FORMIA – Una colonna di fumo nero e acre che, visibile come un fungo da diversi angoli del sud pontino, ha bloccato per ovvi motivi di sicurezza il volo dei mezzi aerei dei Vigili del Fuoco e della Protezione civile della Regione. E’ stata la prima conseguenza visiva dell’incendio – l’ennesimo scoppiato in occasione di un fine settimana difficile sul fronte della lotta alle fiamme dolose – che ha messo a dura prova la resistenza dei volontari del gruppo di protezione civile “Ver Sud pontino” di Formia. Ha letteralmente distrutto il “cratere” dell’ex cava D’Agostino arrivando a lambire, sul fronte del quartiere di Rio Fresco Scacciagalline, alcune cooperative edilizie private e, sul fronte opposto, il ristorante “Villa Treglia”. L’incendio è stato il secondo a scoppiare sabato a ridosso del centro urbano.
Il primo aveva incenerito “soltanto” alcune sterpaglie sulla collina di Sant’Antonio, in località Caravalle. Il secondo è scoppiato a ridosso della rete ferrata Roma-Napoli, in via Madonna di Ponza, nella parte bassa del quartiere di Rio Fresco. Quest’ultimo rogo è stato prontamente domato e messo in sicurezza ma, dopo un’ora, ha ripreso vigoria – hanno raccontato i volontari della protezione civile – spostandosi verso nord e poi sul versante della stessa collina di Sant’Antonio dove insiste il ristorante “Villa Treglia”. Le fiamme hanno distrutto tutto e le operazioni non sono state facili per via del fumo sprigionato da numerosi canneti spontanei che hanno interrotto a terra l’intervento dei volontari e dall’altro gli elicotteri dei vigili del Fuoco e della Protezione civile. Dopo una giornata davvero impegnativa, la zona dell’ex cava D’Agostino era simile ad un paesaggio lunare riproponendo uno scenario che si rinnova, ormai, a cadenza annuale. Questo è stato l’ultimo incendio che in ordine di tempo ha interessato, incenerendoli, diversi ettari di macchia di mediterranea e di vegetazione lungo la strada di collegamento tra la frazione di Maranola al versante formiano del Parco regionale dei Monti Aurunci ed in località “Pella” a Castellonorato.
E’ purtroppo questa notte altre fiamme hanno colpito la collina di Maranola in un nuovo anello di fuoco impietoso.
Questa emergenza ambientale e…culturale ha riproposto il ruolo dell’amministrazione comunale di Formia: “Le nostre montagne bruciano, ancora una volta. E noi siamo lì impotenti a guardare – osserva subito il consigliere comunale del partito Democratico Alessandro Carta – Da due anni attendiamo che l’amministrazione comunale di Formia dia attuazione alla delibera di indirizzo per il contrasto agli incendi, approvata nel luglio del 2022 dall’intero Consiglio Comunale. Purtroppo nulla è stato fatto. Nel frattempo l’Assessore all’ambiente Eleonora Zangrillo, che diede impulso a quell’iniziativa, si è dimesso e, dopo due mesi, ancora non è stato sostituito”.
Se il Comune di Formia non fa nulla “figuriamoci l’Ente Parco dei Monti Aurunci: ‘scarta fruscio e piglia primera’ come dice un proverbio”- rincara la dose Carta. Nel novembre del 2022, l’Ente Parco dei Monti Aurunci, con una nota firmata dall’allora presidente Marco Delle Cese e direttore Giorgio De Marchis ed inviata ai sindaci dei Comuni del comprensorio, ai Presidenti delle province di Latina e Frosinone, alle Comunità Montane e alla Direzione Regionale della Protezione Civile, aveva chiesto la disponibilità a istituire un tavolo di confronto per analizzare e valutare l’adozione del fuoco prescritto quale misura di prevenzione degli incendi boschivi.
“Questa misura, prevista tra l’altro dalla delibera adottata dal Comune di Formia, era stata definita – ha ricordato Carta – una tecnica di applicazione esperta ed autorizzata del fuoco su superfici prestabilite per conseguire specifici obbiettivi gestionali e di prevenzione degli incendi boschivi, tecnica già praticata in altre zone d’Italia e negli altri Paesi Europei e prevista dal piano AIB del Parco Naturale dei Monti Aurunci”. Diversi mesi fa, sarebbe dovuto iniziare quindi il percorso per la sperimentazione di un importante strumento di contrasto ad uno dei problemi che affligge da sempre l’intero comprensorio: “Non si è saputo più nulla. Perché si è fermato tutto? Non è dato sapere – si chiede il consigliere Dem- Ad oggi l’unica misura messa in campo è rappresentata dal sistema integrato di telerilevamento automatico degli incendi boschivi, che dovrebbe consentire un immediato intervento per lo spegnimento degli incendi. Questo sistema sta funzionando? Le 7 telecamere di sorveglianza periferiche sono ancora attive o ce ne sono alcune che non funzionano? L’amministrazione comunale di Formia e l’Ente Parco degli Aurunci dovrebbero dare delle risposte alla cittadinanza – ha concluso il consigliere Carta – Nel frattempo non ci resta che ringraziare i Vigili del Fuoco e i volontari della Protezione Civile per il loro prezioso ed instancabile lavoro”.
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