FORMIA – Quella di mercoledì è stata una giornata decisamente lunga per gli agenti del gruppo di Formia della Guardia di Finanza. Iniziata all’alba con il sorvolo degli elicotteri della componente aerea del gruppo di Ciampino e con le 33 perquisizioni delle unità cinofile di Fiumicino, l’intensa giornata è terminata con la conclusione dei sequestri di tre bar di Formia e di alcune unità immobiliari (per un valore di sette milioni e 838mila euro) di Formia e dei crediti fiscali (per un valore di 47milioni di euro) presenti nei cassetti fiscali di molti dei 32 indagati e disposti dal Gip del Tribunale di Cassino Domenico Di Croce su richiesta del sostituto procuratore Flavio Ricci in una voluminosa ordinanza di quasi 500 pagine al termine di due anni di indagini. Sotto chiave sono finite nello specifico – come detto – attività commerciali ed unità immobiliari prelevate tra il 2022 ed il 2023 con i proventi illeciti (77 milioni di euro) accumulati da un sodalizio specializzato a compiere truffe ai danni dello Stato attraverso i bonus edilizi ed il reimpiego di crediti di imposta.
Questa attività di auto riciclaggio ha interessato non solo il commercio ed il redivivo mercato del mattone di Formia ma anche attraverso il
coinvolgimento in partecipazioni azionarie di società in Italia ed in Gran Bretagna, operazioni di gioco on line (consente di entrare in possesso, nonostante l’effetto rischio, di somme minori rispetto a quelle giocate ma diventate improvvisamente “pulite” e pilotate fatturazioni verso società (soprattutto edili) in affanno con una lauta monetizzazione in contanti. Il lavoro di intelligence economico – finanziario degli uomini del Colonnello Luigi Galluccio è stato a lungo vagliato dalla Procura di Cassino che – secondo è trapelato – avrebbe chiesto al Tribunale tre misure cautelari in carcere, poi “salite” a quattro ma tutte ai domiciliari. I finanzieri le hanno notificate mercoledì mattina ad un gruppo capitanato da un consulente del lavoro di Battipaglia, in provincia di Salerno, Aniello Ianniello, di 41 anni e da una vecchia conoscenza delle forze dell’ordine di Formia, Gianni Luglio, di 52 anni. Fu arrestato nell’ambito della storica operazione della Polizia di Stato “Formia connection” che smascherò un tentativo – acclarato poi da alcune sentenze passate in giudicato- di alcuni componenti della famiglia Bardellino di taglieggiare una cooperativa sociale incaricata dal comune di Formia.
Per ordine del Gip Domenico Di Croce sono finiti ai domiciliari a vario titolo per associazione a delinquere, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche e – come detto – auto riciclaggio anche due imprenditori utilizzati – secondo l’accusa – di teste di legno: si tratta del costruttore Amleto Fiammenghi di 49 anni, anch’egli originario di salernitano ma residente a Formia e cognato di Ianniello, e del commerciante Giancarlo Simeone, di 57 anni.
Se quattro persone sono finite ai domiciliari, altre sette hanno ricevuto l’obbligo di presentazione ogni giorno presso il gruppo di Formia della Guardia di Finanza. Sono per lo più tecnici ed ingegneri che avrebbero asseverato interventi edilizi…mai eseguiti. Le altre venti persone, indagate a piede libero, sono piccolo imprese edili ma anche semplici e comuni cittadini ( i loro presunti clienti) che venivano individuate tra Formia e la provincia di Salerno da Ianniello. Erano formalmente attive ma con scarsi mezzi finanziari e prive di strutture organizzative ma ugualmente in grado di essere considerati “funzionali” alla creazione di indebiti crediti d’imposta. Secondo l’ipotesi investigativa, l’organizzazione a quel punto creava e commercializzava questi falsi crediti di imposta che, successivamente monetizzati, venivano ceduti ad ignari acquirenti estranei alla truffa, e quindi portati in compensazione con conseguente danno finale alle casse dello Stato.
Gli ‘007’ del Colonnelo Galluccio, attraverso controlli fiscali e accertamenti bancari e patrimoniali, sono riusciti a ricostruire il sodalizio criminale, che avrebbe adottato un modus operandi consolidato e comune alle 5 casistiche di crediti d’imposta fittizi generati da Bonus facciate, Bonus Ristrutturazione, Sisma Bonus, Ecobonus e Superbonus. Secondo sempre le fiamme gialle questa organizzava, attraverso il portale dell’agenzia delle entrate, attestava l’esistenza di crediti d’imposta falsi, in alcuni casi anche con la compiacenza, retribuita, di alcuni proprietari degli immobili la cui disponibilità veniva compensata con bonifici variabili dagli 8 ai 10mila euro. Ma l’aspetto investigativo più significativo è che i crediti falsi venivano poi ceduti a soggetti e società compiacenti riconducibili allo stesso gruppo. In cambio ottenevano dall’Agenzia delle entrate l’attestazione della loro esigibilità. E secondo le stime per difetto degli investigatori la frode ha generato un danno all’Erario per oltre 79 milioni di euro. Il guadagno ottenuto dagli indagati è stato invece quantificato in circa 7 milioni di euro, soldi, in base a quanto ricostruito nelle laboriosissime indagini dalla Guardia di Finanza, reinvestiti sia in attività commerciali e nel mercato immobiliare di Formia (lo stesso comune avrebbe potuto svolgere un’attività di vigilanza e controllo?) che nel gioco on-line ma anche trasferiti su conti correnti intestati a una società con sede in Inghilterra e riconducibile allo stesso Ianniello coinvolto o protagonista di questa delicatissima inchiesta grazie al suo rapporto familiare con il piccolo imprenditore edile Amleto Fiammenghi.
