SUD PONTINO – A distanza di due mesi dal suo pronunciamento la quarta sezione del Consiglio di Stato ha pubblicato la sentenza, da noi riportata il 17 giugno scorso, con cui è stato confermato il pronunciamento del 23 novembre scorso del Tar del Lazio – sezione di Latina che, a sua volta, aveva legittimato la scelta della municipalizzata “Futuro Rifiuti Zero” di trasferire i rifiuti indifferenziati dai comuni di Formia e Ventotene per il loro smaltimento presso l’impianto Tmb della Saf a Colfelice, in provincia di Frosinone. I giudici di Palazzo Spada – presidente Vincenzo Neri, consiglieri Francesco Gambato Spisani, Giuseppe Rotondo e Rosario Carrano e giudice estensore Luigi Furno – hanno reso noto la decisione della discussione del ricorso che, promosso dal Csa di Castelforte, era stata effettuata nella giornata del 13 giugno.
Al Consiglio di Stato si era rivolto il Centro Servizi Ambientali che, assistito dall’avvocato Gianluca Sasso, aveva impugnato la sentenza sfavorevole dello scorso autunno del Tar che – come detto – aveva legittimato la decisione della municipalizzata dei comuni di Formia e Ventotene di far smaltire i propri rifiuti in un centro dotato del trattamento meccanico biologico contrariamente a quanto avveniva all’epoca presso l’impianto, avente il suo carattere di trattamento meccanico, del Csa in via Viaro a Castelforte. L’amministratore unico della Frz Raffaele Rizzo ha sottoscritto nel corso del tempo tre determine dirigenziali con cui aveva incaricato di svolgere questo servizio la Saf di Colfelice dal maggio 2023 al 31 dicembre 2024. Il ricorso del Csa al Consiglio di Stato ha visto coinvolte la stessa Frz (costituitasi dall’avvocato Vittorina Teofilatto), la Regione Lazio (avvocato Teresa Chieppa) e la Saf (avvocato Pasquale Cristiano). I giudici del secondo grado della magistratura amministrativa hanno confermato il pronunciamento dello scorso autunno del Tar allorquando scrivono …”non emergono elementi sufficienti per discostarsi dall’assetto cautelare definito dal Tar nell’ordinanza impugnata….Nel bilanciamento dei contrapposti interessi appare prioritario – ha puntualizzato il presidente Furno nella sua ordinanza -. Quello teso alla salvaguardia dell’interesse pubblico a garantire la continuità del trattamento meccanico e biologico dei rifiuti indifferenziati nei comuni di Formia e Ventotene”.
Era scontato che il Consiglio di Stato arrivasse a questa conclusione nelle quindici pagine del suo provvedimento e ne ha approfittato di nuovo, a distanza di due mesi, l’amministratore unico Raffaele Rizzo per ribadire legittimamente la “correttezza, sotto tutti i profili, della decisione assunta a suo tempo dalla Frz”. Rizzo ha sottoscritto una nota in cui ha evidenziato uno scarso feeling con i cronisti, soprattutto con coloro che doverosamente riportano il parere di quei consiglieri comunali di opposzione al comune di Formia che la pensano diversamente da lui sull’operato della Frz: “Con questa sentenza – scrive testualmente Rizzo – è stata posta la parola fine non solo al giudizio ma anche alla vergognosa campagna mediatica portata avanti da alcuni giornali e giornalisti locali contro la Frz ed il suo amministratore unico, avversando sia in tutti i modi la decisione assunta dalla società sia sottacendo (cosa che non è assolutamente vera) tutti i buoni risultati ottenuti dalla Frz nella gestione dei rifiuti”.
