FORMIA – Sono emersi nuovi e clamorosi dettagli che hanno provocato nella serata l’incendio che ha distrutto quello che è stato per diversi anni (ufficialmente ora non lo era più) il deposito giudiziario dell’Aci a Formia. A renderli noti ai Carabinieri della Compagnia di Formia è stato lo storico gestore della struttura Andrea Poccia che ha confermato nella giornata di venerdì quanto era già emerso giovedì sera durante le fasi dello spegnimento delle fiamme cui avevano partecipato, “in maniera davvero determinante” – ha detto l’imprenditore, i vigili del Fuoco di Gaeta e i volontari del Gruppo di Protezione civile Ver sud pontino di Formia.
Il rogo, che in uno spazio abbastanza ristretto ha incenerito otto auto di privati cittadini sequestrate da anni e lasciate in sosta in questo abbandonato podere di campagna, è arrivato dall’esterno dell’ex deposito Aci.
Le fiamme erano state appiccate in maniera dolosa in un terreno che, trovandosi in una situazione di completo abbandono e degrado, costeggia la riva destra del Rio Santa Croce. “Quanto temevo da tempo si è verificato l’altra sera – ha commentato Andrea Poccia – La situazione degli argini del corso d’acqua versa in un colpevole stato di incuria e purtroppo le fiamme a causa di questa situazione hanno trovato facile esca per ‘attaccare’ l’area dell’ex deposito dove erano parcheggiate auto per la cui demolizione definitiva, in considerazione del sequestro amministrativo ancora pendente, le procedure sono state nel corso del tempo assai complicate. La fortuna è che il danno subito è di lieve entità. Poteva essere essere maggiore se il deposito fosse stato operativo come un tempo”.
Che la causa dell’incendio sia stata esterna all’ex deposito dell’Aci l’hanno ribadito gli stessi Carabinieri della Compagnia di Formia che per lasciare nulla di intentato stanno esaminando il contenuto del sistema di video sorveglianza dell’ex-deposito Aci e dell’intera zona di Santa Croce, anche quella sul versante di Scauri.
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