LENOLA – Nell’ambito della quarta edizione dell’evento “Naturalmente 2024” organizzato dall’Associazione faunistica “La Coturnice”, si è tenuto nei giorni scorsi, presso la XXII Comunità Montana, il convegno “Olivo e Territorio”. Organizzato dalla stessa Associazione “La Coturnice”, dal Capol e dall’Associazione “Città dell’Olio”, è stato un incontro molto partecipato e pieno di spunti circa lo stato attuale e lo sviluppo futuro dell’olivicoltura provinciale. Hanno aperto i lavori Ivan Pistillo, presidente dell’Associazione “La Coturnice” e Severino Marrocco vicesindaco di Lenola nonché responsabile provinciale dell’Associazione “Città dell’olio”.
Tre i relatori: gli agronomi Alberto Bono e Rocco Parisella e il presidente del Capol Luigi Centauri. Questi gli argomenti trattati: La gestione dell’oliveto alla luce dei cambiamenti climatici; Valutazioni sul fenomeno dell’abbandono degli oliveti; Paesaggi delle Colline di Lenola: olio extravergine di oliva di alta qualità. Nel corso del convegno sono intervenuti il Leone Grossi dell’Assessorato Ambiente della Regione Lazio, il perito agrario Andrea Cerrito e Carlo Gallozzi della OP “Le Badie”.
“Nel settore dell’olivicoltura della Provincia di Latina – ha affermato Centauri – si registrano da tre anni il calo della produzione di oltre il 60/70 per cento rispetto alla raccolta media. Ciò a causa soprattutto della scarsa allegagione delle olive (nel mese di maggio: la fertilità del polline). In particolare, questo calo riguarda principalmente le olive della cultivar autoctona Itrana che è presente con circa 2.000.000 di piante. Il protrarsi nel tempo di tale fenomeno rischia di innescare una spirale negativa che potrebbe comportare l’improduttività degli stessi oliveti e quindi progressivamente il loro abbandono, non solo di quelli orograficamente più ‘comodi’”.
“Diventa prioritario – ha precisato il presidente del Capol – far fronte alle mancate produzioni degli ultimi tre anni individuando azioni mirate volte al ‘recupero’ delle zone colpite a causa per l’appunto della scarsa allegagione delle olive, in vista sia della valorizzazione idrogeologica e paesaggistica delle colline, sia della necessità di rispondere alla crescente domanda dei consumatori di olio di qualità della cultivar Itrana. Obiettivo che si raggiunge attraverso una fase di studio e analisi che preveda l’individuazione, all’interno dei diversi areali pontini, di aziende pilota nelle quali poter effettuare rilevazioni in merito ai parametri meteorologici, al grado di infezione dall’ “occhio di pavone” e dagli altri parassiti dell’olivo, nonché di procedere con l’applicazione delle tecniche colturali e con l’effettuazione di prove di impollinazione artificiale per il grado di risposta”. Al termine del convegno sono stati fatti degustare gli oli di Lenola.