Rizzo poi per compiacere a chi l’ha nominato ha voluto “ringraziare il sindaco di Formia Gianluca Taddeo, la Giunta e i consiglieri comunali che hanno sostenuto la Frz (ci sono altri che la sostengono diversamente e forse più efficacemente) e l’avvocato Vittorina Teofilatto che, lavorando in silenzio ed in maniera proficua, ne ha difeso (grazie a meritorie parcelle professionali) le ragioni”. Rizzo è chiaro quando ripete come la Frz “da anni abbia fatto trattare al Csa il rifiuto indifferenziato senza alcun titolo idoneo. Il contratto gli era scaduto da molti anni (e dunque non poteva pretendere a reviviscenza del contratto) e non poteva nemmeno pretendere l’affidamento ex novo non avendo un impianto dotato di biocelle”.
Un fatto è certo a differenza di quanto scrive Rizzo: l’ordinanza di Palazzo Spada non ha chiuso questa partita tra la “Frz” ed il Centro servizi ambientali ma, indirettamente, la riapre completamente. Nel giorno della discussione davanti il Consiglio di Stato del ricorso dell’avvocato Sasso il 13 giugno scorso sul bollettino ufficiale della Regione Lazio è stata pubblicata la determina del dirigente del settore Ambiente che ha autorizzato, dopo un via libera dello scorso agosto, il Centro servizi ambientali a smaltire gli indifferenziati dei comuni convenzionati con il sistema del trattamento meccanico e biologico. Ma nel comunicato stampa di giovedì Rizzo non ne fa (ancora ed assolutamente) cenno. Ricorda che il Consiglio di Stato nella sentenza numero 7209/2024 del 13 giugno scorso e pubblicata il 22 agosto ha confermato la correttezza della decisione della Frz di non conferire gli indifferenziati al Csa in quanto – e lo ripete ancora – “solo di un impianto Tm in coerenza con i principi della sentenza della Corte di Giustizia Europea del 15 ottobre scorso”. Ma c’è di più .
Il Consiglio di Stato ha fatto salva la decisione dell’amministratore unico Rizzo di trasferire sino al 31 dicembre prossimo gli indifferenziati di Formia e Ventotene a 120 chilometri distanza piuttosto che a 20 del sito industriale di Castelforte. Ma ha rilanciato un altro quesito su cui il dottor Rizzo decide ancora di sorvolare: la “Frz” dopo la promozione della Regione Lazio dell’impianto della famiglia Giuliano-Ambroselli potrà continuare a non rispettare la legge regionale di prossimità che obbliga i comuni e le società del settore a servirsi degli impianti (autorizzati) più vicini ai luoghi in cui vengono prodotti i rifiuti? E cosa succederà dal 1 gennaio 2025 quando la società municipalizzata dei comuni di Formia e Ventotene avrà a disposizione un impianto legittimato ad operare con il Tmb?
Il capogruppo d’opposizione della lista “Guardare Oltre” Imma Arnone lo scorso giugno, pubblicando la determina regionale che assegnava il Tmb al Csa di Castelforte, aveva chiesto l’intervento dell’assessore ai rapporti con la “Frz” Fabio Papa rimarcando come, invece, non sia riunisca da anni ormai il controllo analogo del comune di Formia (dovrebbe essere insediato e coordinato dalla segretaria comunale e responsabile dell’anti corruzione dell’ente Marina Saccoccia) e la stessa società municipalizzata non esaudisca le varie richieste di accesso.
“E cosa ha fatto l’assessore Papa? – si era interrogato il capogruppo Arnone – Ha pubblicato sulla sua pagina social l’ordinanza del Consiglio di Stato. Mi aspettavo che invece dicesse qualcosa sulla mancata convocazione del controllo analogo. L’amministratore Rizzo gestisce la società in maniera unilaterale senza alcuna forma di vigilanza. Se ci fosse stata, l’ultima proroga alla Saf di Colfelice non sarebbe stata estesa al 31 dicembre 2024 e avrebbe avuto semmai una durata di sei mesi. E’ previsto un aggravio dei costi, ai diversi locali, e a sostenerli saranno i contribuenti formiani. Su questo aspetto l’assessore Papa ma anche l’amministratore Rizzo non mi continuano a rispondere”. Purtroppo.