Attualità

Gaeta / Spiagge e centro anziani a Calegna, le due spine nel fianco per la maggioranza

GAETA – La politica al comune di Gaeta non vuole andare in vacanza a causa di due questioni amministrativamente delicate che per la prima volta dopo 12 anni stanno mettendo (per la prima volta) in discussione il mitranismo: la futura gestione delle spiagge e la realizzazione di una residenza sanitaria per anziani in una località, il quartiere di Calegna, per la quale il vigente piano regolatore generale prevede ben altro: una palestra ed un centro anziani. Quella di mercoledì è stata una riunione di maggioranza che, dai toni al vetriolo, non ha partorito nulla perché queste due questioni (che in un altro e più tranquillo contesto politico sarebbe state risolte con due blitz ferragostani) hanno bisogno una sintesi che al momento non c’è…

Il comune di Gaeta per by-passare l’ostacolo normativo della direttiva comunitaria Bolkstein – che impone lo svolgimento di gare d’appalto per l’affidamento della gestione degli stabilimenti balneare per affermare il principio della libera concorrenza – sta pensando di “benedire” l’accordo tra soli cinque stabilimenti balneari di Serapo interessati, attraverso la presentazione di un progetto di finanza, a beneficiare di un rinnovo delle rispettive concessioni demaniali in scadenza il prossimo 31 dicembre come deciso lo scorso dalla Giunta municipale. Il provvedimento dell’esecutivo Leccese (come l’analogo dell’amministrazione Taddeo al comune di Formia) è stato impugnato dall’Autorità garante della concorrenza e del mercato che ha presentato un ricorso al Tar, in discussione il prossimo novembre. Davanti alla litigiosità della maggioranza di centro destra al comune di Gaeta il battagliero consigliere comunale di minoranza e presidente della commissione “Controllo e Garanzia”, Franco De Angelis, ha deciso di passare al contrattacco scrivendo all’ufficio legale dell’Agcm e, nello specifico, all’avvocato Paola Razzano. Le ha trasmesso – “spero che le possa esserle utile per la pratica che sta seguendo – copia della Delibera di Giunta numero 143 del 19 giugno del Comune di Gaeta ed sua comunicazione inviata al Dirigente Ing. Pietro D’Orazio inerente problematiche della stessa.

La delibera di Giunta numero 143 del 19 giugno, considerata (o almeno) il casus belli delle dimissioni del neo assessore al turismo e alle attività Produttive Angelo Magliozzi, conteneva una serie di “arbitrari” criteri per l’affidamento delle concessioni demaniali marittime per finalità turistico ricreative e sportive. Insomma per i più noti e remunerative stabilimenti balneari. L’avvocato Razzano, poi, ha ricevuto la diffida che il consigliere De Angelis aveva inviato al dirigente del settore Urbanistica del Comune di Gaeta D’Orazio. Era stato di fatto invitato – o meglio diffidato – a non dare seguito alla delibera 143 perché i criteri ipotizzati per la proroga delle concessioni balneari si prestano a non pochi motivi di “perplessità” sul piano giuridico. E uno di questi criteri ipotizza la realizzazione di un progetto di finanza promosso tra cinque stabilimenti balneari insistenti sulla spiaggia di Serapo. E perché soltanto loro? E perché gli altri non sono stati coinvolti dall’amministrazione comunale? E’ legittimo che tra i soggetti proponenti ci sia uno stabilimento balneare che ha avviato contro lo stesso comune di Gaeta una durissima controversia tributaria (pendente davanti, dopo anni, la Corte di Cassazione) per il pagamento della Tari, dell’immondizia? Questi dubbi il presidente De Angelis li ha veicolati sui social con destinazione anche l’Agcm e l’Anac, l’Autorità nazionale anti corruzione: “E’ normale che un Comune prenda in considerazione proposte di ‘Project Financing’ presentate da imprenditori che hanno cause pendenti in Cassazione contro il Comune stesso perché ritengono eccessiva la richiesta di pagamento della Tari? Si può rilasciare una concessione demaniale ad un imprenditore che è in causa con lo stesso Ente che deve rilasciare la Concessione Demaniale?”.

Il comune di Gaeta ha deciso di mutuare lo strumento giuridico e normativo del progetto di finanza da alcune esperienze promosse da numerosi stabilimenti impegnati lungo il litorale di levante e di ponente della Liguria. La concorrenza è un valore, ma non può essere un valore “tiranno”. E così è stata decisa nel palazzo di piazza XIX Maggio di percorrere la strada per contrastare il dogma della gara a tutti i costi, quella del project financing. Secondo il nuovo codice degli appalti, qualsiasi soggetto privato può proporre alle pubbliche amministrazioni un progetto di gestione di un bene pubblico, a fronte di investimenti che la pubblica amministrazione, come quella gaetana (?) non sarebbe in grado di fare. Se, quindi, un gestore vuole mettersi in gioco, può farlo, senza accettare la mera logica del mercato e del prezzo. Chi ha una concessione scaduta, dunque, può fare al Comune una proposta di partenariato pubblico-privato (Ppp), chiedendo di ottenere la gestione di uno stabilimento balneare a fronte di una serie di investimenti finalizzato, ad esempio, a garantire il rispetto della sostenibilità, secondo i criteri Esg, cioè ambientali, sociali e di governance. Così, dunque, le aziende radicate sul territorio da decenni potranno competere alla pari con i grandi gruppi internazionali, per lo più posseduti da fondi di investimento.

