La provincia di Latina rientri nella zona economica speciale, per evitare le desertificazione industriale. E’ quanto chiede a gran voce, dichiarando che la CISL si batterà in ogni sede affinché si possa trovare una soluzione condivisa. A dirlo è il segretario generale del sindacato pontino Roberto Cecere. “I benefici della Zes sono enormi – ha spiegato il sindacalista – e non è possibile che un imprenditore del nostro territorio che voglia investire debba spostarsi per beneficiare delle agevolazioni”.
Agevolazioni che sono parecchie: credito d’imposta del 100% per acquisto di macchinari; autorizzazioni ambientali più semplici; destinazione dell’80% dei fondi di coesione europei e dimezzamento dell’imposta sul reddito prodotto. Il problema è sempre lo stesso: Latina, Frosinone e Rieti saranno fuori non perchè non ne dispongano i requisiti, ma perché Roma con i suoi numeri sballa i dati regionali. E Cecere non ci sta, chiedendo che termini una gestione definita “romanocentrica”.
“E’ per questo che facciamo appello alla filiera di governo – spiega il segretario provinciale della Cisl – perché Latina ed altri importanti comuni in provincia sono guidati dal centrodestra, così come regione e governo. Noi ci batteremo in tutte le sedi opportune affinché venga dato senso al mandato concesso dai cittadini”.
Tra le iniziative proposte, di concerto con il segretario generale del Lazio Enrico Coppotelli, c’è quella delle zone cuscinetto nelle tre province, quindi mini ZES per Latina, Frosinone e Rieti. “Infine – conclude Cecere – ci aspettiamo un segnale anche dalle associazioni di categoria: questa non è una questione che riguarda solo i lavoratori, ma anche gli imprenditori”.