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Sud Pontino / Direttiva Bolkestein: poche adesioni dei balneari allo sciopero nazionale

SUD PONTINO – Poche le adesioni sul litorale pontino e, nello specifico, nel sud pontino allo sciopero indetto venerdì dai balneari per protestare contro le scelte del governo sulla direttiva Bolkestein, che prevede nuove gare dal riaffidare la gestione delle spiagge. Nelle spiagge del Golfo, in particolare, nessuno ha aderito ad una forma di protesta che si sarebbe dovuta concretizzare con l’apertura di ombrelloni e sdraio con due ore di ritardo. Sono state condivise le motivazioni della sciopero ma non le modalità, con la decisione di aprire – come detto – le attrezzature balneari due ore dopo.

“E’ stato un ‘flop’ lo sciopero dei balneari indetto per venerdì da alcuni sindacati di categoria, con adesioni al di sotto delle attese e organizzazioni totalmente divise sulla serrata”. Lo ha sostenuto il Codacons sottolineando “che il numero dei lidi che hanno chiuso nelle due ore di sciopero è stato inferiore alle aspettative, e la protesta non ha raggiunto i risultati sperati. A dire di Assobalneari “è prevalso il buon senso! Ci è sembrato illogico e irrazionale penalizzare i nostri clienti che hanno con noi un rapporto di fiducia, spesso costruito nel corso di molti anni. I dati parlano chiaro: oltre 3 italiani su 4 scelgono uno stabilimento balneare per le proprie vacanze al mare ma più di 4 milioni di italiani vorrebbero poter trovare posto in uno stabilimento nelle località balneari da loro frequentate ma non lo trovano perché c’è scarsità di offerta.

“La mappatura del Governo va difesa in Europa e dimostra come ci sia spazio per creare nuova imprenditoria e nuova occupazione senza sostituire le imprese attuali – ha aggiunto il sindacato di categoria – Se siamo ancora qui a condurre la nostra battaglia è grazie al sostegno che le 30.000 imprese del settore ricevono quotidianamente dai propri clienti in un momento così difficile e incerto”.

Di parere opposto sono stati il sindacato Italiano Balneari aderente a Fipe/Confcommercio e la Fiba-Confesercenti: “Abbiamo registrato una massiccia partecipazione in tutta Italia allo sciopero degli ombrelloni, oltre ogni aspettativa. Se da una parte – hanno spiegato le due organizzazioni di categoria – i nostri clienti non hanno subito nessun disagio, dall’altra hanno compreso i motivi della protesta manifestando il proprio supporto e la solidarietà, in quanto apprezzano la professionalità e la passione che mettiamo nel nostro lavoro, frutto di anni di esperienza. Hanno dimostrato di aver ben capito, infatti, che la situazione è drammatica e gli imprenditori balneari non hanno certezze per il proprio futuro. Anche i turisti stranieri sono rimasti colpiti da questa iniziativa e i motivi dello sciopero che intende difendere la tradizione di 30.000 imprese balneari italiane e il lavoro di 100.000 addetti diretti che superano il milione con l’indotto”.

Molti clienti – hanno riferito – lo hanno definito lo ‘sciopero gentile’. Tutto si è svolto in completa sicurezza e senza problemi di nessun genere. Nel corso della mobilitazione. poi, tutti gli altri molteplici servizi offerti dagli stabilimenti balneari, ‘fiore all’occhiello’ dell’offerta turistica italiana, sono stati garantiti”.

Siamo assolutamente decisi – hanno precisato il Sib e la Fiba – a difendere le nostre aziende e il nostro lavoro, a tutti i costi. I tempi di attendere sono finiti, così come la nostra pazienza. Abbiamo la forza e la perseveranza, oltre all’appoggio di tutta la categoria, per andare avanti fino ad avere regole certe che ci possano consentire di continuare a rappresentare un comparto d’eccellenza della nostra offerta turistica, invidiata e, soprattutto, copiata dagli altri Paesi. Diversamente il 2025 sarà ricordato come l’anno che ha decretato la fine del turismo nel Belpaese”.

Intanto il governo Meloni avrebbe deciso di adottare agli inizi di settembre un provvedimento per bloccare l’applicazione della direttiva Bolstein e le principali sigle di categoria hanno deciso di annullare le altre due agitazioni, come quella di venerdì, già calendarizzate per il 19 e 29 agosto. Ma nel ferragostano dibattito politico la polemica non è tardata a scoppiare.

Secondo il capogruppo del Partito Democratico nella commissione Ambiente della Camera Marco Simiani:””Lo sciopero massiccio dei balneari è la clamorosa conferma dell’incapacità di questo governo che solo ed esclusivamente per scopi elettorali ha illuso per anni intere categorie lasciandole adesso senza alcun indennizzo. Su questa catastrofe, che ha una sola responsabile e si chiama Giorgia Meloni, si è registrato venerdì soltanto l’imbarazzo dei tanti esponenti di destra che avevano cavalcato le proteste con toni populisti, ma che adesso si nascondono nell’assoluto silenzio”.

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