Ma c’è un ‘però’ a conferma che il cane rischia di mordersi la coda: secondo lo stesso codice degli appalti, una proposta in Ppp richiede che l’idea del proponente sia messa a gara, per verificare se esistono idee migliori o più convenienti. Anche se – e va precisato – il proponente mantiene il diritto di prelazione, qualora l’offerta di un soggetto terzo sia considerata più interessante. Per by passare la “Bolkstein”, nonostante ci siano tante controverse sentenze del Tar e del Consiglio di Stato sulla sua applicazione in Italia, ci sono diversi strumenti giuridici a disposizione ma al comune di Gaeta in questa momento – caso unico ed inedito dal 2012, anno della prima vittoria del sindaco Cosimino Mitrano – la maggioranza di centro destra rischia di atomizzarsi e la conferma è arrivata dall’infuocata riunione di maggioranza.

C’era da stabilire la data del prossimo consiglio comunale per approvare con un autentico colpo di mano questi cinque proposte di progetto di finanza – il sindaco Cristian Leccese avrebbe suggerito la data del 13 agosto – ma la discussione, vuoi anche un’approssimativa gestione politica, della stessa maggioranza di governo, ha conosciuto il disco rosso di frange importanti della stessa coalizione. “Vogliamo vedere i progetti di finanza presentati e verificare la loro pubblica utilità” –  avrebbero detto l’ex sindaco Massimo Magliozzi, il neo assessore all’ambiente, il mitraniano Luca Gallinaro, il capogruppo di Gaeta Tricolore-Fratelli d’Italia Marco Di Vasta, l’ex presidente del consiglio comunale Pina e lo stesso attuale presidente d’aula Davide Speringo che, di professione, è un significativo imprenditore nel settore balneazione.

Tutto in stand by sino alle ore 19 di venerdì 9 agosto quando nel corso di una nuova riunione di maggioranza questi cinque progetti di finanza – le minoranze di centro sinistra possono anche attendere – saranno finalmente svelati”

LA RESIDENZA SANITARIA DEGLI ANZIANI, UN’ALTRA GRANA

Visti i toni e contenuti dell’infuocata riunione di maggioranza, non c’è stato tempo mercoledì per affrontare il progetto in variante al Prg per la costruzione, da parte della società “Pida immobiliare”, di una casa di riposo per anziani nel quartiere di Calegna laddove il piano regolatore generale prevede – come detto – una palestra scolastica o un centro sociale. Il punto è spinoso perché il privato ha presentato un progetto in variante grazie all’acquisto di due particelle di terreno da parte di altrettanti privati e a quella determinante – pari a 240 metri quadrati per un importo irrisorio di 4000 euro – ceduta nel 2020 con l’avallo di alcuni consiglieri comunali che, facenti attualmente parte della coalizione Leccese, dovrebbero votare la variante al Prg richiesta dalla “Pida srl”. L’argomento è finito su un binario morto perché le eventuali responsabità, penali ed erariali, non sono di poco conto.

La conferma è arrivata mercoledì dalla commissione urbanistica che, presieduta dal capogruppo di “Gaeta Democratica” Pina Rosato, ha deciso di non…decidere dal momento che i rischi non sono di poco conto a fronte delle prima diffide legali arrivate al presidente del consiglio comuale Speringo a prendere atto della conclusione, il 10 novembre 2023, della conferenza di servizio che ha dato il suo nulla osta per l’approvazione della variante al Prg. E allora perché sono trascorsi quasi 9 mesi quando il presidente Speringo avrebbe dovuto calendarizzare l’argomento nella prima seduta consiliare utile? Che si stia perdendo tempo l’ha chiarito, intervenendo in commissione, il neo assessore all’urbanistica Luigi Coscione.

L’ha fatto unitamente al sindaco Leccese e al dirigente del settore al ramo Pietro D’Orazio. Quest’ultimo è stato chiaro e alla detto alla politica di decidere: “La pratica così come è stata depositata nell’archivio informatico da chi mi ha preceduto (l’architetto Stefania Della Notte) è tecnicamente chiusa…”. La maggioranza Leccese sa per prima di non avere la necessaria unità d’intenti al proprio interno. Teoricamente potrebbero votare questo progetto in variante, oltre al sindaco Leccese, i consiglieri comunali Gigi Ridolfi, Luigi Marziello, Pompeo Costabile, Katia Pellegrino, il presidente d’aula Speringo e l’ultimo arrivato Rosario Cienzo. Se le astensioni potrebbero arrivare dai consiglieri Pina Rosato e Genario Dies, ha annunciato bagarre sul punto l’ex sindaco Massimo Magliozzi affiancaro da Michela Di Ciaccio. E poi c’è il fattore del numero legale che potrebbe saltare in extremis.

Il capogruppo di Gaeta Tricolore-Fdi Marco Di Vasta è un esempio rispetto al quale Ponzio Pilato sembra essere un dilettante: “Da quando lavoro in regione nella segreteria del consigliere Enrico Tiero devo contingentare purtroppo i miei impegni in consiglio”. Unico…insuperabile. Altro che…

Share