Latina / SOS Medici: l’Asl pubblica un nuovo bando per i medici di Pronto soccorso

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LATINA – Non manca giorno che l’Asl di Latina chieda disperatamente l’apporto di medici, specializzati e specializzandi in medicina d’urgenza, per dar mano forte all’attività dei pronto soccorso dei quattro ospedali pontini, il “Santa Maria Goretti” di Latina, il “Fiorini” di Terracina, il “San Giovanni Di Dio” di Fondi ed il “Dono Svizzero” di Formia. L’ultimo bando , in ordine di tempo, il commissario straordinario Sabrina Cenciarelli l’ha formato lunedì per la ricerca di medici per la gestione, in particolare, dei codici di minore intensità. L’Asl ha intensificato questa forma di reclutamento con il dichiarato intento di garantire la continuità assistenziale per evitare – ha scritto testualmente la dottoressa Cenciarelli – l’interruzione dell’attività dei Pronto soccorso dei quattro nosocomi pontini. Quest’ultima selezione era stato preceduta la scorsa settimana da altre tre manifestazioni di interesse.

Nella prima si chiedeva l’adesione – c’è tempo sino al 3 agosto – di medici esterni per prestare servizio nei quattro pronto soccorso pontini, nella seconda si chiedeva l’interessamento ai dirigenti medici già in servizio a lavorare di più con integrazioni economiche mentre il terzo bando è stato approntato per l’attribuzione di tre incarichi a medici specializzati o specializzandi in ginecologia e ostetricia a favore dell’omonimo reparto dell’ospedale “San Giovanni di Dio” di Fondi. Intanto il quadro è desolante per un’altra brutta notizia. L’Asl di Latina, dopo il via libera della Regione lo scorso 16 maggio, aveva indetto un concorso pubblico, per titoli ed esami, per ben 23 posti di dirigente medico per la medicina d’emergenza e di urgenza, dell’area medica e delle specialità mediche. C’era tempo per presentare le domande di partecipazione sino al 14 luglio e l’adesione è stata eufemisticamente sconfortante: i medici ammessi sono stati soltanto due mentre il terzo è stato ammesso con riserva.

SINDACATI SUL PIEDE DI GUERRA

Intanto la Funzione Pubblica di Cgil, Cisl ed Uil e la Nursind di Latina hanno formalizzato la dichiarazione dello stato di agitazione del comparto sanità dell’Asl di Latina. L’hanno fatto in una lettera inviata al neo Prefetto di Latina Vittoria Ciaramella, alla commissione di garanzia per l’attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali e, naturalmente, al commissario straordinario dell’Asl Sabrina Cenciarelli. Claudio Maggiore, Emiliani Milani, Giancarlo Ferrara e Giovanni Santucci ha stigmatizzato l’irrisolta risoluzione a questioni come la carenza di personale nell’Asl, “il ritardato avvio delle procedure finalizzate alle trasposizioni e selezioni interne per gli incarichi di coordinamento e di Organizzazione ; l’attività di unità operative senza un coordinatore “con grave disagio organizzativo per i lavoratori; il “ritardo sistematico delle procedure per la sostituzione ed il reclutamento del personale”; il mancato pagamento nel mese di giugno relativo all’acconto dell’incentivo alla produttività anno 2024 “così come sancito dagli accordi decentrati vigenti” il mancato pagamento del saldo incentivo alla produttività relativo all’anno 2023; la “palese inadempienza riguardante il cronoprogramma per l’attribuzione del DEP 2024 (fascia economica superiore) “così come sottoscritto e sancito dallo specifico accordo”; l’”inaccettabile ritardo per la procedura della mobilità e spostamenti volontari del personale; la mancata applicazione del vigente regolamento ALPI per quanto concerne il principio della rotazione del personale e, inoltre, “il ricorrente ritardo per il caricamento delle card buoni pasto”.

MEDICINA TERRITORIALE, UN’ALTRA INCOMPIUTA

La carenza dei medici nei pronto soccorso e nelle divisioni d’emergenza e d’urgenza fa a pugni purtroppo con i ritardi che sta scontando sul territorio del sud pontino la medicina territoriale. Soprattutto dopo le recenti valutazioni dell’Organismo Indipendente di Valutazione esterno all’Azienda Sanitaria Locale che per gli obiettivi assistenziali 2023 ha attribuito al Distretto 5 ed al suo Dirigente Responsabile facente funzioni un punteggio numerico di 65 rispetto ad un massimo di 100 ed ad un minimo di 60. Ad ottenere punteggi davvero importanti importanti, il massimo consentito, è stata la gestione curata dall’ex dirigente del distretto socio sanitario Latina 5, Antonio Graziano, sino al pensionamento anticipato dell’ottobre 2022. A suo dire gli interventi per una possibile risoluzione delle criticità esistenti dovrebbero essere finalizzati, “da un lato, ad orientare meglio la domanda di salute, in modo da ridurre gli accessi impropri al Pronto Soccorso, quindi con una immediata attuazione di ciò che è stato stabilito dall’ex Ministro della Salute, Roberto Speranza, con il decreto ministeriale numero 77 del 23 maggio 2022, dall’altro, a rendere più snelle e veloci le fasi all’interno del sistema di emergenza-urgenza, al fine di garantire al paziente un percorso di cura e di ricovero efficace e tempestivo.

