CISTERNA – Il quadro probatorio è talmente definito che si andare a processo by-passando l’udienza preliminare e dunque con il giudizio immediato. Con questa convinzione il sostituto procuratore Valerio De Luca ha concluso le indagini preliminari nei confronti di Christian Sodano, il finanziere 27enne originario di Scauri che lo scorso 13 febbraio ha ucciso a colpi di pistola a Cisterna René Amato e Nicoletta Zomparelli, sorella e madre della sua fidanzata di 49 e 19 anni. I reati ipotizzati dalla Procura per Sodano, che dopo aver tentato di uccidere la ragazza si costituì alla Squadra Mobile della Polizia grazie alla determinante azione di convincimento di uno zio ex Carabiniere, sono davvero pesanti: l’omicidio volontario e una serie di aggravanti.
Sono contenuti nella richiesta che il Pm De Luca ha inviati al Gip del Tribunale di Latina Giuseppe Cario chiedendo di svolgere il delicatissimo processo direttamente davanti la Corte d’Assise evitando l’udienza preliminare alla luce della robustezza del quadro probatorio delineato al termine delle indagini compiute dalla Polizia. Sodano quel tragico pomeriggio del 13 febbraio 2024 aveva avuto una discussione – una delle tante – con la fidanzata Desiree nell’abitazione della sua famiglia in via Monte Lepini, alla periferia di Cisterna.
Di quell’abitazione era ospite lo stesso Sodano dopo aver perso, a breve distanza l’uno dall’altro, i suoi genitori, il papà ufficiale presso il gruppo di Formia della Guardia di Finanza di Formia e, in precedenza, la madre, in servizio presso la Polizia Ferroviaria di Formia. Desireè voleva troncare una relazione sentimentale che si era fatta complicata e Sodano con la pistola di ordinanza fece fuoco contro Renè e Nicoletta, intervenute per difendere la figlia.
Ha pesato nella decisione di De Luca di chiedere il giudizio immediato con l’aggravante della premeditazione per il contenuto di alcune precedenti chat tra i due fidanzati dalle quali sarebbero emerse minacce di Sodano nei confronti della fidanzata cisternese. Gli inquirenti trovarono nell’auto del finanziere di Scauri guanti, nastro adesivo, un manganello ed un paio di manette e, se Sodano non ha saputo giustificare il possesso, i suoi legali, gli avvocati Lucio Teson e Leonardo Palombi, hanno spiegato che alcuni degli oggetti venivano utilizzati da Sodano per la pratica del suo hobby della pesca sportiva mentre il manganello e le manette erano appartenute alla defunta madre poliziotta ferroviaria.