GAETA – E’ durato poco meno di due ore e un quarto il consiglio comunale di Gaeta tenutosi nella mattinata di mercoledì con all’ordine del ordine l’approvazione dell’assestamento Generale di Bilancio e la Salvaguardia degli Equilibri per l’esercizio 2024 ed il riconoscimento di legittimità di un debito fuori bilancio di 640 mila alla società proprietà dello stabilimento balneare “Palm Beach” per aver riconosciuto – e l’ha stabilito una sentenza, mai impugnata del Tribunale di cassino – indebitamente questa somma al Comune più di quanto dovuto per il pagamento dei canoni demaniali dal 2004 in poi. Quella di martedì si è rivelata una passeggiata di salute per la minoranza Leccese semplicemente perché mancavano i tre consiglieri di opposizione. Franco De Angelis (Insieme con Silvio D’Amante sindaco), Emiliano Scinicariello (Partito Democratico) e Sabina Mitrano (Gaeta Comunità di valore) la loro assenza l’avevano preannunciato in una dettagliata Pec che il 28 luglio hanno inviato non solo al presidente del consiglio comunale Davide Speringo e ai tutti i suoi componenti (compreso il sindaco Cristian Leccese) affermando come l’assestamento generale di bilancio e gli stessi equilibri di bilancio non siano tanto…equilibrati.
Sarebbero “figli” di un altro provvedimento contabile, il rendiconto di gestione relativo all’esercizio finanziario 2023 approvato dalla sola maggioranza il 20 giugno scorso, che non sarebbe cristallino e trasparente: “In quell’occasione leggemmo un lungo documento, poi lasciato agli atti del Consiglio, nel quale facemmo una serie di rilievi in ordine ad alcuni aspetti che a nostro giudizio minavano l’autenticità del bilancio di rendiconto, ledendo il principio della veridicità e dell’attendibilità degli atti di bilancio – hanno rimarcato i consiglieri di minoranza. Il rendiconto, che è considerato il “padre” degli equilibri di bilancio, non sarebbe veritiero essenzialmente per tre ragioni. Primo: non ha contemplato l’esistenza del debito fuori bilancio di 640mila euro a favore del “Palm Beach” che, sentenziato dal Tribunale di Cassino nell’autunno 2022, è uscito improvvisamente fuori soltanto nel maggio scorso, periodo in cui è iniziata una trattativa con il privato concretizzatasi con una transazione grazie alla quale il debito del comune di Gaeta sarà “spalmato” in cinque anni, a cominciare dal bilancio di previsione 2025.
Secondo. A dire delle minoranze il conto consuntivo 2023 sarebbe “monco” di un’altra clamorosa dichiarazione, poi rettificata dalla diretta interessata qualche giorno dopo , della dirigente del settore Ambiente del comune Stefania Della Notte che soltanto nei mesi scorsi ha rivelato la richiesta dell’ex gestore del Ciclo dei rifiuti, la Eco Car”, finalizzata a beneficiare di un’integrazione di tre milioni e mezzo di euro per gli aumenti costi di gestione della discarica affrontati per non ottimale gestione differenziata dei rifiuti.
Terzo: Il conto consuntivo conterrebbe un’altra anomalia. Sarebbe collegato al Pef – il piano economico finanziario che stabilisce le tariffe della Tari – per il quale la maggioranza Leccese ha applicato (con palese effetto retroattivo) i criteri stabiliti dall’Arera per l’annualità 2022 anziché a quelli del 2023. Le minoranze l’hanno detto già in tutte le lingue: il piano economico finanziario per il varo della nuova tariffazione della Tari ha applicato i criteri di due anni dell’Arera perché se avesse perseguito – come prevede la norma quelli del 2023 – la Tari per i gaetani dal prossimo settembre sarebbe stata più onerosa sul piano economico rispetto a quanto realmente già lo sia. Da qui la decisione di disertare il consiglio sull’assestamento e sugli equilibri, argomenti che la solitaria maggioranza ha approvato frettolosamente nonostante i consiglieri comunali Scinicariello, De Angelis e Mitrano sono stati categorici: “Attenzione a quello che fate”.
Questo imperativo categorico legittimamente non è stato tenuto in considerazione e le minoranze hanno continuato ad esercitare il loro ruolo di controllo nonostante non erano fisicamente presenti mercoledì in aula. A margine del consiglio comunale si è appreso che i tre consiglieri d’opposizione si sono rivolti al Gruppo di Formia della Guardia di Finanza, alla Procura regionale presso la Corte e al neo Prefetto di Latina Ciaramella che, appena insediata, avrebbe inviato una lettera davvero stringata ed asciutta al presidente del consiglio comunale Davide Speringo, invitato “a contro dedurre e a relazionare” su quanto sostenuto dai consiglieri comunali di opposizione: “Abbiamo ritenuto opportuno, pertanto, in perfetta coerenza con tutto quanto rilevato circa il Rendiconto di Gestione 2023 e gli atti di bilancio successivi, di disertare il Consiglio Comunale di mercoledì mattina, non essendovi alcun’altra posizione da assumere al riguardo” hanno commentato laconicamente in una nota congiunta.
La maggioranza ha preferito, tra l’assenza del capogruppo di “Gaeta Tricolore” Marco Di Vasta e quella ad intermittenza dell’ex sindaco Massimo Magliozzi, andare per la sua strada evitando di commentare aula le assenze dei consiglieri Scinicariello, De Angelis e Mitrano. L’ha fatto subito dopo il consiglio la sua ex presidente ora a capo della commissione urbanistica Pina Rosato: “Mi dispiace della loro assenza perché con alcuni di loro abbiamo fatto un buon lavoro in commissione condividendo l’adozione di interessanti programmi di rigenerazione e riqualificazione urbana della piana di Sant’Agostino ma per la riqualificazione e recupero edilizio previsti dalla legge regionale 7/2017. Mi dispiace perché avrebbero potuto illustrare le loro perplessità sull’assestamento e sugli equilibri di bilancio e poi andare via”.
Velenosa la controreplica del consigliere d’opposizione Franco De Angelis: “Prendo atto che la signora Rosato non presiede da tempo il consiglio comunale e di conseguenza ha dimenticato anche l’ordine degli argomenti previsti in discussione e gli equilibri sono stati inseriti prima degli argomenti riguardanti la rigenerazione. Ci dispiace che nessuno della sua maggioranza abbia avuto nulla da ridire al contenuto delle nostre Pec. Peccato lo diciamo noi”.
Si salvi chi può, a questo punto.