“C’è necessità – suggerisce – di promuovere un’azione di sinergia tra referenti territoriali sociali, politici e sanitari, perché non bisogna tralasciare che anche in materia di sanità la tutela della salute del cittadino deve essere garantita, altresì, dai Sindaci, quali Autorità Sanitaria Locale di ciascun Comune che, approvando di recente l’atto Aziendale, dovrebbero aver tenuto conto anche dell’analisi del fabbisogno socio assistenziale specifico di ciascun territorio. La criticità più preoccupante è che il funzionamento del Pronto Soccorso viene messo in crisi dagli eccessivi accessi di pazienti in attesa ed in carico e l’insufficiente presenza delle risorse umane, tecnologiche e strutturali disponibili per soddisfare la richiesta di assistenza”.

“Il fenomeno di questo sovraffollamento – ha aggiunto Graziano – comporta di conseguenza dilatazione dei tempi di attesa per la prima valutazione medica e dei tempi di permanenza presso la struttura e la riduzione del livello di soddisfazione dei pazienti e del benessere psico-fisico degli operatori sanitari della struttura. Non bisogna dimenticare che gli operatori sanitari impegnati in tale attività sono quelli maggiormente esposti alle aggressioni, che sono purtroppo frequenti, come emerge dalle notizie di cronaca, nonchè sono particolarmente soggetti alle denunce per presunti errori. Queste le valutazioni e le motivazioni che comportano l’allontanamento di un numero crescente di medici specialisti, oltre a disincentivare i neolaureati dalla scelta della specializzazione in questa branca della medicina. Il fenomeno del sovraffollamento sembra essere connesso anche al fatto che vengano presi in carico bisogni assistenziali dei cittadini non urgenti oppure dovuti a patologie croniche. Potrebbero trovare una risposta a livello di assistenza sanitaria territoriale, qualora si realizzasse quanto stabilito dal decreto ministeriale 77 /2022 oppure si attuassero le condizioni organizzative già esistenti in modo ottimale. In mancanza di un’adeguata risposta assistenziale da parte delle strutture territoriali/distrettuali, il Pronto Soccorso è percepito dal cittadino come il punto di accesso più immediato e diretto alla propria salute, perdendo la sua vera funzione che è riservata alla gestione dei casi di emergenza sanitaria”.

Sulle possibili soluzioni il dottor Graziano ha sempre avuto le idee chiare: “Sicuramente, quindi, è prioritario un fattivo intervento di riorganizzazione, rimodulazione, efficientamento della medicina del territorio, perchè solo agendo sul Distretto sanitario si potrebbero intercettare le richieste di salute non connotate da effettiva urgenza che, di conseguenza, si concentrano in modo improprio sulla struttura del Pronto Soccorso, con le gravi conseguenze sul piano del sovraffollamento. E’ emersa, poi, la necessità di riorganizzare e potenziare il numero di posti letto di cure intermedie per gestire in modo appropriato la fase post acuzie, successiva alle dimissioni ospedaliere, nonché riguardo alle dimissioni, è fondamentale l’integrazione sociosanitaria ospedale-territorio per la gestione dei pazienti in condizioni di maggiore fragilità mediante lo sviluppo delle Centrali Operative Territoriali previste dallo stesso decreto Ministeriale numero 77 del 2022, valorizzando così la figura dell’infermiere di famiglia e di comunità”.

Per l’ex direttore del distretto Latina 5 “un’ulteriore risposta in termini di rafforzamento dell’assistenza sanitaria e, contestualmente, di riduzione del sovraffollamento dei Pronto Soccorso, è rappresentata dagli investimenti nella telemedicina, in particolare per i pazienti affetti da patologia cronica, come da presa in carico dei Percorsi Diagnostici Terapeutici Assistenziali. Sicuramente un intervento essenziale ed importante è una maggiore disponibilità di posti letto, nonché una corretta, completa ed esaustiva applicazione – ha concluso l’ex dirigente Asl – di tutto ciò che prevedono le norme in materia di riduzione delle liste di attesa, quale il Piano Nazionale per il Governo delle Liste di Attesa datato 2019.”