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Ventotene / Un mezzo della Riserva marina per trasportare l’uva per un ex-assessore, è polemica

VENTOTENE – Una foto, diventata virale, sta vivacizzando e soprattutto, avvelenando la coda, sempre un po’ malinconica, dell’estate 2024 a Ventotene. E’ stata scattata nei giorni scorsi nella parte alta, quella più agricola, della seconda isola pontina dove vedere un turista è davvero un fatto episodico. Ora è al centro di un’imbarazzante verifica tecnico-amministrativa promossa dalla Riserva marina di Ventotene e di Santo Stefano. E’ stata sollecitata con il coltello tra i denti dal pugnace consigliere di opposizione ed ex assessore al bilancio della Giunta Santomauro, Pasquale Bernardo. L’ha chiesto l’intervento del Direttore della Riserva Antonio Romano dopo aver ingrandito la portiera del lato conducente di un furgone che, a marcia indietro, aveva un carico tutt’altro che compatibile con le attività istituzionali dell’ente: cassette di plastica contenente uva da vino.

Il dottor Bernardo prima di scrivere a Romano si è fatto aiutare da un consulente informatico per evitare di incappare nell’errore ma l’ingrandimento della foto ha fugato tutti i suoi dubbi: la portiera anteriore sinistra di quel furgoncino, alla guida c’era un uomo di mezz’età, recava il simbolo e la scritta della Riserva e dell’area marina protetta di Ventotene e Santo Stefano. Il consigliere Bernardo lo sa per primo l’entità del carico ed il suo destinatario – uva raccolta nel suo podere di campagna da un influente e potente ex amministratore dell’isola per effettuare (con quale settimana d’anticipo) la vendemmia 2024 – ma non ha naturalmente gradito che a trasportarla nella cantina che rievoca gesti tragici nella recente storia di Ventotene fosse un mezzo di un ente controllato dal Comune.

“Caro direttore, i beni pubblici vanno usati e fatti utilizzare da chi ne ha la responsabilità solo per scopi istituzionali e non a fini privati. Occorre rigore nell’uso dei mezzi di proprietà comunale” – è stato l’incipit iniziale della comunicazione di Bernardo e Romano che, forse, in una buona fede, ha ignorato di cose parlasse l’ex assessore al bilancio: “Di quali mezzi comunali mi stai riferendo?”. “Quelli con il logo area marina…Cosa mi dici al riguardo?” sono stati altri interrogativi che ha posto il consigliere comunale d’opposizione a cui ha fatto ancora da contraltare la risposta imbarazzante di Romano: “Non so chi stesse usando in quel momento l’automezzo assegnato temporaneamente alla cooperativa di servizi. Grazie per la segnalazione provvederò ad informare il Sindaco per i dovuti provvedimenti”.

Legittima a questo punto è stata un’altra domanda posta al Direttore della riserva marina: chi fosse questa cooperativa. E la risposta non poteva essere diversa. La cooperativa in questione si chiama “Ventotene multiservizi”, un po’ la ‘longa manus’ della Riserva. Il consigliere Bernardo al momento, dopo il doveroso “Grazie ancora per la segnalazione…” – ha deciso di non fare nulla. Aspetta di conoscere l’esistenza di eventuali provvedimenti amministrativi circa l’utilizzo di quel furgone adibito al trasporto di uva da vendemmia a “gratuito servizio” di un privato, di professione imprenditore nel settore diportistico, con un passato autorevole in diverse Giunte che si sono succedute nel palazzo di piazza Castello: “Direttore Romano – ha aggiunto il consigliere Bernardo – mi faccia sapere cosa realmente sapere. Ti dico soltanto che la Multiservizi e’ beneficiaria di alcune tue numerose determine di affidamento già all’attenzione. L’isola è piccola e la gente mormora…”.

L’interlocuzione tra il direttore Romano e lo zelante consigliere di minoranza Bernardo è terminata di fatto con la buonafede nel rispondere attribuita dal Dirigente della Riserva marina di Ventotene e di Santo Stefano che, alla luce delle informazioni e delle foto ricevute, non ha potuto fare altro che “ringraziare per la collaborazione”. Ma a Bernardo questo non basta: “Il direttore Romano mi è apparso in buonafede ma ora mi attendo provvedimenti seri di denuncia per quanto gravemente avvenuto – ha concluso il Consigliere comunale della lista di minoranza di “Buona Onda” – L’ipotesi di reato è il peculato ma, al di là della situazione specifica, è grave che beni strumentali di istituzioni pubbliche vengano arbitrariamente utilizzati da privati, anche se influenti nel sistema di potere che vige a Ventotene, per produrre un vino che mi dicono essere neppure di eccelsa qualità”.

Quando volano gli stracci…

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