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Gaeta / Ex-autorità portuale del Lazio, la richiesta commissariamento dell’ex-sindaco Magliozzi

GAETA –  Sta cominciando a creare qualche motivo di imbarazzo nell’amministrazione comunale di Gaeta la lunga, velenosa e – secondo molti  inutile iniziativa dell’ex sindaco Massimo Magliozzi che, nella veste di delegato alla portualità, ha chiesto il commissariamento per “mala gestio” dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Tirreno centro – settentrionale. Questa presa di posizione di Magliozzi, formalizzata addirittura su carta intestata del comune di Gaeta, ha un destinatario bene preciso: l’attuale presidente dell’Authority del Lazio, il veneto Pino Musolino. I rapporti tra i due non sono mai stati facili ma la richiesta di commissariato dell’Adsp rischia di isolare, sul piano istituzionale, il comune di Gaeta rispetto alle future scelte, in termini di investimenti, che il network di Civitavecchia dovrebbe fare a favore del porto commerciale “Salvo D’Acquisto” e della città. Ma Magliozzi, mal consigliato o invitato da qualcuno (che ha deciso di rimanere nell’anonimato) a prendere carta e penna, sottolinea di aver valutato tutte le ragioni che l’hanno spinto a scrivere al Ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini alla luce del ruolo, davvero determinante, svolto quand’era sindaco per permettere l’ingresso del comune di Gaeta nell’ex Autorità portuale del Lazio.

Magliozzi sottolinea come la filiale cittadina soffra da tempo di una carenza di personale. Eppure la stessa Authority stabilì come tutte le entrate dei canoni demaniali e tasse portuali derivanti dalla circoscrizione di Gaeta, come di Fiumicino, avrebbero dovuto essere reinvestite sui territori. I rappresentanti delle imprese dei lavoratori portuali e delle associazioni di categoria, oltre che delle Amministrazioni comunali di Gaeta e Fiumicino, delle Provincie di Latina e di Roma, erano componenti dell’allora Comitato Portuale, organo di gestione dell’Autorità Portuale, e potevano adeguatamente rappresentare le istanze e le esigenze dei territori rappresentati.

“Difatti, nel corso degli anni sono stati realizzati interventi di riqualificazione di ampi tratti del compendio demaniale e del water-front cittadino di Gaeta e Fiumicino e realizzati importanti interventi infrastrutturali, in attuazione del vigente Piano regolatore del porto di Gaeta, con l’escavo dei fondali e la realizzazione di una nuova banchina e nuovi piazzali portuali”. Con la riforma del 2016 che rivoluzionò i sistemi portuali, l’Autorità Portuale di Civitavecchia, Fiumicino e Gaeta cambio nome e del comitato di gestione continuarono a far parte la Regione e i comuni di Roma di Civitavecchia ma vennero escluse le parti  sociali, le imprese lavoratori, le associazioni di categoria, la Provincia di Latina e i Comuni di Fiumicino e di Gaeta. Il Consigliere Magliozzi ha sempre contestato questa “discriminatoria scelta normativa” ai danni del comune di Gaeta ma, nonostante ciò e “grazie ad una maggiore attenzione e sensibilità e ad una continua interlocuzione interistituzionale, si sono realizzati ulteriori importanti interventi di recupero del water-front, con la demolizione di fatiscenti capannoni industriali, la riqualificazione del lungomare cittadino e della viabilità di accesso al porto ed alla città di Gaeta, e con il completamento dei lavori del porto commerciale si è assicurato l’ingresso di nuove imprese portuali di livello nazionale e internazionale con l’acquisizione di nuovi traffici in grado di generare nuovi e maggiori introiti per le casse dell’Ente portuale”.

L’avvento di Pino Musolino nel 2021 al posto dell’apprezzato avvocato romano Francesco Maria Di Majo, è considerata da Magliozzi una svolta negativa nella richiesta di commissariamento al Ministro Salvini: “Si è registrata una scarsa o nulla attenzione che, in assenza di una legittima rappresentanza istituzionale in seno al Comitato di Gestione, ha determinato una progressiva marginalizzazione del Porto di Gaeta e il completo abbandono di tutti i programmi e la progettualità precedentemente avviata, come la nuova
variante al Piano regolatore portuale di ampliamento a Nord del porto commerciale e la realizzazione di nuove infrastrutture da destinare alla cantieristica navale, il collegamento del porto con la linea ferroviaria, l’acquisizione delle aree retroportuali dismesse dall’Agip, il completamento della Banchina di Riva, la realizzazione della darsena per le unità navali della Guardia di Finanza e la riqualificazione del comparto della cantieristica navale in località Calegna-Piaja”.

Il delegato alla portualità del comune, contrariamente al diplomatico e politico silenzio dei sindaci Cosimino Mitrano e Cristian Leccese, arriva ora a denunciare “un completo immobilismo e disinteresse, la mancanza di qualsiasi progettualità e progettazione che hanno provocato l’esclusione del porto di Gaeta da qualsiasi finanziamento del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, con gravissimo danno e pregiudizio per l’economia locale e lo sviluppo e la crescita economica e occupazionale del territorio e dell’intero basso Lazio e delle Province di Latina e Frosinone, per le quali il Porto di Gaeta rappresenta il naturale sbocco e un potenziale volano di
crescita e sviluppo”. L’ex sindaco di Forza Italia di Gaeta è un fiume in pieno quando aggiunge come “l’attuale management dell’Autorità di Sistema Portuale, non solo abbia completamente abbandonato qualsiasi progetto di sviluppo per il porto di Gaeta, ma, ha posto in essere una sistematica azione penalizzante per lo scalo pontino privandolo di risorse finanziarie e umane mediante una riorganizzazione interna dell’Ente. Questa scelta è stata fortemente osteggiata e contestata e ha pesantemente penalizzato la sede di Gaeta, come quella di Fiumicino, ridotta a un mero presidio, e privata di qualsiasi autonomia e figura dirigenziale. Questa situazione è in contrasto con il richiamato protocollo di intesa e con la stessa Legge 84/94, che, contestualmente all’introduzione dei sistemi portuali e il restringimento della rappresentanza in seno al Comitato di Gestione, ha previsto quale forma di compensazione il decentramento amministrativo e la facoltà di istituire nei “porti minori” gli Uffici Territoriali Portuali e gli Uffici Amministrativi Decentrati con compiti e funzioni delegate previste dalla legge stessa”.

