LENOLA – Ventitré capi d’imputazione. Emergono nuovi e clamorosi dettagli dalla voluminosa e clamorosa ordinanza di custodia cautelare che, richiesta dal sostituto procuratore Valentina Giammaria ed emessa dal Gip del Tribunale di Latina Giuseppe Molfese, è stata notificata all’alba di sabato dai Carabinieri della Compagnia di Terracina nei confronti di Vincenzo Zizzo, di 42 anni (ora in carcere), di Pasquale Spirito, di 49 anni con l’accusa dell’attentato incendiario compiuto il 25 novembre 2023 ai danni dell’utilitaria, un Citroen C/3, del sindaco di Lenola Fernando Magnafico. Ora il primo cittadino del centro ausonio ha deciso di commentare l’inchiesta dei Carabinieri che ha smascherato, oltre alle presunte responsabilità dell’incendio che incenerì l’auto parcheggiata nella contrada Valle Bernardo, un giro di illegalità e di soprusi che si stavano perpetrando nella comunità di Lenola
Sindaco Magnafico, come si sente? Sollevato o cosa?
Questi arresti non mi rallegrano per niente. Sono soltanto dispiaciuto perché le indagini hanno messo in risalto comportamenti illeciti, sempre se saranno verificati dal processo che sarà celebrato, portati avanti da due lenolesi figli di altrettante famiglie laboriose che hanno rappresentato sempre una buona immagine di una certa imprenditoria del mio paese.
Secondo lei, cosa potrebbe essere successo? Le carte dell’inchiesta dicono che lei è stato un argine ad una cultura dell’illegalità che si stava impossessando di Lenola. Come replica?
In un paese come il mio tutti conoscono tutti e non riesco a capire cosa abbia convinto i due indagati a decidere di percorrere altre strade a differenza di quelle intraprese dai rispettivi genitori. Quando ho visto che due imprenditori, inizialmente molto bravi ed apprezzati, hanno preferito abbracciare la cultura dell’illegalità e della sopraffazione ho deciso che come capo dell’amministrazione dovevo dare il mio contributo, anche se piccolo”
Ha pensato mai di pentirsi della scelta di ‘dare una mano’ agli inquirenti?
Ma sta scherzando? I Carabinieri li devo ringraziare per quello che hanno fatto per me, per la mia famiglia e per il mio paese dal minuto dopo che il Maggiore Saverio Loiacono (apprezzato comandante della Compagnia di Terracina dell’Arma) mi sveglio nella notte del 25 novembre 2023 e mi disse di stare tranquillo. Gli inquirenti sono stati impeccabili e generosi. Non mi hanno fatto mai perdere il loro sostegno insieme alla dottoressa Giammaria e all’ex Prefetto di Latina Maurizio Falco. Mi dissero che l’incendio alla mia auto era un atto di sfida ad un rappresentante dello Stato e, di conseguenza, decisi che dovevo offrire il mio contributo allo svolgimento delle indagini che sono state lunghe ma certosine.
Sindaco, l’ordinanza del Gip Molfese smaschera le presunte responsabilità non solo per l’incendio alla sua C3 ma anche per un particolare furto che sarebbe collegato all’attentato che, secondo i Carabinieri, sarebbe stato compiuto per vendetta, per ritorsione. Giusta questa lettura dell’ordinanza del Gip Molfese?
Zizzo fu sorpreso dai Carabinieri Forestali a tagliare della legna in un terreno che, attiguo al suo, era stato espropriato dal comune di Lenola per realizzare l’ampliamento del nostro cimitero. Su questo episodio non ho personalmente firmato alcuna denuncia ma non mi pento di aver chiesto l’intervento dei Forestali che sorpreso Zizzo con della legna che in quel momento stava rubando. Lo sa perché. Quel taglio, mai autorizzato, ci sarebbe dovuto essere solo nel momento dell’inizio dei lavori di potenziamento del nostro camposanto. E poi quella legna doveva essere trattenuta dai proprietari degli stessi terreni espropriati secondo uno schema di convenzione che io come sindaco dovevo e far rispettare.
Ma non pensa che queste vicende si verificano in piccole comunità come la sua. Forse è stato troppo zelante?
Assolutamente no. Ho cercato di far rispettare un piccolo ma grande esempio di legalità. A Lenola si dice che se una persona se si prende illegalmente un dito conquista l’intera mano. Non so se sono stato chiaro ma penso di sì…
Sindaco Magnafico, tra i 23 capi di imputazione molti riguardano micro episodi di spaccio. Le carte dicono che lei ad un certo punto si è definito molto preoccupato. E’ vero?
Lo ammetto questo fenomeno promosso da uno dei due indagati mi ha turbato e preoccupato a lungo. Queste preoccupazioni me le hanno trasmesso i genitori di tanti adolescenti e giovani di Lenola. Lì, ho deciso che lo Stato che rappresento doveva mobilitarsi per non avere scrupoli di coscienza o motivi di pentimento.
Ha temuto, infine, che l’inchiesta, vasta e molteplice, finisse su un binario morto?
Mai. I Carabinieri mi hanno trasmesso un messaggio di grande ed infinita serenità. Il Maggiore Loiacono ha coordinato un’attività di intelligence di grandissima professionalità e abnegazione. Quando mi chiedeva di attendere e lo faceva con un rassicurante sorriso, ho deciso di fare altrettanto. Ripeto però: non sono contento per gli arresti, ma soltanto dispiaciuto e rammaricato per quello che doveva essere e non è stato.
Zizzo e Spirito, entrambi difesi dall’avvocato Giulio Mastrobattista, sono indagati, a vario titolo , per minaccia aggravata e danneggiamento seguito da incendio, detenzione e spaccio di ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti, in particolare hashish e cocaina, estorsione e detenzione e porto illegale di armi. Sono stati arrestati dai Carabinieri della Compagnia di Terracina e della Stazione di Lenola con il supporto dall’alto di un elicottero del nucleo di Pratica di mare e di alcune unità cinofile del nucleo di Roma- Ponte Galeria.
“I miei assistiti sono pronti a ribadire la loro estraneità a numerosi capi di imputazione ipotizzati dalla dottoressa Giammaria” – ha commentato l’avvocato Giulio Mastrobattista. Il penalista ha confermato che Zizzo e Spirito risponderanno alle domande del Gip Molfese in occasione dell’interrogatorio di garanzia che è in programma per domani, lunedì 12 agosto.