FORMIA – Il comune di Formia ha deciso di non decidere e, dopo 22 anni, è stato il Tar a legittimare una società immobiliare, grazie all’istituto del silenzio assenso, a realizzare nel popolare quartiere di Rio Fresco Scacciagalline un importante intervento di edilizia residenziale civile. E’ quanto ha deciso la seconda sezione di Latina del Tar che, accogliendo un ricorso della società “Kikeron srl”, ha bocciato l’operato della ripartizione urbanistica del comune di Formia nel momento in cui lo scorso anno aveva bloccato il cantiere aperto per la realizzazione di una ventina di appartamenti. Il Tar invece ora, di fronte al lassismo amministrativo del comune di Formia, ha autorizzato la ripresa dell’attività edificatoria da parte del privato che, assistito dall’avvocato Luca Scipione, ha preannunciato l’avvio di una milionaria azione risarcitoria per i danni subito soprattutto per quanto avvenuto soprattutto nell’ultimo anno.
Soprattutto dal settembre 2023 quando la ripartizione urbanistica era diretta dall’ingegner Bonaventura Pianese, poi dimissionario dopo essere nominato dal sindaco Gianluca Taddeo. Era il 25 settembre 2023 quando il Comune, a fronte di una comunicazione di quattro giorni prima della Kikeron di inizio lavori di demolizione di un fabbricato per realizzarne uno nuovo, diffidò la società ricorrente dall’intraprendere e continuare i lavori. Si instaurò il 12 dicembre scorso un durissimo contenzioso con cui il comune, attraverso l’allora dirigente del settore urbanistica ed edilizia privata Pianese (poi tornato a lavorare nel comune di provenienza, quello di Fondi) ha respinto la richiesta di permesso a costruire presentata nel lontanissimo 20 dicembre 2003 per conto di alcuni privati ai quali subentrò poi la società Immobiliare Kikeron srl.
Il privato contestò questo diniego del Comune perché a suo dire, dopo un ventennio di attesa e di contenziosi, si era maturato l’istituto del “silenzio assenso” per la decisione, sempre legittima, delle varie amministrazione formiane che si sono succedute nel corso del tempo di non dare risposte ad una richiesta di realizzare un importante intervento edificatorio. Il comune ha sempre avuto un orientamento diverso ritenendo inesistenti i presupposti dell’applicazione del silenzio assenso ma il Tar nell’udienza di merito del 17 luglio – ma la sentenza del presidente Davide Soricelli è stata pubblicata nella giornata di martedì – ha bacchettato severamente il comune di Formia applicando a favore del privato l’articolo 20 del Dpr 380/2021 che disciplina il procedimento per il rilascio del permesso a costruire.
Dispone in particolare in relazione ai tempi e modalità di rilascio che, “entro sessanta giorni dalla presentazione della domanda, il responsabile del procedimento cura l’istruttoria, e formula una proposta di provvedimento, corredata da una dettagliata relazione, con la qualificazione tecnico-giuridica dell’intervento richiesto. Qualora sia necessario acquisire ulteriori atti di assenso, comunque denominati, resi da amministrazioni diverse, si procede ai sensi degli articoli 14 e seguenti della legge 7 agosto 1990, n. 241”. E cioè “il responsabile del procedimento, qualora ritenga che ai fini del rilascio del permesso di costruire sia necessario apportare modifiche di modesta entità rispetto al progetto originario, può, nello stesso termine di cui al comma 3, richiedere tali modifiche, illustrandone le ragioni. L’interessato si pronuncia sulla richiesta di modifica entro il termine fissato e, in caso di adesione, è tenuto ad integrare la documentazione nei successivi quindici giorni. Il Tar ha dato ragione al privato a chiedere l’applicazione del silenzio- assenso riconoscendo al privato ricorrente la volontà a regolarizzare il più possibile la sua posizione per permettere allo stesso comune di pronunciarsi legittimamente. L’aveva fatto, dopo un iniziale ricorso al