Cronaca

Latina / Morte Satnam Singh, lo straziante racconto della moglie Soni e di un collega di lavoro

L,ATINA – Un racconto straziante durato oltre tre ore. E’ quello che ha effettuato venerdì davanti il Gip del Tribunale di Latina Giuseppe Molfese nel corso dell’incidente probatorio Soni, la giovane moglie di Satnam Singh, il 31enne bracciante indiano deceduto in seguito ad un incidente sul lavoro verificatosi il 17 giugno nell’azienda agricola in cui lavorava a nero nelle campagne di Borgo Santa Maria. Assistita dall’avvocato Gianni Lauretti, la donna ha ripercorso le fasi dell’arrivo di suo marito presso l’abitazione in cui vivevano alla periferia di Cisterna.

Satnam con il braccio ormai amputato – ha ricordato la donna – è stato scaricato dal furgone condotto dal suo datore di lavoro, Antonello Lovato. Soni ha aggiunto che, soccorrendo all’esterno della sua abitazione il marito senza ormai un braccio, si è resa conto come Satnam avesse anche una ferita in testa che il bracciante non si era procurato nei campi. L’uomo nelle fasi in cui veniva invitato a scendere dal mezzo ha battuto la testa sul cordolo di un marciapiede. Nel controinterrogatorio i legali di Lovato, gli avvocati Mario Antinucci, Valerio Righi e Stefano Perotti, hanno chiesto alla donna se fosse a conoscenza del tipo di rapporto di lavoro del marito con Lovato, del ruolo svolto nell’azienda agricola e del funzionamento del macchinario avvolgi plastica che ha provocato l’infortunio.

L’incidente probatorio si è arricchito con la testimonianza di un collega di lavoro di Satnam, anch’egli indiano, accompagnato da Stefano Morea e da Laura Hardeep dello Spi Cgil. Il bracciante, assistito legalmente dall’avvocato Roberto Ponte, ha confessato ai cronisti presenti un’altra amara verità: dal 17 giugno, giorno della tragedia, non lavora più.

 

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