SUD PONTINO – Una “pazzaria” che sarà riproposta anche nel 2025 perché il messaggio da rilanciare è sempre più d’attualità: il Mediterraneo, culla di tante civiltà nel corso dei millenni deve essere considerato un ponte di pace tra tre continenti e strumento per sensibilizzare le coscienze sul valore universale della pace. L’ha annunciato Giovanni Di Russo, il campione italiano della classe velica “Vela Latina” e l’attivo presidente dell’associazione “Hormiae Mare Nostrum” di ritorno dalla Tunisia e da Lampedusa dopo la positiva traversata che ha visto “una piccola cianciola” partire da Gaeta, farà tappa a Ventotene ed arrivare nei porti tunisini di Cartagine e di El Kantaoui per poi concludere questa particolare “missione di pace” a Lampedusa dove, tra la commozione generale, è stata gettata in mare una corona di fiori in ricordo dei migranti morti.
Lo stesso ambasciatore d’Italia in Tunisia, Alessandro Prunas, si è recato personalmente al porto di El Kantaoui per visitare la barca che porta il nome antico di Formia: “Devo compiacermi per questa bella iniziativa – ha spiegato l’alto diplomatico italiano a – per ribadire la storia e importanza della collaborazione tra Tunisia e Italia nel Mediterraneo”. Con la sola forza del vento l’imbarcazione ha raggiunto le coste tunisine per consegnare alle autorità, in rappresentanza dei popoli del Nord Africa, un messaggio di pace redatto dal Santo Padre e consegnato agli organizzatori, attraverso l’Arcivescovo di Gaeta, Monsignor Luigi Vari, dal segretario di stato, il Cardinale Pietro Parolin.
“Il Santo padre – è scritto nel messaggio del numero della diplomazia vaticana – ha espresso vivo apprezzamento per il significativo evento e, unendosi spiritualmente, incoraggia a proseguire nell’impegno volto a riaccendere nei cuori la speranza e a favorire percorsi di sensibilizzazione mediante il dialogo tra le culture e le religioni. Papa Francesco, particolarmente vicino alle popolazioni colpite dal dramma della guerra che purtroppo induce molte persone ad abbandonare le proprie terrre in cerca d futuro migliore, auspica – ha concluso il cardinale Parolin nel messaggio fatto recapitare agli organizzatori di questa specialissima traversata – che la luce dello Spirito Santo illumini il cuore di coloro che detengono le sorti delle nazioni affinchè si adoperino per ristabilire l’armonia tra i popoli e, per intercessione di San Francesco da Paola volentieri invia la sua Benedizioni apostolica”.
Il presidente Di Russo, stanco ma felice, si dice convinto come questa iniziativa, “otto “briganti” su una piccola “cianciola”, sia stata in grado di piantare un seme che speriamo riesca sempre più ad attecchire nei cuori di tutti, di tutti gli abitanti di questo splendido mare, culla della nostra civiltà”. Ma la riuscita dell’iniziativa è stata resa possibile anche all’apporto dell’armatore Vincenzo Addessi che ha permesso a “Hormiae” di essere scortato dal suo favoloso “Fra Diavolo” del cui equipaggio hanno fatto parte, oltre al patron della base nautica “Flavio Gioia” di Gaeta Luca Simeone, i vari Mohamed Mrad, Ciro Esposito, Massimiliano De Meo, Gianluca Di Fazio (i suoi report fotografici e video sono sempre di assoluto livello professionale), Gianluca Pistoni e Silvia Simeone.
“Questi i membri dell’equipaggio che, insieme a me, hanno avuto la forza ed il coraggio di intraprendere un viaggio così lungo e faticoso. Ma l’avvistamento è l’arrivo in porto a Lampedusa, porta d’Europa, ci ha ripagato di tutti i nostri sforzi – ha concluso Giovanni Di Russo – Tante le istituzioni e le persone che ci sono state vicino e che avremo modo di ringraziare prossimamente una per una, ma un grazie particolare va subito ad un imprenditore illuminato come Vincenzo Addessi che ha creduto in questa piccola impresa per un scopo umanitario partecipando in prima persona e offrendo la sua barca Fra Diavolo per l’assistenza logistica.”