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Latina / “Shaw 150 di Antonio Pennacchi”, lo spettacolo nella piazzetta del quartiere Nicolosi

LATINA – Nella piazzetta del quartiere Nicolosi, a Latina, andrà in scena – il prossimo venerdì 6 settembre alle 21, con ingresso libero –  lon spettacolo dal titolo “Shaw 150 di Antonio Pennacchi”. Si tratta di una “mise en espace” tratta dalla raccolta di racconti del maggiore scrittore dell’agro pontino; con Clemente Pernarella, Melania Maccaferri; musiche eseguite dal vivo da Roberto D’Erme e Massimo Gentile.
@tNICOLOSI è un progetto di SpazioCulturaleNicolosi in collaborazione con Lestra, Teatro Ragazzi, Angolo di Chirone e Città Domani, con il patrocinio di Regione Lazio, Comune di Latina, Ater della Provincia di Latina e Fondazione Roma.
Dalle 20 la piazzetta Nicolosi sarà animata dalle associazioni locali per un “aperipanino” a sottoscrizione. Un momento conviviale per sostenere l’impegno per la riqualificazione sociale e culturale del quartiere.
“Tra le cose condivise con Antonio Pennacchi ci fu la scelta del titolo di questa raccolta di racconti. Inizialmente avrebbe dovuto chiamarsi solo “Storie di fabbrica e altri racconti, poi venne fuori Shaw 150.  A partire da Mammut, il primo romanzo di Pennacchi, compare questo nome affascinante e suggestivo. Shaw è il nome di una cosa, presumibilmente un macchinario, che viene utilizzato in fabbrica. Ma cos’è lo Shaw, a cosa serve, come funziona, quando Pennacchi dice: mentre era sullo Shaw cosa intende, com’è il luogo di cui parla. Ecco per me lo Shaw ha sempre rappresentato un mistero, una cosa sconosciuta di un mondo altrettanto sconosciuto che in Pennacchi diviene mitologico. Il mondo che Pennacchi ha sempre avuto caro: la fabbrica, uno spazio metafisico, notturno dove si incrociano Dante Alighieri e Eugenio Facchetti, Bruno Lauzi e Benito Mussolini evocati da un manipolo di operai che solo all’interno di quelle mura e di quello spazio, tra strani macchinari come lo Shaw 150 parlano, di politica, di sport, dei fatti loro. Raccontano”- spiega il regista Clemente Pernarella.
Ed ancora: “In quel luogo però dove strani elementi chimici si “mescolano” dopo essere stati liquefatti e dosati in percentuali che devono essere perfette c’è qualcuno che raccoglie le parole dette, che ferma i personaggi incontrati, che usa le storie, le ‘mescola’ e produce un lungo cavo fatto per contenere, per proteggere e per legare attraverso la favola tanta gente arrivata in quella fabbrica ed in questa terra da tante parti diverse, lontane e sparse sul pianeta. Entrare nei racconti di Pennacchi è come entrare nella sala macchine di una nave o nel laboratorio di un orafo o di un fornaio, avere accesso al luogo senza il quale non esisterebbe nulla”.
Ogni racconto rappresenterebbe un punto di partenza per un’opera più vasta e spesso è Pennacchi stesso ad avvertire che alcuni dei materiali sono stati utilizzati o sarebbero stati, o avrebbero dovuto essere utilizzati per costruire altri edifici letterari. Costruzioni che hanno visto la luce a volte e a volte invece sono rimasti lì, all’ombra dello Shaw. La musica, in particolare la canzone, come in tutta l’opera di Pennacchi, lungi dall’essere sfondo o accompagnamento è elemento della “mescola”, arriva da una radiolina, viene canticchiata da qualcuno, ritorna in mente all’improvviso mentre si lavora o si passeggia e quando arriva ferma il tempo, rende eterno l’istante in un momento che non è più presente o passato, non ha più una dimensione fisica, è un tempo mentale, una fotografia impressa sulla lastra della memoria destinata a durare e parlare per sempre” – conclude.

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