FORMIA – Trent’anni di trasformazione ma anche di memoria. E’ stato un compleanno culturalmente impegnativo e prestigioso quello che ha festeggiato domenica scorsa l’incontaminato borgo di Maranola che dopo 30 anni, parafrasando l’opera di Italo Calvino, resta una “Città invisibile“. Non è stato riproposto un evento artistico che nel 1994 trasformò il paese, rendendolo scenario e palcoscenico unico grazie alla direzione artistica del Teatro Potlach e l’organizzazione del collettivo teatrale Bertolt Brecht Formia e Hormiai Teatro (Teatro Di Limosa). L’evento ha avuto sì un carattere rievocativo ma a ragione ha assolto ad un piccolo e grande merito sociale oltre che culturale: interrompere 30 anni fa un pericoloso fenomeno, quello del lento e graduale spopolamento di Maranola che, grazie a questo tipo di iniziative e manifestazioni, è tornare a vivere, a pulsare coinvolgendo (cosa all’epoca difficilissima, quasi impossibile) l’intera comunità, rassegnata e culturalmente piegata su stessa ma capace – come si evince nell’intervento video allegato – di diventare “richiedente”.
Un esempio su tutti: la storica scuola elementare del paese, nel piazzale sottostante la torre medioevale Caetani divenne il quartiere generale dell’evento per poi ospitare il centro studi “Giuseppe De Santis” e anche una delle sedi periferiche (nel 1999 a due anni dall’istitutiva) legge regionale del nascente ente parco regionale dei Monti Aurunci. E molti dei protagonisti di quell’irrepetibile stagione politica, sociale e culturale (tra questi il sindaco di Formia dell’epoca Sandro Bartolomeo e quello che sarebbe stato il primo presidente del parco regionale dei Monti aurunci Vincenzo De Meo) hanno partecipato domenica nella villetta del borgo aurunco ad un ricco ed interessante momento di contro cui hanno partecipato offrendo il loro contributo registi (Pino Di Buduo), rappresentanti di associazioni e artisti locali, tra cui il Teatro Potlach, il collettivo teatrale Bertolt Brecht, Teatro di Limosa e OpenLab Company.
Hanno evidenziato, sottolineando, come un evento culturalmente di nicchia abbia procurato un impatto di significativa valenza, anche per gli innegabili risvolti di immagine e di natura turistica, sulla comunità. Nell’edizione inaugurale del 1994 oltre duecento artisti nazionali e internazionali invasero Maranola, trasformando il borgo in un palcoscenico vivente. I vicoli, le piazze e gli edifici divennero scenografie, luoghi di installazioni artistiche, performance e spettacoli che riportarono alla luce le memorie storiche e culturali del borgo, creando un’esperienza unica e immersiva per tutti i partecipanti. Da quel momento in poi tutto il territorio aurunco ha vissuto un periodo di rinascita culturale e sociale con la creazione di festival. In quest’ottica è stato determinante e fattivo il coinvolgimento – come detto – di associazioni culturali e attività commerciali, inclusa la trasformazione ed il recupero, grazie all’impegno finanziario di quell’amministrazione comunale in carica tre decenni fa) di edifici storici e luoghi di culto che sono stati trasformati in spazi di accoglienza e cultura.
Oggi, a distanza di trent’anni, l’eredità di “Città Invisibile” continua a essere un faro per la comunità maranolese. E in quest’ottica ha deciso di raccoglierne la pesantissima eredità l’associazione “Seminaria Sogninterra”, da oltre un decennio impegnata nell’organizzazione e promozione della Biennale D’arte ambientale omonima. Per ricordare e festeggiare la ricorrenza è stato anche proiettato un filmato realizzato da Gabriele Drago per conto dell’associazione “Seminaria Sogninterra” con materiale video d’archivio, interviste e testimonianze dei protagonisti dell’edizione del 1994 così come sono state molto applaudite la performance di Michela Rosi e le installazioni d’arte contemporanea di Andrea Colaianni, Carlo De Meo e Gerardo De Meo, le esibizioni di Vito Cardellicchio e del djset Siderus. Insomma la memoria si è mescola alle celebrazioni “ per continuare a costruire, attraverso l’arte, un borgo vivo e accogliente”.
INTERVENTO Video convegno trentennale “Maranola città invisibile”