FORMIA – “Negazionismo della camorra e minimalismo vanno di pari passo”. Risponde così il sindaco di Formia Sandro Bartolomeo alle accuse piovutegli addosso da Michele Forte di aver voluto spettacolarizzare l’omicidio di Mario Piccolino.
L’ex sindaco di Formia e segretario provinciale udc aveva infatti attribuito a Bartolomeo di aver infangato l’intera città. Nel corso della conferenza stampa di sabato era stata anticipata persino la volontà di imprenditori turistici e commerciali di intraprendere le vie legali per tutelare il buon nome della città (LEGGI QUI).
“Siamo stati attaccati perchè abbiamo dato risonanza al fatto che in questa città ci siano importanti infiltrazioni. Dobbiamo chiederci perchè si è fatto immediatamente riferimento alla camorra. Da un’altra parte si sarebbe parlato immediatamente di un fatto di cronaca grave. Sono impazziti tutti? Mi sembra veramente puerile non aver compreso questo aspetto, tentare di giocare a minimizzarlo quando poi il protagonista della minimizzazione è notoriamente il negazionista dei fenomeni criminali su questo territorio.
In questa città Michele Forte forse farebbe bene a tacere su queste questioni.
Se questa città ha subito un danno di immagine lo si deve innanzitutto alle dichiarazioni di Carmine Schiavone, che ha parlato di Formia come “provincia di Casale”. E quando gli è stato chiesto chi fossero i personaggi politici con cui in quel momento esistesse in qualche modo una forma di interlocuzione ha fatto il suo nome. Mi dispiace per lui ma queste cose le ha dette Carmine Schiavone.
Il video è ancora su Youtube, supercliccato da molte più persone di quelle che hanno partecipato con grande spirito di volontà alla fiaccolata per respingere solo l’idea che possano avvenire fatti di questa portata. Carmine Schiavone fa riferimento alla sua persona, fa riferimento con molta precisione al ruolo che lui svolgeva in quegli anni. Io non ho dimenticato che in quegli anni ero consigliere comunale”.
Carmine Schiavone parla di Formia e di Michele Forte
“Ci sono state in questi giorni due lettere scritte da noti esponenti di famiglie di camorra le quali ovviamente hanno scelto la via della minimizzazione. E chi è il responsabile di tutto questo? Ovviamente il sindaco che ha alzato toni. Basterebbe questo per farvi capire qual’è la partita in gioco, quale risultato si possa ottenere continuando a minimizzare.
“Parallelamente e con una tempistica alquanto strana – ha detto Bartolomeo – sono arrivate le dichiarazioni a mezzo stampa di Angelo Bardellino e quelle dell’associazione di Polizia vicina a Ernesto Bardellino (già interessatasi in passato alle vicende di Formia), quest’ultima con una nota scritta chiede di essere ricevuta dal comune per dare il proprio contributo (ad ‘estirpare’ la camorra)”.
“Evidentemente – ha rilanciato Sandro Bartolomeo – sono in stato di autoconfusione”.
Il primo cittadino è poi passato ad analizzare da più vicino la situazione della criminalità organizzata in città e le sue origini. Forte aveva affermato che il sindaco di centro sinistra, ricoprendo la carica per la quarta volta, non possa dirsi estraneo a quanto accaduto in città in questi anni.
“In questa città sono stati presenti esponenti che ruotavano attorno alla Dc come Aldo Ferrucci e Sorvillo. Sono stati anni in cui le amministrazioni non hanno compreso quanto stava succedendo. Voglio ricordare l’investimento di Marina di Castellone. Come si fa in presenza di ingenti investimenti e di esponenti delle più importanti famiglie? Parlarne non è togliere dignità al territorio, ma un atto di coraggio”.
“Di fronte ad un’azione di tipo militare ci siamo allarmati e ci siamo chiesti ad esempio perché nei 5 anni dell’amministrazione di centro destra nessuno avesse fatto niente per assegnare i beni confiscati alla mafia (ad esempio il terreno sequestrato a Santa Maria La Noce). C’è stata inerzia. Tutte queste cose sono all’attenzione della magistratura. Sulla questione del piano regolatore presenteremo le due bozze e si chiarirà nella loro bozza quali interessi stavano proteggendo”.
Sulla vicenda dell’asta fallimentare del Seven Up invece Bartolomeo ha precisato che l’unico creditore era la banca. Non essendosi potuta tenere quel giorno l’asta fallimentare per uno sciopero, il comune di Formia fu autorizzato direttamente dal giudice ad acquistare per permettere di pagare l’unico creditore, una banca. “L’amministrazione comunale acquistò dal privato con il consenso del giudice. La cifra, 720.000 euro, oggi 350 milioni di euro è irrisoria. Quel giorno – ha concluso – c’era con me anche l’allora segretario comunale Taglialatela”.
All’inizio della conferenza stampa il sindaco Sandro Bartolomeo ha voluto confutare la ricostruzione dei momenti immediatamente successivi all’omicidio Piccolino. Precisando di non aver inquinato in alcun modo la scena del delitto e di aver chiesto la convocazione urgente del consiglio comunale insieme a diversi consiglieri di tutti gli schieramenti sociali presenti la sera del delitto. “Al momento del tragico episodio – ha detto – ero a Minturno, presso il centro Maricae. Ho visto il corpo da fuori, con me c’era anche il dottor Carta”.
Gli fa eco il consigliere Mattia Aprea, presente alla conferenza stampa al fianco del Sindaco. “Ho accettato la consulenza a titolo totalmente gratuito – spiega -, esattamente come feci a suo tempo quando assunsi l’incarico della Golfo Ambiente. Incarico per il quale non ho percepito nulla. Anzi, ci ho rimesso. L’ex Sindaco Michele Forte ha detto di non conoscere ‘Bella ciao’ la canzone suonata dalla banda all’uscita del feretro di Piccolino? Beh, forse non ha studiato la storia. Se lui gode della libertà di parola lo deve ai partigiani che hanno dato la vita per liberarci dal nazifascismo. Gli auguro di uscire pulito dall’inchiesta sul ‘Sistema Formia’ ma da lui non accetto alcuna lezione di moralità”.
Ha preso la parola anche la Delegata alla Legalità Patrizia Menanno. “Questo drammatico fatto di sangue ha messo a dura prova la città. Abbiamo risposto dando voce ai cittadini che ci chiedevano di impegnarci, anche attraverso manifestazioni pubbliche, perché la situazione di Formia e del territorio fosse al centro dell’attenzione dello Stato. L’omicidio, per quanto legato ad una matrice privata, resta figlio di quella cultura della sopraffazione che è l’humus su cui germina il cancro delle mafie. Fermo restando che le indagini vanno avanti, posso dire una cosa con certezza: nessuno ha strumentalizzato alcunché. Eravamo e siamo talmente addolorati per quanto accaduto che mai ci saremmo sognati di fare una cosa del genere. Sono convinta peraltro che Formia non ha subito alcun danno d’immagine che, anzi, ne è uscita rafforzata. Una città capace di ribellarsi alla alla sopraffazione. Una città unita che rifiuta la mafia ed ogni forma di violenza”.