennaio.

L’Asl ha fatto sapere che le risorse economiche premiali ci sono ma dipende esclusivamente dai medici già impegnati in turni massacranti accettare o meno di lavorare di più secondo quanto prevedono questi ulteriori avvisi – chiesti dalla dirigenza della Uoc “Accessibilità e liste di attesa” – in scadenza il 3 agosto prossimo. Un possibilità che possa essere accolta è la manifestazione di interesse che, contenuta nella delibera commissariale 432 del 18 luglio, riguarda l’attribuzione dio tre incarichi a medici specializzati o specializzandi in ginecologia e ostetricia a favore dell’omonimo reparto dell’ospedale “San Giovanni di Dio” di Fondi. I termini per la presentazione delle domande sono fissati soltanto al 25 luglio prossimo. La dottoressa Cenciarelli sa, per prima, che queste manifestazioni di interesse rappresentino l’ultima scialuppa di salvataggio sul piano procedurale e normativo per tentare di rimpinguare gli organici del pronto soccorso dei principali ospedali pubblici pontini. Se le adesioni dovessero essere poco convincenti, inevitabile sarà il ricorso alle strutture private convenzionate.

Un campanello d’allarme è suonato venerdì quando l’Asl ha pubblicato la delibera commissariale 448/2024. L’azienda lo scorso 16 maggio dopo il via libera della Regione Lazio aveva indetto un concorso pubblico, per titoli ed esami, per ben 23 posti di dirigente medico per la medicina d’emergenza e di urgenza, dell’area medica e delle specliatà mediche. C’era tempo per presentare le domande di partecipazione sino al 14 luglio e l’adesione è stata eufemisticamente sconfortante. Le richieste sono state soltanto quattro e se l’esclusione di una sarà motivata all’interessato entro un mese sono da considerare autentici eroi i medici che hanno deciso di partecipare ad un concorso che, nonostante il limite bassissimo di adesioni, dovrà essere espletato dopo il nulla osta della Regione. I medici ammessi i dottori Nicolò Casano (medico specialista) e Iullia Catalina Ferent (specializzanda) mentre l’unico candidato ammesso con riserva è il dottor Andrea Liguori.

LE RAGIONI DELLA “FUGA” DEI MEDICI

Il problema, in particolare, della carenza di medici con specializzazione medicina d’urgenza deve trovare un riscontro, oltre che nei turni massacranti e nelle sempre più frequenti aggressioni ai danni dello stesso personale medico ed infermieristico, anche nell’enorme calo di iscritti alla scuola di specializzazione come quella di anatomia Patologica. Purtroppo i medici a gettoni rappresentano il fallimento della sanità pubblica italiana. A livello locale ha cercato di invertire la tendenza la direzione generale del dottor Giorgio Casati quando si è cercato di sensibilizzare e formare i medici del Pronto Soccorso ad evitare i ricoveri inappropriati ed il sovraffollamento dei reparti e, quindi, lo sperpero di denaro pubblico per ogni ricovero inappropriato…Il fenomeno dei ‘gettonisti’ merita diverse osservazioni come l’elevato costo, l’inadeguatezza e la scarsa affidabilità del servizio (la lucidità di un medico dopo 12 o più ore filate di servizio); le modalità dei contratti, di durata breve con elusione di qualsiasi principio di programmazione…Le risoluzioni non mancano come la necessità di limitare gli accessi ‘impropri’ ai Pronto Soccorso. La medicina territoriale non può continuare a fuggire. Ha l’obbligo morale ed economico di prendere in carico il paziente cronico e fragile e garantirgli un’adeguata assistenza socio- sanitaria prendendosi la sua cura in modo completo e multidisciplinare…

FORNITURA PERSONALE MEDICO, LA FINANZA A LARGO CELLI

E l’Asl di Latina, dopo aver ricevuto la scorsa settimana la visita ispettiva della Guardia di Finanza è parte lesa nell’ambito del procedimento penale promosso dalla Procura di Modena culminato l’altra mattina con l’esecuzione di tre misure cautelari notificate dalle Fiamme Gialle modenesi nei confronti di tre persone accusate di turbata libertà degli incanti, frode nelle pubbliche forniture ed autoriciclaggio e destinatarie di un sequestro preventivo per circa 4 milioni di euro. Il provvedimento è scaturito al termine di una capillare verifica amministrativa nei confronti di una cooperativa sociale di Sassuolo. E’ emerso che i tre hanno amministrato altrettante distinte imprese, apparentemente aventi compagini sociali differenti e gestioni separate, ma sostanzialmente collegate e gestite da un unico centro decisionale e di interessi. E così sotto la lente d’ingrandimento – per questo motivo si è reso necessario l’arrivo dei finanzieri di Latina presso gli uffici della direzione generale dell’Asl di Largo Celli – sono finite 39 procedure ad evidenza pubblica, esperite nel periodo tra il 2019 ed il 2023, per un valore complessivo degli importi a base di gara di oltre 29 milioni di euro.

Le imprese dei tre indagati partecipavano a bandi di gara per la fornitura di personale medico ed infermieristico a favore di strutture ospedaliere ed aziende sanitarie pubbliche di Emilia-Romagna, Piemonte, Lombardia, Veneto, Liguria, Marche, Lazio e Molise presentando offerte coordinate nei loro contenuti in modo da assicurarsi la vittoria o, quantomeno, aumentarne le relative probabilità, falsando la concorrenza nelle procedure. Tre di queste gare – e l’hanno appurate le indagini – sono state quelle indette nel 2023 dall’Asl – che ripetiamo in questo procedimento è parte lesa come ha tenuto a sottolineare la commissaria straordinaria Cenciarelli – per la copertura di turni negli ospedali “Santa Maria Goretti” di Latina, “Dono Svizzero” di Formia e “Fiorini” di Terracina, in particolare per il pronto soccorso e i reparti di medicina generale e neonatologia. L’importo complessivo delle tre gare dell’Asl pontina ammonta a 850mila euro.

Un ulteriore aspetto caratterizzante l’attività illecita era rappresentato dalla dissimulazione dell’assenza di una struttura idonea a garantire la corretta e puntuale gestione dei servizi richiesti, in quanto al momento della presentazione dell’offerta tecnica venivano allegate liste di medici (con relativi curricula vitae, titoli e specializzazioni) che, in realtà, non collaboravano con le società ed in taluni casi neppure erano a conoscenza di essere stati inseriti in un appalto specifico. Nei casi in cui una delle imprese riconducibile agli indagati otteneva l’aggiudicazione per l’effettuazione delle prestazioni sanitarie, gli indagati e l’impresa aggiudicataria in molti casi non erano in grado di adempiere compiutamente ed a garantire le prestazioni previste nel contratto, lasciando le strutture sanitarie nelle condizioni di non poter operare oppure impiegando i pochi medici disponibili in più turni lavorativi consecutivi, contrariamente alle disposizioni normative vigenti, o, ancora, inviando medici non in possesso dei requisiti richiesti (specializzazioni), così causando pericolose criticità alle strutture ospedaliere e situazioni di pericolo per i pazienti. Infatti, molti servizi riguardavo turni presso il pronto soccorso, di guardia medica pediatrica o di supporto anestesiologico, per i quali era richiesta un’elevata e specifica qualificazione.