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Gaeta / Concessioni balneari e progetti di finanza, le minoranze chiedono il blocco dell’iter

GAETA – L’amministrazione comunale di Gaeta interrompa l’iter , iniziato il 24 agosto nel caldissimo consiglio comunale, con cui erano stati approvati i primi cinque progetti di finanza che, presentati da altrettanti stabilimenti ed imprese balneari del litorale, sono finalizzati a beneficiare del rinnovo per vent’anni delle concessioni demaniali in cambio della realizzazione di una serie di interventi migliorativi a favore della città. E’ la richiesta che campeggia in una lettera che i consiglieri comunali di minoranza Franco De Angelis (Insieme con Silvio D’Amante sindaco), Emiliano Scinicariello (Partito Democratico) e Sabina Mitrano (Gaeta comunità di valore) hanno inviato al sindaco Leccese, al presidente del Consiglio comunale Davide Speringo, alla Segretaria Generale Patrizia Cinquanta, al dirigente del Dipartimento Urbanistico e soprattutto all’intera maggioranza di centro destra che, tra qualche assenza di troppo, licenziò le cinque proposte presentate, tra le polemiche, dai privati.

“Già in fase istruttoria avevamo rilevato criticità amministrative, senza però ricevere formali risposte in merito – sottolineano ora De Angelis, Scinicariello e Mitrano – Appena qualche giorno dopo la seduta di Consiglio Comunale, ed esattamente il 4 settembre 2024, il Consiglio dei Ministri nel cosiddetto ‘Decreto salva-infrazioni 2024’ ha approvato anche la riforma delle concessioni balneari, fissando una serie di parametri che i Comuni dovranno prendere in considerazione nella valutazione delle offerte per il rilascio delle concessioni balneari”. I Comuni, per esempio, dovranno inserire nei bandi i criteri per gli indennizzi che i concessionari subentranti dovranno corrispondere ai concessionari uscenti, gli aggiornamenti dei canoni di concessione, l’impegno ad assumere giovani under 36 nonché i lavoratori del concessionario uscente se ricevono da queste attività la prevalente fonte di reddito, la valutazione di interventi finalizzati a migliorare l’accessibilità e la fruibilità dell’area demaniale alle persone con disabilità, la valutazione degli obiettivi di politica sociale, di salute e sicurezza dei lavoratori, di protezione dell’ambiente e di salvaguardia del patrimonio culturale. Le minoranze ora sottolineano come questi argomenti contenuti nel decreto approvato dal consiglio dei Ministri e, dunque, dal governo di centro destra, fossero contenuti nella mozione “che avremmo presentato se non vi fosse stata un’inattesa accelerazione nel portare all’attenzione del Consiglio queste 5 proposte”.

Sempre secondo il recentissimo Decreto dell’esecutivo Meloni i Comuni dovranno bandire le gare mediante la pubblicazione di un bando sul sito istituzionale e sull’albo pretorio on-line del Comune per almeno 30 (trenta) giorni. Per le concessioni di durata superiore a dieci anni (come tutte quelle approvate nella seduta di Consiglio comunale del 24 agosto 2024) i bandi dovranno essere pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea. “Appare evidente, pertanto, e non solo a noi, che le 5 proposte recentemente approvate in Consiglio Comunale – aggiungono Scinicariello, De Angelis e Mitranonon corrispondono (in tutto o in parte) ai criteri della vigente normativa in materia. Questo, a nostro giudizio, espone seriamente il nostro Comune al rischio – e sarebbe paradossale – di una richiesta risarcitoria da parte di coloro che hanno presentato i ‘project financing’ per il danno patito da un eventuale tardivo riesame, consistente nell’annullamento o nella revoca in autotutela delle delibere in questione. Per l’ennesima volta ci troviamo a chiedere al Sindaco, al Presidente del Consiglio e a tutti i colleghi Consiglieri, di non esporre l’ente all’eventualità di una pretesa risarcitoria per un comportamento omissivo o anche solo tardivo, ed a prendere in considerazione la nostra richiesta di riesame”.

