FORMIA – Nelle battute conclusive dell’ultima commissione Lavori pubblici del comune di Formia si è registrato un imprevisto colpo di scena. C’è stato quando il presidente della stessa commissione, Antonio Capraro, ha chiesto l’audizione del Dirigente Giuseppe Viscogliosi per chiedere l’esistenza o meno di interventi nel frattempo promossi dall’assessorato per la pulizia e bonifica (naturalmente in vista dell’autunno e della stagione delle piogge) dei corsi d’acqua e torrenti che attraversano e “tagliano” il centro urbano di Formia.
Il colpo di teatro si è verificato quando il capogruppo di “Guardare oltre” Imma Arnone ha interrogato Viscogliosi circa l’arrivo di ristori e indennizzi ai cittadini e alle attività economiche travolti il 29 settembre 2022 dal fango e dai detriti provocati dalla paurosa alluvione che devastò la collina di Santa Maria la Noce. Che dopo il danno arriva sempre la beffa l’ha dichiarato l’architetto Viscogliosi: “Il dirigente ci ha comunicato – hanno commentato Imma Arnone ed il capogruppo di “Un’altra città” Paola Villa – che nessuna calamità naturale è stata riconosciuta, nessun indennizzo è stato deliberato dalla Regione Lazio, né per i beni pubblici né per quelli privati”.
Eppure furono due le delibere di giunta adottate dopo il disastro, la la numero 265 del 30 settembre 2022, con la quale venne chiesto al settore Lavori Pubblici di relazionare sugli eventi avvenuti il 29 settembre 2022, e la numero 270 del 07 ottobre 2022 con la quale venne richiesto alla regione Lazio lo stato di calamità naturale. “Oggi a distanza di quasi due anni a domanda secca della consigliera Arnone al dirigente, si viene a sapere – ha aggiunto la professoressa Villa – che né al comune né ai privati arriverà un euro per quelle vicende che portarono acqua, fango, detriti e disastri lungo tutta via Santa Maria la Noce, Colle Arvito, Capodino, via Gramsci e nelle frazioni di Trivio e Maranola“.
Ancora l’ex sindaco di Formia: “Ricordiamo tutti la sfilata dei politici che contano, ad iniziare dall’ex consigliere regionale Giuseppe Simeone, dell’allora presidente del Consorzio Industriale sud Pontino, Salvatore Forte, dell’allora vicepresidente della regione Lazio, Daniele Leodori, tutti a promettere di impegnarsi per aiutare la città, tutti a promettere aiuti economici e messa in sicurezza. Erano tutti impegnati a sfilare davanti ai cittadini, alle videocamere, al prefetto di Latina. A distanza di due anni non possiamo fare finta di niente e soprattutto – ha concluso l’ex sindaco – trovare giustificazioni per questo ennesimo buco nell’acqua”.