Formia / Ambiente e salute al centro degli incontri della nuova edizione di “Formia senza frontiere”

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FORMIA – “Ambiente e Salute prendersi cura dell’unico territorio che abbiamo e prendersi cura di sé stessi” è il titolo che quest’anno la Comunità Lazio Meridionale e Isole Pontine e l’Associazione Incontri & Confronti hanno voluto dare al loro tradizionale evento di settembre “Formia senza frontiere”.

Il primo incontro è in programma per domani, venerdì 13 settembre, alle 18.30, in Villa comunale “Umberto I” a Formia, con “Dire basta non basta più – Agire con azioni concrete basate sulla prevenzione per una lotta efficace agli incendi boschivi“. Torna l’argomento caro alla manifestazione della prevenzione del triste fenomeno degli incendi boschivi che attanaglia la realtà collinare della città di Formia e degli altri comuni del Sud Pontino. Una realtà, quella montuosa che va assolutamente preservata per la qualità dell’aria e dunque della vita che garantiscono, insieme al mare, ed anche in ottica dello sviluppo di una serie di attività attrattive che, negli ultimi anni, hanno avvicinato molto di più cittadini, visitatori e turisti a frequentarle.

Partecipano Marcello Di Marco, ingegnere, Associazione Incontri & Confronti che snocciolerà l’uso dello strumento del “fuoco prescritto” con l’intervento “Il paradosso del fuoco: prevenire gli incendi con il fuoco prescritto”; a seguire ci sarà l’agronomo Giuseppe Tomao con “Opportunità di finanziamenti comunitari e/o regionali per un progetto pilota di fuoco prescritto”; Claudio Di Giovannatonio, dirigente ARSIAL, Responsabile Progetto Life Grace, con  “Strategie di gestione del territorio tra tutela degli habitat e terreni in abbandono”; Filippo Zeffiri, PhD Università di Berna (Svizzera), intervento da remoto “Obbiettivi del progetto FiRES e la ragioni per lo studio sugli Aurunci” ed Elena Palazzo, assessora all’Ambiente Regione Lazio, o in sue veci un collaboratore, in merito all’ “L’impegno della Regione nella prevenzione degli incendi”.  Hanno assicurato la loro partecipazione anche i Sindaci di Castelforte, Spigno e  Formia. Introdurrà e coordinerà Biagio Magri, Botanico, Associazione Incontri & Confronti.

Prendersi cura non solo delle persone ma anche del territorio in cui si abita, perché in un ambiente degradato e non curato, privo di servizi sanitari efficienti, ci si priva della bellezza e si vive male. L’approccio ricalca molto il principio del One Health, secondo il quale la salute umana, la salute animale e la salute dell’ecosistema sono indissolubilmente legate. Salute e ambiente sono infatti le due facce della stessa medaglia, la qualità della vita” – sottolineano i promotori della manifestazione.

Il secondo appuntamento in programma sarà un focus sulla salute della persona e la sanità territoriale. Se ne parlerà, dunque, sabato 14 Settembre 2024, alle 18,30, sempre in villa comunale a Formia, con: Franco Meschino, Spi – C.G.I.L. “Criticità assistenziali: un’indagine della Lega SPI – CGIL nel Sud Pontino”; Antonio Graziano, medico, già Direttore del Distretto LT 5 “Assistenza Territoriale: le previsioni del decreto ministeriale 77 del 2022”; Erasmo Di Macco, medico, Segretario Provinciale FIMMG “Assistenza: la nuova figura del medico di Medicina Generale”; Gerardo Stefanelli, Sindaco di Minturno – Presidente della Provincia di Latina  “Il ruolo del Distretto Sociosanitario nella Sanità Territoriale” e Salvatore La Penna, Consigliere Regionale del Lazio con “Emergenza del personale e nuovo ospedale del golfo, quali atti concreti da promuovere”. Introdurrà e coordinerà l’evento il Francesco Carta, medico – “Associazione Lazio Meridionale e Isole Pontine”.

“Era ben chiaro da molto tempo” – spiega una nota delle associazioni promotrici che annunciano l’evento – “che la riorganizzazione della sanità pubblica doveva incominciare da quella territoriale. Già nel 2015, uno studio dell’ASL Latina, sulla tipologia degli accessi ai Pronto Soccorso degli Ospedali S.M. Goretti di Latina, Il Fiorini di Terracina, il San Giovanni di Dio di Fondi e il Dono Svizzero di Formia, evidenziava come solo il 5% dei pazienti che arrivavano ai Pronto Soccorso era in codice rosso (emergenza – urgenza). Il restante 95%, in gran parte, poteva essere assistito al di fuori dell’ospedale ma in un territorio ben organizzato che però non lo era. Si cominciarono a programmare le cosiddette case della salute, gli ospedali  di prossimità, quando arrivò la pandemia che proprio in un territorio non organizzato e in ospedali presi d’assalto e sovraffollati, ruppe ogni argine”.

“Si bloccò tutto” – continuano –  “a malapena si garantivano le urgenze ma gli stessi ospedali, i Pronto Soccorso, diventavano sedi di contagio. Cosa abbiamo imparato da quella tragedia? Come ripartiamo nella programmazione della sanità pubblica, in un momento di mancati finanziamenti, di ricerca disperata di medici e infermieri, di liste bloccate, di competizione apparentemente vincente della sanità privata su quella pubblica? Riteniamo che questo tema sia di priorità assoluta per la vita delle persone e per questo non ci stancheremo di dibatterne”.