FORMIA – Carmelo Lavorino sarà consulente di parte per i familiari di Mario Piccolino. Si precisa che l’incarico non è stato richiesto dal fratello della vittima, Marco Piccolino, ma da altri familiari dell’avvocato ucciso lo scorso 29 maggio.
Il famoso criminologo, che già nelle scorse settimane si era espresso dicendo che il killer non era un professionista, è stato incaricato per dimostrare che il modus operandi dell’assassino è quello di una persona che ha le totali capacità cognitive, organizzative, previsionali, decisionali ed esecutive e che l’omicidio di Piccolino è stato del tipo organizzato, previsto e stabilito, cioè “super organizzato”.
Lavorino, che è anche direttore del CESCRIN (Centro Studi Investigazione Criminale) al quale aderiscono anche psichiatri, psicologi, biologi e medici legali, è stato contattato anche dai familiari di Michele Rossi, l’assassino reo confesso dell’avvocato Piccolino, per il quale oggi è stato convalidato l’arresto dal gip del Tribunale di Cassino Valerio Lanna, ma ha rifiutato di effettuare una consulenza tecnica specialistica criminologica a favore del 59enne sia per motivi di deontologia e di opportunità, sia perché si è già espresso chiaramente e pubblicamente in merito per la colpevolezza dello stesso, per la sua capacità di intendere e di volere, per la piena consapevolezza nell’ideare, organizzare e attuare il progetto omicidiario.
Fin dal principio, Lavorino aveva espresso seri dubbi sul profilo del killer camorrista, asserendo al contrario che si trattasse di un dilettante. Le indagini e l’arresto di Michele Rossi gli hanno dato ragione.
Sulla questione dell’incarico, Carmelo Lavorino ha rilasciato una nota stampa: “Confermo sia che ho declinato l’incarico di essere il consulente del Sig. Michele Rossi per motivi di opportunità, di professionalità e di etica che ho già specificato, sia di essere stato contattato per assistere tecnicamente parti offese. Per quest’ultimo aspetto sto effettuando valutazioni di diversa tipologia e mi esprimerò quando lo riterrò opportuno: trattasi di mia e solo mia scelta personale della quale, ovviamente, non devo rendere conto a nessuno se non alla mia coscienza ed al mio senso del dovere e della coerenza. Quindi nessuno si allarmi per motivi di visibilità, di strategia o idelogici: deciderò, come sempre, in totale autonomia e in modo freddo, analitico e obiettivo: non mi interessano la gloria (facile o non) e il ritorno economico, m’interessa solo la scienza dell’investigazione criminale. Del resto, è ovvio che tali richieste siano state rivolte al sottoscritto per i noti motivi della vicenda e per questioni meramente di professionalità, di serietà e di totale affidabilità”.