I vertici del comune di Gaeta non hanno mai utilizzato un tono così al vetriolo nei confronti del presidente Musolino, l’ex sindaco Magliozzi sì. E su sua iniziativa e del capogruppo consiliare della lista “Gaeta Tricolore-Fratelli d’Italia nelle ultime settimane il Consiglio regionale del Lazio ha approvato una mozione concernente la salvaguardia dei porti di Gaeta e Fiumicino: “Per me quella mozione è un vero e proprio atto di sfiducia nei confronti dell’attuale Presidente, dimostratosi inadeguato – scrive testualmente Magliozzi al Ministro Salvini – a ricoprire questo importante incarico. Ha palesato enormi limiti caratteriali e professionali che hanno determinato forti tensioni sociali con gli operatori e i stessi dipendenti, culminate con un clamoroso sciopero di cinque giorni e la paralisi di ogni attività, che non trova precedenti nella storia trentennale delle Autorità Portuali, e pesanti conflitti interistituzionali, con lo stesso Comitato di Gestione, Collegio dei Revisori dei Conti e Segretario Generale, sfociati in denunce alla Procura della Repubblica e della Corte dei Conti”. E Magliozzi fuori controllo ricorda come questa “inadeguatezza e limiti del resto si erano già palesati in occasione del precedente incarico ricoperto (dal presidente Musolino) presso il porto di Venezia, il cui mandato si concluse
anticipatamente per la mancata approvazione del bilancio dell’Ente, a causa di forti tensioni politiche e sociali con le istituzioni e il contesto locale. Solo grazie alla connivenza con il precedente Governo in un esercizio di diabolica perseveranza, veniva prima nominato commissario di sé stesso a Venezia e poi malauguratamente Presidente a Civitavecchia.

Tensioni e fallimenti che hanno determinato la sconfitta del centro destra alle ultime amministrative di Civitavecchia, per l’identificazione del candidato Sindaco (Massimiliano Grasso) con l’attuale Presidente dell’Ente portuale impegnato nel tentativo trasformista di accreditarsi agli occhi dell’attuale Governo”. La Regione Lazio con la mozione proposta dal consigliere di Fratelli d’Italia Enrico Tiero ed approvata a maggioranza si era impegnata a promuovere presso il Governo un’iniziativa legislativa di modifica della Legge 84/94 per assicurare la rappresentanza delle amministrazioni locali in seno al Comitato di Gestione delle Autorità di Sistema Portuale, anche per i porti che hanno fatto registrare nell’ultimo triennio un traffico commerciale superiore almeno a un milione di tonnellate merci, come nel caso dei porti di Fiumicino e Gaeta.

In più ha proposto di istituire, attraverso il rappresentante della Regione Lazio in seno al Comitato di Gestione dell’Autorità di Sistema Portuale, l’Ufficio Amministrativo Decentrato nei porti di Gaeta e Fiumicino con il ripristino delle
dotazioni organiche a suo tempo approvate oltre a vincolare l’Ente a reimpiegare nei porti di Fiumicino e Gaeta le risorse generate dai territori. Il delegato alla portualità del comune di Gaeta censura l’operato del presidente Musolino anche per quanto riguarda l’attività del porto di Civitavecchia che, “nonostante abbia beneficiato di ingenti finanziamenti. è ridotto ai minimi termini completamente in ginocchio, con i traffici ai minimi storici per l’inadeguatezza dell’attuale Presidente, incapace di pianificare alcuna valida alternativa all’imminente e ampiamente nota chiusura della centrale a carbone dell’Enel, e a causa di scelte fallimentari, come il prolungamento dell’antemurale, opera completamente inutile per finanziare la quale oltre a sperperare le risorse del Pnrr si è riversato sulle imprese e gli operatori portuali un enorme carico tributario, che ha spinto il porto di Civitavecchia completamente fuori dal mercato, con il triste primato di porto più caro d’Italia, dove per imbarcare una tonnellata di merce si pagano oltre tre euro di tasse all’Autorità Portuale”.

La lettera al Ministro delle Infrastrutture chiude col botto finale. Il commissariamento dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare
Tirreno centro-settentrionale è stato avanzato “in considerazione della pessima gestione dell’Ente portuale che rischia di compromettere pesantemente lo sviluppo del sistema portuale laziale, con grave danno e pregiudizio per l’economia locale e l’occupazione, alla luce delle gravi negligenze e limiti mostrati dall’attuale management”. Ma queste considerazione sono soltanto del “kamikaze” Massimo Magliozzi o le condividono anche Cosimino Mitrano ed il sindaco di Gaeta in carica Cristian Leccese? Un fatto è certo: la richiesta di commissariamento è contenuta – come detto – in una lettera su carta intesta del comune.

Quando la forma vale più della sostanza. O almeno

 

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