Tar contro il diniego del febbraio 2003 dell’ex commissione edilizia, comunicato al comune nel settembre 2020 – era sindaco di Formia Paola Villa – una nuova proposta progettuale in sostituzione di quella originaria. Seguirono le immancabili richieste di chiarimenti del comune di Formia arrivando nel febbraio 2021 a rilasciare il parere favorevole “con condizioni e prescrizioni al rilascio del titolo abilitativo” cosa che fece le stessa Provincia di Latina il 3 settembre 2021 a rilasciare l’autorizzazione per il severissimo vincolo idrogeologico. Il comportamento vessatorio del comune – ora fortemente censurato dal Tar – continuò anche sul fronte economico chiedendo al privato di definire “meglio” il pagamento degli oneri di urbanizzazione mentre i terreni oggetto della richiesta iniziale a costruire vennero ceduti nel novembre 2022 con un contratto di permuta dagli iniziali proprietari alla società Kikeron srl, la stessa che correttamente richiese il cambio di intestazione del titolo abilitativo, le istanze economiche del Comune di Formia vennero soddisfatte il 20 marzo 2023 con il pagamento dei costi di urbanizzazione e costruzione, la stipula delle polizze fideiussorie e la cessione gratuita delle aree in favore del Comune di Formia “così come stabilito da quest’ultimo”.
Niente. Con l’amministrazione Taddeo è proseguito questo ostracismo nei confronti della società che il 22 maggio 2023, nonostante avesse ottemperato al pagamento degli oneri derivanti dalle legge Bucalossi, si vide costretta a diffidare il Comune di Formia a rilasciare il permesso a costruire. E quale fu la replica del comune? Le sue motivazioni sono state pesantemente contestate dal presidente Soricelli con la Giunta Taddeo che ha ritenuto opportuno non costituirsi in giudizio. L’amministrazione comunale prese tempo affermando essenzialmente due cose. Prima: di essere in attesa esclusivamente dell’acquisizione dal settore finanziario dell’Ente del visto di regolarità contabile sulla approvata rateizzazione dei costi di costruzione e degli oneri di urbanizzazione e della relativa pubblicazione sull’albo pretorio, concludendo che all’ esito positivo di tali verifiche avrebbe proceduto al rilascio del titolo abilitativo edilizio in favore della ricorrente. Seconda: la pratica edilizia in questione era oramai completa sotto il profilo istruttorio e che, una volta pubblicato il parere di regolarità contabile, la società Kikeron srl avrebbe ottenuto il rilascio del titolo abilitativo edilizio.
Il 9 giugno di un anno fa è arrivato finalmente il parere di regolarità pubblicato ma, nonostante ciò, l’Amministrazione non ha provveduto comunque al rilascio del permesso di costruire. La Kikeron ha prodotto un’altra diffida nei confronti del comune di Formia che, ormai all’angolo come un pugile in difficoltà, si è vista arrivare una Pec in cui gli si comunicava l’ormai avvenuta formazione del silenzio assenso sulla domanda di permesso di costruire per la realizzazione del fabbricato plurifamiliare oggetto della richiesta al 2002. Diversamente il Comune di Formia il 4 agosto 2023 ha cominciato il differimento dei termini per la conclusione del procedimento “onde consentire le verifiche istruttorie prodromiche ad assumere le determinazioni di competenza”. La Kikeron ora, attraverso l’avvocato Scipione, si è detta pronta a chiedere i danni alla Giunta Taddeo oltre che il permesso a costruire maturato da oltre 22 anni.
La sentenza del giudice Soricelli termina con una lezione di diritto amministrativo all’amministrazione comunale di Formia- condannata a pagare le spese di lite di 4000 euro, consigliando come avrebbe, al suo posto, agito: “L’amministrazione, anziché adottare ex novo un provvedimento di diniego avrebbe, semmai, dovuto rivalutare la fattispecie assentita con i poteri di autotutela ed eventualmente annullare il permesso di costruire tacitamente formatosi”.