CASTELFORTE – C’era bisogno dell’accetta (e non di un semplice coltello) per tagliare la profonda commozione che si è respirata lunedì mattina presso l’aula consiliare del Comune di Castelforte. Il suo storico portavoce (nonché collega ed amico) Vincenzo Testa è stato l’assoluto e applaudito commiato “perché, anche per me, dopo 43 anni e un mese, è scoccata l’ora X”. Vincenzo Testa nel corso di questo lasso temporale ha contribuito non poco a sdoganare sul piano istituzionale l’ultimo comune (in senso geografico) della provincia di Latina e della Regione. L’ha fatto in maniera generosa e senza avere mai un orologio al polso alle dipendenze di qualsiasi amministrazione e sindaco che si sono succedute nel corsi di questi 43 anni .
Non solo puntuali comunicati stampa giornalieri ma anche l’innovativa iniziativa editoriale a carattere periodico “Castelforte informa” in cui a informare la comunità non era solo la maggioranza in quel momento al governo ma l’intero consiglio comunale. Testa, poi, ha ottemperato però a questo diritto dovere di informare attraverso le colonne del quotidiano “Latina Oggi” – di cui è stato nel lontanissimo 1988 uno dei fondatori dell’ufficio di corrispondenza di Formia – e de “Il Messaggero”. Quella di Testa è stata una “scelta” come tante altre ne ha compiute durante il suo poliedrico viaggio professionale e pubblicistico. Sarebbe potuto rimanere alle dipendenze del comune di Castelforte “ancora sino a 67 anni ma ho scelto di lasciare adesso. Questo era il momento giusto”.
Lunedì mattina per salutare quella che ha definito “la mia Comunità cittadina che ho servito come meglio ho potuto, i colleghi e gli amministratori” – in aula consiliare erano puntualmente presenti gli ex sindaci Pasquale Fusco, Gianpiero Forte, Giancarlo, Cardillo, Paolo Ciorra, l’ex vice sindaco Antonio D’Onofrio, i consiglieri Giuseppe Rosato e Antonio Rossillo, il delegato Giuseppe Coviello, i presidenti di varie associazioni culturali (Glio Ventrisco e quella organizzatrice de “la Sagra dell’Uva”) ed il Vicario foraneo di Minturno, don Cristoforo Adriano (vicario foraneo) – Testa ha scritto e letta una profondissima lettera e ha donato ai presenti “qualcosa che per me è segno, simbolo e messaggio: un barattolo di vetro contenente “Terra di Castelforte”. E’ la “terra dove – ha rimarcato – ci sono le mie origini e dove ogni pietra mi racconta piccole storie di vita, dove ogni volto mi è familiare, dove continuo a vivere e a sperare che le cose possano migliorare”!.
“Ho vissuto più tempo nel Comune che a casa mia”. Così Vincenzo ha esordito nella sua lettera di commiato. Ha fatto riferimento a quando, a sedici, ha cominciato a frequentare il palazzo municipale: “Ero seduto proprio in questa aula consiliare come apprendista giornalista a seguire i lavori del Consiglio comunale che, in quegli anni (1977 e a seguire), duravano ore ed ore. A quel tempo c’era un banchetto e una transenna a separare i Consiglieri Comunali dal pubblico. Ero seduto accanto ad un giornalista anziano, il mitico (e monumento di questo mestiere) Fiorello Jonta. Confesso che mai avevo immaginato che avrei trascorso la mia vita lavorativa in questo Palazzo Comunale a servizio dei miei concittadini. E’ stata, però, una grande avventura. Non rinnego nulla del mio passato e di questo presente. Anzi, con presunzione, ne sono anche orgoglioso – ha aggiunto Testa – Non vi nascondo che non c’è stato giorno della mia vita lavorativa nella quale non ho messo al primo posto Castelforte, questo paese che amo profondamente e del quale sono sempre innamorato”.
L’attività lavorativa di Testa al comune aurunco iniziò il 28 febbraio 1987: “Ho servito i miei concittadini e l’ho fatto pensando sempre a cosa avrei potuto fare per servirli nel miglior modo possibile. Essere stato dipendente comunale nel proprio paese è, per davvero, un privilegio che mi è stato concesso. Ho svolto il mio servizio sempre con discrezione, riservatezza e con un forte senso del dovere verso l’istituzione Comune che è stata, è e sarà sempre al primo posto rispetto a qualsiasi interesse particolare. Forse questa fedeltà non è più di “moda” ma per me, invece, lo è in maniera radicale”. L’ex (ormai) portavoce del comune di Castelforte nella lettera di congedo ha avuto anche il grandissimo merito e l’onestà intellettuale di “chiedere scusa se non sono sempre stato all’altezza delle cose che dovevo fare o che ci si aspettava ma, statene sicuri, che in quello che ho fatto ho messo il cuore. Ho lottato con caparbietà e testardaggine per molte cose restando, in ogni caso, sempre rispettoso dei Sindaci, di tutti gli amministratori, dei concittadini e di ogni dipendente che, come me, è stato ed è a servizio di questo paese”.
“Oggi ringrazio – ha aggiunto Testa – tutti perché tutti, ognuno a proprio modo e con il proprio carattere, ha contribuito a rendere il mio percorso professionale bello, stimolante, piacevole e anche ricco di tante soddisfazioni. Tutti sono stati davvero preziosi alleati e importanti per me. Io spero di non aver fatto dispiacere nessuno e se mi è capitato chiedo scusa. La collaborazione data e ricevuta è sempre stata significativa e, anche nei momenti di tensione, come in una famiglia, non è mai e dico mai, mancato il senso della responsabilità e del dovere reciproco. Questa è una caratteristica che ho potuto riscontrare in tutte le persone, amministratori o dipendenti, che ho avuto la possibilità di incontrare in tutti questi anni. Tutti abbiamo fatto del nostro meglio per cercare di raggiungere gli obiettivi prefissati dalle varie amministrazioni comunali e man mano che le leggi e i tempi sono cambiati siamo stati, tutti, capaci di adattarci e di essere protagonisti del cambiamento. A volte siamo riusciti, altre volte, purtroppo, abbiamo raggiunto risultati parziali ma, ripeto, mai ho visto persone remare contro con cattiveria, mai!!!
Vincenzo Testa sa bene, per primo, che “la storia va vista, analizzata e scritta a distanza per evitare giudizi emotivi e per far emergere l’essenzialità dei percorsi” ma su un punto non si concede alcuna deroga: ”Spero di aver lasciato qualcosa a questa mia amata Città e a questa mia Comunità”. E nel giorno della ricorrenza di Santa Maria Maddalena, il collega un “grazie speciale” l’ha rivolto alla sua adorata moglie, “alla mia sposa Franca che, spesso, ha condiviso con me preoccupazioni e gioie, speranze e delusioni anche relative alle cose che, sul piano lavorativo, si potavano fare meglio per la nostra Comunità e, soprattutto , “a tutta la mia famiglia e in modo speciale a Davide, Maria e Ginevra Lidia”.
Quella a cui potrà dedicare qualche ora in più dopo averlo fatto, per 43 anni, a favore del comune di Castelforte.
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