Formia / Crediti d’imposta fittizi, fissati gli interrogatori di garanzia per gli indagati

Cronaca Formia

FORMIA  – Mantenere la bocca cucita. Almeno per il momento. E’ questo l’orientamento che intende perseguire il collegio difensivo delle quattro persone finite ai domiciliari perché considerate la punta dell’organizzazione capace di ottenere, attraverso lavori edilizi inesistenti o gonfiati concomitanti perizie gonfiate e attestazioni mendaci, crediti d’imposta fittizi che, a loro volta, dopo essere stati certificati, sono stati venduti a soggetti compiacenti e a società controllate dallo stesso gruppo criminale, sono stati riciclati nel mercato immobiliare e commerciale di Formia e negli asset azionari di significative importanti società finanziarie. Venerdì mattina sono stati calendarizzati per il 19 settembre, alle ore 9.30, gli interrogatori di garanzia delle 4 delle 32 persone indagate che, su disposizione del Gip del Tribunale di Cassino Domenico Di Croce, si trovano tuttora ai domiciliari con le ipotesi accusatorie di associazione a delinquere, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche e auto riciclaggio.

Si tratta del consulente del lavoro di Battipaglia, Aniello Ianniello, di 41 anni, di una vecchia conoscenza delle forze dell’ordine di Formia, Gianni Luglio, di 52 anni e di due imprenditori formiani considerati i presunti prestanomi dell’organizzazione per riciclare gli illegali crediti di imposta, il costruttore Amleto Fiammenghi di 49 anni, anch’egli originario di salernitano ma residente a Formia e cognato di Ianniello, e del commerciante Giancarlo Simeone, di 57 anni. In vista degli interrogatori di garanzia del 19 settembre l’agguerrito collegio difensivo, composto dagli avvocati Mattia Aprea, Pietro Lamberti, Pasquale Cardillo Cupo e Gianni Bove, ha avviato l’analisi delle oltre 470 pagine della chilometrica ordinanza custodiale richiesta dal sostituto Procuratore Flavio Ricci ma, alla luce della complessità delle vicende investigative sollevate dalla Procura cassinate e del poco tempo a disposizione, ha maturato l’orientamento ad avvalersi della facoltà di non rispondere almeno in questa preliminare fase processuale.

E’ stata confermata la volontà degli indagati che si trovano ai domiciliari di impugnare successivamente l’ordinanza restrittiva al Riesame attraverso la presentazione di ricorsi specifici cui stanno offrendo il loro contributo anche un pool di commercialisti e consulenti economico-finanziari. Il 19 settembre sarà un giorno importante perché davanti al Gip Di Croce compariranno anche sette dei 32 indagati che hanno avuto l’obbligo della presentazione quotidiana alla Guardia di Finanza.

Alle 10.30 è previsto l’interrogatorio di garanzia di Bruno Cavallaro, di 57 anni, di Serre in provincia di Salerno; di Marco De Santis, di 44 anni di Priverno, di Ferdinando Cardillo, di 56 anni di Formia, di Mattia Cannavale, di 32 anni, di Formia, di Gianna Sparagna, di 46 anni di Formia, di Federico Funicelli, di 54 anni di Serre e di Michele Nardella, di 79 anni di Formia.

Si tratta di tecnici, di piccoli imprenditori e di semplici cittadini che – secondo l’accusa – sarebbero stati reclutati dai vertici di questo sodalizio criminale per asseverare lavori edilizi mai realizzati, per far intestate alle loro aziende (in difficoltà economiche) progetti ed illegittimi crediti di imposta dello Stato che, una volta monetizzati, potevano essere reimpiegati nel circuito economico legittimo unitamente ai proventi delle scommesse on line. La brillante operazione del gruppo di Formia della Guardia di Finanza, agli ordini del Colonnello Luigi Galluccio, si è caratterizzata per un altro inedito, almeno sul territorio del sud pontino, risvolto: l’autoriciclaggio in loco di questi proventi apparentemente ripuliti in beni immobili, attività commerciali (l’acquisto in pieno centro a Formia di bar molto frequentati e sale scommesse) o – come detto – trasferiti su conti correnti italiani ed esteri.

Le indagini condotte dal Gruppo di Formia della Guardia di Finanza non sono ancora concluse, perché gli investigatori stanno seguendo il flusso del denaro, tanto denaro: circa 80 milioni di euro. Se erano state 33 le perquisizioni compiute dalle Fiamme Gialle, gli inquirenti hanno messo sotto chiave, sequestrandoli, oltre 47milioni di euro, i crediti presenti nelle cassette fiscali delle imprese cessionarie e quasi 8 milioni di euro tra danaro in contante e le attività commerciali acquistate con danaro illegale.

C’è poi il filone, in conclusione, de1 21 indagati a piede libero. Il nome più eccellente è quello dell’ingegner Erasmo Picano, ex vice sindaco, assessore all’urbanistica e presidente del consiglio comunale in esperienze amministrative di centro destra al comune di Formia. Ha deciso di essere difeso dall’avvocato Luca Scipione e non è escluso, in considerazione del suo ruolo secondario in questa vicenda, che possa chiedere di essere interrogato dal pm inquirente o di presentare una memoria difensiva allo stesso magistrato.

IL SILENZIO DEL COMUNE, I TIMORI DEL PD

A fronte delle considerazioni degli inquirenti che descrivono un articolato sodalizio criminale con base operativa a Formia grazie ad una serie di collaudate ramificazioni continua il silenzio del comune dopo che il sorvolo di elicotteri della Guardia di Finanza di Ciampino l’altra mattina all’alba ha ipotizzato che la città fosse stata scelta quale set del sequel di “Apocalypse Now”. Ad affiancare l’ex sindaco e consigliere comunale di opposizione Paola Villa nei commenti è ora il capogruppo consiliare e consigliere provinciale del Partito Democratico Luca Magliozzi.

A suo dure emerge “ancora una volta la presenza di una rete di illegalità radicata nel tessuto economico e sociale del nostro territorio. A prescindere dal proseguo delle indagini, stupisce come certi nomi (direttamente collegabili alla famiglia Bardellino) possano trovare credibilità e spazio nell’economia cittadina da parte di professionisti o comuni cittadini. Evidentemente non è ancora ben chiara – dice il capogruppo Dem – la vera posta in gioco: normalizzare certi rapporti significa soffocare le possibilità di sviluppo della nostra città”.

Il Pd è categoria quando sostiene che la “politica locale non può sottovalutare questi episodi, qui il tema non è tanto l’infiltrazione del malaffare, ma il futuro stesso dell’economia legale del territorio. Avevamo presentato una mozione, approvata all’unanimità, in cui si impegnava l’amministrazione a riattivare l’Osservatorio Comunale per la Legalità e ad avviare un percorso politico per richiedere un potenziamento della capacità investigativa e delle unità di polizia giudiziaria sul territorio. Sono passati due anni, ma si é persa traccia di quegli impegni – osserva Magliozzi – Non sarebbe cambiato nulla, ma almeno si sarebbe dimostrato di non essere sempre distratti sui grandi problemi di Formia”.