VENTOTENE – Udendo quel tremore improvviso ed il polverone che ne è seguito il pensiero di molti diportisti che conoscono la datata ed irrisolta fragilità idrogeologica del periplo di Ventotene è finito inevitabilmente al 20 aprile 2010 quando due studentesse romane di 14 anni, frequentanti la scuola media di Morena, Sara Basso e Francesca Colonnello, morirono travolte da un paio di metri cubi di costone tufaceo staccatosi sulla spiaggia di Cala Rossano. Solo per una mera e fortunosa coincidenza non ha avuto lo stesso epilogo tragico quanto verificatosi il pomeriggio di ferragosto nei pressi del “Moggio di Terra”, in località “Paratella” a Ventotene. Si è staccata una porzione consistente di falesia in una baia che, fortunatamente interdetta alla balneazione, è luogo di ritrovo e di raduno di un imbarcazioni da diporto.
Alcuni degli occupanti, intenti a fotografare e a filmare uno degli scorci più suggestivi e unico della seconda isola pontina, hanno ripreso in diretta l’evento franoso il cui video è diventato subito virale sui social. Scattato subito l’allarme da parte di alcuni diportisti, del crollo si sono occupati con mirati accertamenti in mare gli agenti della locale Guardia Costiera e a terra i Carabinieri della locale stazione che hanno chiuso e messo in sicurezza nella zona sovrastante il caratteristico Belvedere.
Che questo sia stato l’ennesimo segnale che ha lanciato l’isola “è stato l’ex sindaco di Ventotene e ora capogruppo di opposizione Gerardo Santomauro. Ha chiamato in causa, censurando apertamente il suo operato in tema di messa in sicurezza e lotta all'”inarrestabile” fenomeno del dissesto idrogeologico della linea di costa, l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Carmine Caputo.
“La messa in sicurezza dovrebbe essere una priorità e non perseguita in modo episodico -ha commentato il dottor Santomauro – E’ necessario un programma pluriennale e mirato di opere e di investimenti“.
https://youtube.com/shorts/q_W0dgPFSiM