Cronaca

Frosinone / Disordini e rivolte nel carcere “G. Pagliei”, muore un detenuto 62enne

FROSINONE – Un detenuto di 62 anni è morto lunedì nel carcere di Frosinone dove subito dopo sono scoppiati alcuni disordini. Lo ha rivelato Massimo Costantino, segretario generale Fns Cisl Lazio. I detenuti hanno rotto vetri e hanno allagato gli ambienti tanto che “si è reso necessario l’intervento del gruppo di intervento e solo in serata è stata ripristinato l’ordine e la sicurezza dell’istituto”.

Dei 38 agenti assegnati di polizia penitenziaria da interpello ne sono arrivati solo 20”. La Fns Cisl Lazio ha evidenziato la gravissima situazione della carenza di personale di Polizia Penitenziaria in ambito regionale che è di 652 unità mentre alla Casa circondariale di Frosinone è di 27 secondo il Dap “ma effettivamente ne mancano 100 e il tasso di sovraffollamento è al 127%” ha rincarato la dose Costantino. La Fns Cisl Lazio si dice “fortemente preoccupata per quanto si sta verificando nelle carceri della Regione” e il segretario Generale Enrico Coppotelli e Costantino ribadiscono la “necessità di intervenire sulla gestione dei detenuti con problemi psichiatrici e quelli legati alla mancanza di posti nelle Rems e della gestione degli stessi da parte da della polizia penitenziaria”.

“Nelle carceri italiane e del distretto laziale in particolare serve, forte ed evidente, la presenza dello Stato, che non può tollerare questa diffusa impunità, e servono provvedimenti urgenti ed efficaci” – ha scritto in una nota il segretario generale del Sindacato autonomo polizia penitenziaria (Sappe) Donato Capece. Ha fatto appello ai Sottosegretari alla Giustizia Andrea Delmastro ed Andrea Ostellari per un incontro urgente: “Per ristabilire ordine e sicurezza, attuando davvero quella tolleranza zero verso quei detenuti violenti che, anche in carcere, sono convinti di poter continuare a delinquere nella impunità assoluta!”.

Ad offrire ulteriori e preoccupanti dettagli sull’episodio di lunedì sera è stato Maurizio Somma, segretario per il Lazio del Sappe: “4 o 5 detenuti della Quinta Sezione, in stato psichico visibilmente alterato e senza una concreta motivazione, hanno praticamente devastato l’intera sezione. Hanno rotto le telecamere, i vetri blindati del corpo di guardia e il vetro della porta blindata di ingresso, tutte le luci del corridoio, hanno allagato la sezione utilizzando gli idranti e hanno tentato di sottrarre le chiavi al collega minacciando con dei punteruoli rudimentali. Solo grazie alla prontezza di riflessi il collega è riuscito a mettersi in salvo abbandonando la sezione”.

I detenuti in rivolta sarebbero arrivati fino a sotto l’ingresso ai reparti “portando le manichette degli idranti e allagando anche le scale e il corridoio del piano inferiore tanto da rendere impossibile, per ragioni di sicurezza ed incolumità personale, anche la somministrazione della terapia farmacologica serale anche in altre sezioni adiacenti alla loro”. Anche dopo l’intervento del direttore e del Comandante della Polizia Penitenziaria, che sono saliti in sezione ad ascoltare le loro richieste, tre di loro si sono rifiutati di rientrare in stanza e hanno continuato a protestare violentemente fino a tarda notte”.

“La situazione penitenziaria è sempre più critica – ribadisce aggiungendo il Segretario Generale del Sappe, Donato Capece – Sono decenni che chiediamo l’espulsione dei detenuti stranieri, un terzo degli attuali presenti in Italia, per fare scontare loro, nelle loro carceri, le pene come anche prevedere la riapertura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari dove mettere i detenuti con problemi psichiatrici, sempre più numerosi, oggi presenti nel circuito detentivo ordinario. Ma – ha concluso – servono anche più tecnologia e più investimenti: la situazione resta allarmante, anche se gli uomini e le donne della Polizia Penitenziaria garantiscono ordine e sicurezza pur a fronte di condizioni di lavoro particolarmente stressanti e gravose”.

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