GAETA – “La delibera di giunta 143 del 19 giugno 2024 è uno schiaffo ai principi di concorrenza e trasparenza sanciti dalla Direttiva Bolkestein”. Non ci gira intorno il referente del Movimento cinque stelle di Gaeta, Simone Avico, che sottolinea come a suo avviso sembri che “la direttiva a Gaeta non sia stata effettivamente recepita e, piaccia o non piaccia, non si tratta di una mera posizione politica, o meglio non solo, ma di un’azione da anni attesa dalla Commissione europea e supportata da continue sentenze del TAR e del Consiglio di Stato. Sentenze, le ultime, che si è preferito non citare arrivando al punto tale da far si che l’affidamento del litorale si basi su dispositivi legislativi risalenti maggiormente al periodo 2020-2023 e su un articolo del Codice della Navigazione sul quale possono cadere le letture più disparate”.
Insomma il pentastellato Avico è come se dicesse cambiare tutto per non cambiare niente, tant’è che sottolinea che a suo avviso “l’atto di indirizzo per le nuove concessioni in funzione della Bolkestein è un tentativo in realtà di mascherare il medesimo bando comunale con cui fino ad oggi si è operato. A rendere quest’atto del tutto illegittimo e contrario ai principi di concorrenza è il requisito secondo cui ad essere privilegiati saranno coloro i quali hanno svolto tale servizio nei cinque anni precedenti, come evidenziato anche dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato che ha già decretato che non possono essere previsti punteggi di merito”.
Ed ancora: “la stessa Delibera inoltre rimanda la durata della concessione al tempo che il gestore impieghi per rientrare negli investimenti (massimo di venti (20) anni), ma in realtà sosteniamo convintamente che al fine di favorire la partecipazione ai bandi di piccole imprese non sussistano i presupposti necessari a giustificare tempi così lunghi, ma che una durata massima sia variabile tra i 6 e 10 anni”.
Ed ecco, dunque, che il grillino gaetano Avico rilancia con quelle che ritiene siano le caratteristiche di un bando corretto. Così propone:
“che sia favorita l’assegnazione nei confronti di enti senza scopo di lucro, di cooperative di lavoratori o sociali, così da limitare grandi speculazioni e che sia prevista una calmierazione dei prezzi dei servizi tale da renderli accessibili a tutte le fasce sociali. Il lavoro, neanche menzionato dall’atto di indirizzo del Comune di Gaeta, oltre a non prevedere alcuna forma di salario minimo non tiene conto di una clausola sociale per la salvaguardia dei posti di lavoro o di garanzie di ri-assunzione rivolte a chi ricavasse dal lavoro nell’ambito di una concessione demaniale marittima la principale fonte di reddito per il proprio sostentamento. Di pari passo non dovrebbe essere più rinviabile l’approvazione di un Piano di Utilizzazione degli Arenili (PUA) dal momento che si è operati fin’ora in assenza e in totale illegittimità per quanto attiene gli affidamenti dei miniconcessionari così potendo destinare una quota di almeno il 50% di ciascuna delle spiagge di Gaeta riservate alla libera fruizione” .
“Infine” – conclude – “piuttosto imbarazzante che un atto di questo genere sia stato già redatto con tutti i requisiti e i riferimenti, quindi tecnicamente, dagli assessori e quasi si demandi al Dirigente per un mero parere. Il Comune di Gaeta decide, per adesso, di annullare la proiezione sociale verso un luogo finalmente accessibile e vivibile, spalancando, tra l’altro, le porte a pesanti ricorsi e danni erariali”.