Formia / Salva la vita di una bimba che stava soffocando, il coraggio della 16enne Irene Lanfranghi

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FORMIA – Il coraggio, la tempestività e la bravura di una studentessa di 16 anni di Formia, frequentante il quarto anno dell’istituto nautico “Giovanni Caboto”, hanno evitato che la stagione balneare a Formia terminasse con una tragedia. E sarebbe stata davvero immane. E invece una coppia di villeggianti proveniente da un centro della vicina provincia di Caserta sarà per sempre riconoscente alla poliedrica Irene Lanfranghi, studentessa, educatrice dell’Azione Cattolica presso la chiesa parrocchiale del Villaggio don Bosco e, d’estate, volontaria bagnina nel sottostante tratto di arenile in concessione dal comune.

Irene ha letteralmente salvato una bambina di due anni e mezzo, giunta a Formia per trascorrere con i genitori gli ultimi scampoli d’estate. E’ stato un attimo quando la studentessa, volontaria dell’Anspi Don Bosco, si rendeva conto dalla sua postazione che la bimba, dopo aver tossito, passava ad una fase di totale soffocamento e diventava progressivamente cianotica; seguivano momenti di panico tra il tentativo di reperire personale medico eventualmente presente in spiaggia e chiamare i soccorsi del 118, ma Irene non ha perso la calma ed è corsa dalla sua postazione in soccorso alla bambina.

Irene, figlia dell’avvocato Alessandro, attivo presidente dell’Azione parrocchiale del villaggio Don Bosco, metteva in pratica quanto aveva assimilato lo scorso inverno ad uno dei corsi di formazione che, riservati anche agli assistenti bagnanti, era stato organizzato dell’associazione Pubblica Assistenza Sud Pontino di Itri sotto la direzione del dottor Enrico Bartoli. Prendeva la bambina sulle ginocchia e, senza remore, le pratica quella che viene definita la manovra di “Heimlich”. E così che il “boccone” ingerito e causa del soffocamento fuoriusciva dalla bocca della bimba che riprendeva pian piano a respirare normalmente. Grande e legittimo era il sollievo che potevano tirare i bagnanti presenti e soprattutto – come detto – i familiari della piccola per lo scampato pericolo.

“Non chiamatemi eroina perché non ho fatto praticamente nulla – ha commentato Lanfranghi – Ho soltanto messa in pratica quanto ho assimilato nei diversi corsi di formazione, alcuni dei quali organizzati dalla Federazione Italiana Nuoto con la quale la mia scuola da anni ha instaurato proficui rapporti di collaborazione affinché noi studenti, assistenti bagnanti d’estate, svolgiamo il nostro ruolo con piglio e preparazione”.

La meglio gioventù di Formia e di Gaeta.

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