Su un aspetto le minoranze progressista al comune di Gaeta sono categorici: “Questa nostra richiesta andrebbe a beneficio di tutto il comparto degli attuali concessionari, anche e soprattutto di coloro che da questa ‘finestra temporale’ – per dirla con le parole del Sindaco – ne sono rimasti fuori”. ù

Sull’argomento, spinosissimo e controverso, si è pronunciato anche il Movimento Cinque Stelle di Gaeta. “Ci sono determinati aspetti, però, ancora poco chiari o del tutto non veritieri su cui ci preme confermare e incrementare la netta distanza del metodo scelto sia dall’interesse pubblico che dai più basici principi della Giurisprudenza sul tema – ha dichiarato Simone Avico – Lo stesso decreto del Governo, che rimanda al 2027 la scadenza delle concessioni, disconosce qualsiasi percorso diverso rispetto la pubblicazione di un bando di gara da parte dell’ente e, attraverso i principi partecipazione, di non discriminazione e di parità di trattamento, riconosce anche la figura delle microimprese e delle imprese giovanili, del tutto escluse, invece, secondo le linee di indirizzo descritte dal Comune di Gaeta”.

A dire del M5s “diversamente da come si è espresso il Primo Cittadino l’applicazione del project financing ha limitato il mercato e creato oggettive difficoltà di concorrenza. Se anche solo per un attimo, invece, scegliessimo di assumere per corretta la procedura dei Project financing non riusciamo a comprendere come gli investimenti privati promessi possano rappresentare priorità nell’interesse pubblico, o meglio, soluzioni in cui l’ente riesca a trarre notevoli benefici. Perché non sono stati inseriti, piuttosto, progetti presenti nel piano triennale delle opere pubbliche e a bilancio dell’Ente? Non è stato individuato alcun altro progetto di pubblica utilità rispetto ad un restyling dello stesso tratto di lungomare di Serapo dinanzi gli stabilimenti balneari? – si interroga anche il Movimento Cinque Stelle – E l’ente stesso si è accertato se le opere murarie, fisse o semi amovibili, presenti nei project financing, come l’eliminazione delle cabine, siano ad oggi conformi alla vigente normativa urbanistica, demaniale e ambientale e se siano provvisti della stessa verifica paesaggistica? Parallelamente alle verifiche urbanistiche come si comporterà il Comune di Gaeta verso coloro che hanno subito sanzioni nell’esercizio della stessa attività?”.

Il sindaco Leccese intanto ha anticipato la futura approvazione del Pua, il Piano di Utilizzo degli Arenili, che il Comune di Gaeta “dovrebbe averlo già pienamente adottato da anni (dal 2016) e questa carenza ha reso senza utilizzare alcun aforisma illegittimi tutti i bandì fino ad oggi assegnati. È preoccupante il segnale che l’approvazione di un Pua arrivi in questo momento storico”.

Per Avico, inoltre, il 50% di ciascuna delle spiagge di Gaeta “dovrà essere destinato alla libera fruizione e non tenendo conto, invece, dell’intero litorale. E per libera fruizione intendiamo accessi pubblici e gestiti: un percorso chiaro allo scopo di restituire spazi ai cittadini bilanciando il diritto di usufruire di un bene pubblico e il diritto di attività economica”.

E nel mirino dei grillini gaetani è finito il presidente del consiglio comunale Davide Speringo nella veste di imprenditore balneare: “E’ responsabile di aver a priori partecipato, sollecitato, dato un personale impulso e firmato tutte le note di Consiglio e Conferenza dei Capigruppo sul tema. Se il Sindaco Leccese ha deciso di non spendere su questo argomento neanche una frase durante una delle sue innumerevoli interviste rafforziamo la nostra tesi – ha concluso Avico – richiamando le linee guida dell’Anac in materia di conflitti d’interesse nelle procedure di affidamento di contratti pubblici. La presenza del conflitto di interesse, si legge, è rilevabile anche se le decisioni siano adottate da un soggetto che abbia, anche solo potenzialmente, interessi privati in contrasto con l’interesse pubblico che siano di natura finanziaria, economica e persino con legami di parentela o di affinità. La giurisprudenza specifica, inoltre, che tale si verifica indipendentemente dal concretizzarsi di un vantaggio e che il conflitto di interessi esiste a priori o meno che segua una condotta impropria”.

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