Quest’ultimo nei prossimi giorni, assistito dagli avvocati Pasquale Cardillo Cupo e Gianni Bove, comparirà davanti il Gip Di Croce per l’interrogatorio di convalida, adempimento che attende anche Luglio (difeso dal suo storico legale, l’avvocato Mattia Aprea) e Ianniello. Complessivamente tra i 28 indagati sottoposti all’obbligo quotidiano di presentazione davanti la Guardia di Finanza di Formia e quelli senza alcun onere figurano tecnici eccellenti con un passato illustre anche nella vita politico-amministrativa al comune di Formia (come l’ex vice sindaco ed assessore all’urbanistica di Forza Italia Erasmo Picano, di 67 anni), rappresentanti in ascesa di una certa imprenditoria impegnata nel settore turistico-commerciale e – come detto – anonimi, compiacenti e retribuiti cittadini comuni, molti dei quali residenti nelle frazioni formiane di Maranola e Trivio.
Ecco l’elenco: Ferdinando Cardillo, 56 anni di Formia; Michele Nardella, 69 anni di Formia; Gianna Sparagna, 46 anni di Formia; Bruno Cavallaro, di 57 anni di Serre (Salerno); Marco De Santis, di 44 anni di Priverno; Federico Funicellio, di 54 anni di Serre; Delio Nardella, 76 anni di Formia; Mattia Cannavale, 32 anni di Formia; Alfonso De Franchis, di 56 anni di Ventotene; Fabrizio Ricci, di 48 anni di Formia; Antonio Patalano, di 60 anni di Gaerta; Filippo Di Marco, di 42 anni di Latina; Enrico Giornalista, di 57 anni di Formia; Emanuela Maddalena, di 45 anni di Formia; Franca Mancini, di 62 anni di Formia; Riccardo Santonocito, di 35 anni di Formia; Roberta Flaminio, di 42 anni di Formia, Marica Cardillo, di 29 anni di Formia; Anna Clima, di 53 anni di Itri; Andrea Pappa, di 48 anni di Ventotene; Vincenzo Vastarelli, di 56 anni di Formia; Maria Civita Di Fazio, di 50 anni di Fondi; Simone Nardella, di 48 anni di Formia; Mario D’Ambrosca, di 73 anni di Casal di Principe; Giovanni Sparagna, di 45 anni di Formia, Massimo Simeone, di 51 anni di Baronissi (Salerno) e infine, di Carmine Funicelli, di 76 anni di Sezze.
In sede di richiesta il Pm Ricci aveva chiesto al Gip il carcere per Luglio, Ianniello e Simeone, i domiciliari per Michele Nardella, Gianna Sparagna e Fiammenghi, l’obbligo di dimora nel comune di Formia di Ferdinando Cardillo e Cannavale; quello di presentazione alla polizia giudiziaria per Federico Funicelli, Cavallaro e De Santis. La Procura di Cassino, infine, aveva suggerito al Tribunale il divieto temporaneo di esercitare le rispettive attività professionali per gli ingegneri Delio Nardella ed Erasmo Picano.
LE REAZIONI
L’operazione della Guardia di Finanza, meticolosa e certosina, non è stata accompagnata da alcun commento ufficiale. L’unico, dalle prime luci dell’alba di mercoledì, è arrivato dall’ex sindaco, l’attuale consigliere comunale di minoranza Paola Villa: “ Oggi a Formia, tutto scorrerà come al solito, tutti faranno finta di nulla, tutti diranno che la criminalità non esiste oppure che parlarne rovina il turismo…tutti”. E nel suo piccato commento sui social è finito Gianni Luglio: “Chi è? Legato alla famiglia Bardellino da sempre, fu coinvolto nell’unica operazione andata a “buon fine” sull’associazione a delinquere della città di Formia, la Formia Connection. – ha aggiunto l’ex primo cittadino – Gianni Luglio è anche colui che è stato individuato dal collaboratore Agostino Riccardo, come l’anello di congiunzione tra i Travali di Latina e i Bardellino, in particolare legato ad Angelo Bardellino. Gianni Luglio resta una costante nelle amicizie, negli affari, negli incontri, nei rapporti tra i Bardellino e gli imprenditori, gli “amici politici” di questa città, riferimenti di altri clan e attività di apertura di locali della movida formiana. Oggi a Formia, tutto scorrerà come al solito, tutti faranno finta di nulla, tutti diranno che la criminalità non esiste oppure che parlarne rovina il turismo…tutti”.
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