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Gaeta / Paralisi del porto commerciale, operatori critici e sul piede di guerra…

GAETA – Il rallentamento della movimentazione delle merci sulle banchine del porto commerciale di Gaeta nel primo semestre 2024 era prevedibile ma l’operato dell’Autorità di sistema portuale del Mar Tirreno Centro settentrionale nei confronti dell’hub gaetano comincia a creare qualche perplessità non solo nella politica cittadina ma anche nello stesso mondo imprenditoriale, locale e non, che gravita attorno al “Salvo D’Acquisto”. Se il potenziamento infrastrutturale, viario e della mobilità legato al porto commerciale è rimasta una promessa non mantenuta (anche se il presidente dell’Adsp Pino Musolino ha sempre chiarito che “le strade e le ferrovie non posso finanziarle e realizzarle io ma lo Stato e la Regione), i mugugni cominciano a serpeggiare a Gaeta relativamente ad un blocco inerente la realizzazione di investimenti finanziati dai fondi previsti dal Piano nazionale di ripresa e di resilienza.

E gli operatori portuali di Gaeta, che al momento hanno deciso di “attendere gli eventi”, sono delusi e rassegnati soprattutto per un dato che definiscono “sconfortante”: l’ex Autorità portuale sta investendo per il porto commerciale di Civitavecchia un miliardo di euro stanziati dal Pnrr mentre a Gaeta “zero carbonella. L’Europa ha definito obbligatoria l’elettrificazione delle banchine del porto commerciale e non è stata prevista neanche quella quando sarebbe un ridurre morale” – ha detto un importante imprenditore leader nell’import ed export delle merci per ridurre l’inquinamento ambientale – “Le navi potrebbero avere i motori spenti e le nostra gru elettriche, costante 4milioni di euro, potrebbero finalmente non usare più gasolio ed altri carburanti”. La rassegnazione del cor businnes portuale di Gaeta scaturisce anche da un altro dato contradditorio: lo scalo di Civitavecchia ha raggiunto il record di tre milioni e mezzo di passeggeri e crocieristi mentre il porto di Gaeta ha subito un -30% di traffici.

Se al 30 giugno 2023 erano state movimentate complessivamente 973.531 tonnellate di merci, allo stesso giorno di quest’anno sono state 943.967 pari. Ha pesato il crollo della movimentazione delle merci liquide (prodotti raffinati, carburanti e fertilizzanti) passata dalle 621.930 tonnellate del primo semestre 2023 alle 508.327 tonnellate di quest’anno (-118.603 pari al  -18,3%). I dati potevano essere ancora peggiori se non ci fosse stato l’apporto, in aumento, di alcune contestate rinfuse solide (minerali grezzi, derrate alimentari, cemento, calci e carbone) passate dalle 332.489 tonnellate del primo semestre 2023 alle 396.505 di quest’anno e dalla movimentazione dai cosiddetti colli, passata dalle 19.112 tonnellate di un anno fa alle 39.135 tonnellate del.30 giugno scorso, un +104,8% (+20.023 tonnellate). I dati del porto commerciale di Gaeta hanno subito un blocco anche per l’eutanasia di quel segmento di movimentazione legato all’arrivo (dalla Cina) e dalla partenza dei containers, un mercato effervescente presso altri scali del meridione d’Italia ma che ha dovuto scontare, in occasioni dell’arrivo dei primi carchi dall’estremo Oriente, i datati, annosi ed irrisolti ritardi infrastrutturali esistenti sul territorio del sud pontino che condizionano, giocoforza, l’attività dello stesso “Salvo D’Acquisto”.

Anche il tanto reclamizzato crocierismo a Gaeta ha conosciuto una stasi che si trascina prim’ancora che scoppiasse la pandemia. Sulle banchine del “Salvo D’acquisto” il 30 giugno 2024 erano transitati la miseria di 581 passeggeri a fronte dei 766 al termine del primo semestre 2023, questo -24,2% diventa un -47,3% rispetto ai crocieristi che a Gaeta sono arrivati ma hanno avuto la possibilità (per la solita e scarsa programmazione nonostante le vuote promesse elettorali) di fermarsi…

E di occasioni se ne sono perse altre nei primi sei mesi del 2024. Le aziende del quadrante meridionale del Lazio sono state costrette a rifugiarsi nei porti campani, già saturi, di Napoli e di Salerno, con un aggravio di costi e di inquinamento indotto per il trasferimento delle merci. E a perderci, a causa del blocco dello scalo commerciale di Gaeta, sono state, per quanto possa apparire paradossale e lontano, anche le casse della regione Lazio. Nel 2023 – secondo alcune stime ufficiose – ha perso introiti di tasse ed IVA per oltre 50milioni di euro dal momento che le merci sono state sbarcate a Napoli e Salerno. Va da sè che gli operatori si dicano  preoccupanti per “questo lento ed inesorabile declino che sta passando, ad eccezione di qualcuno, nel disinteresse totale della politica cittadina e del Golfo”.

Questo “qualcuno” a cui fa riferimento Di Sarno è l’ex sindaco di Gaeta, l’attuale delegato alla portualità Massimo Magliozzi. Mentre i vertici dell’amministrazione comunale hanno deciso di giocare a nascondino e di far fare, Magliozzi ha commentato con un eloquente “lo sapevo” il preoccupante report dell’Adsp per quanto riguarda il primo sempre 2024 per il Salvo D’Acquisto. Nei giorni scorsi aveva chiesto al Ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini di commissariare il presidente Musolino e, dopo questa sortita ferragostana, ha annunciato che riprenderà questa battaglia “agli inizi di settembre perché il management dell’Adsp sta facendo danni non solo per il porto di Gaeta ma anche per quello più importante di Civitavecchia”.

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