Gaeta / Mercato del pesce chiuso, le accuse al Comune del presidente dell’Autorità portuale Musolino

Attualità Gaeta

GAETA –  C’eravamo tanto amati. Non sono mai stati così deficitari e precari i rapporti tra il comune di Gaeta e i vertici dell’Autorità di sistema portuale del Mar Tirreno centro settentrionale dopo la chiusura, di fatto, del nuovo mercato del pesce in località Canaga-Peschiera in seguito alla prevedibile e scontata decisione degli ultimi tre operatori di abbandonare una struttura la cui realizzazione corre il rischio di diventare un maxi danno erariale. Il presidente dell’ex Autorità portuale del Lazio Pino Musolino ha seguito negli ultimi giorno, passo dopo passo, l’evolversi di una controversia economico-sindacale e istituzionale che ha visto l’Ana, l’Associazione Nazionale Ambulanti, sostenere il tentativo, poi archiviato, degli ultimi tre operatori di evitare la fuga da una struttura realizzata e concepita sotto una pessima stella.

Il segretario nazionale dell’Ana, Marrigo Rosato, aveva provato poco meno di un mese a chiedere l’intervento del comune attraverso una richiesta di incontro al sindaco Cristian Leccese temendo che la fuga – come poi è avvenuto – degli ultimi tre operatori rimasti a vendere il pesce in una struttura nuovissima ma allo stesso fatiscente e carente sul piano funzionale ed architettonico potesse offuscare la storicità e la peculiarità di un segmento del commercio cittadino. Che i rapporti tra l’Adsp ed il comune di Gaeta siano ai minimi termini e siano lontani i tempi in cui il network di Civitavecchia finanziava con propri fondi la riqualificazione del water front della città l’ha evidenziato lo stesso presidente Musolino.

Il numero uno di Molo Vespucci ha chiamato pesantemente in causa il comune di Gaeta che, a suo dire – avrebbe dovuto qualificare, migliorandola, la gestione della struttura realizzata nel 2021.

Perché Presidente?

“Il completamento del nuovo mercato del pesce è stato un regalo che l’Autorità di sistema portuale ha fatto alla città dopo 11 anni di attesa. L’ente non ha fatto altro che attuare le indicazioni che nel corso del tempo ha ricevuto dal comune di Gaeta a favore della città e degli operatori del settore”.

E poi? 

“L’Adsp non fa questo di mestiere e sarebbe stato più giusto e corretto che qualcuno che le si affiancasse per dare le dovute risposte agli imprenditori del nuovo mercato ittico”.

Secondo lei cosa è mancato da parte del comune di Gaeta?

“Forse la necessaria voglia e consapevolezza dell’importanza della struttura. Noi eravamo stati chiamati all’epoca a realizzare un contenitore. Al contenuto doveva pensarci l’ente locale. A Gaeta si è verificato che quando si è trattato di tagliare qualche nastro il merito era di tutto. Quando poi la partita è finita con un risultato non sperato le colpe sono sempre di altri”.

Rimpianti?

“Ma non scherziamo. Noi abbiamo profuso il massimo sforzo e abbiamo data la disponibilità perché il nuovo mercato del pesce si aprisse e fosse rispondente alle aspettative degli ambulanti del settore e della città”.

E il comune di Gaeta quale ruolo avrebbe potuto svolgere?

“Ci stanno muovendo accuse davvero false e inverosimili sulla gestione della struttura, soprattutto in ordine alla situazione di degrado igienico sanitario esterno del mercato. Ripeto, l’Autorità dio gestione l’ha realizzato e ha provveduto a stabilire la gestione con i dovuti avvisi pubblici che gli stessi operatori hanno contestato con una serie di ricorsi al Tar. Se qualcuno pensi che toccava a noi rimuovere quella situazione di sporcizia e di degrado venutasi all’ingresso de mercato, questa è la conferma di un tentativo di attribuirci responsabilità che non ci competono”.

Lei pensa che l’Autorità di sistema sia stata tirata per la giacca responsabilizzandola di mancanze e omissioni che non ha?

“E’ proprio così. Penso che stia avvenendo questo a Gaeta da qualche tempo creando ad arte una situazione di confusione. A me hanno insegnato da piccolo che ci sono due modi per affrontare i problemi: affrontandoli di petto per risolverli o cercare di aggirarli. Per forma mentis la seconda cosa non sono capace di farla”.

Il pragmatismo verbale, come sempre esagerato ed eccessivo, di Pino Musolino appare essere una chiara risposta politica alla fronda che il comune di Gaeta gli ha promosso un mese fa. L’ex sindaco Massimo Magliozzi, in qualità di consigliere comunale di maggioranza e di delegato alla portualità, aveva inoltrato una pesantissima lettera al Ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini chiedendogli di valutare la possibilità di promuovere la proceduta di commissariamento dell’Autorità di sistema portuale del Mar Tirreno centro settentrionale.

Pino Musolino non aveva mai voluto rispondere. Ha deciso di farlo ora, seppur indirettamente, chiarendo come le responsabilità del fallimento gestionale dopo soli tre anni del nuovo mercato del pesce vadano attribuite al comune di Gaeta. Dovrebbero esercitare un doveroso mea culpa gli stessi operatori che, omettendo di costituirsi in un Consorzio, non hanno potuto utilizzare la struttura non solo per gli stalli ricavati ma anche per altre attività complementari e legate alla commercializzazione del pesce. E forse una ragione c’è.

Non hanno mai potuto firmare la convenzione di assegnazione del mercato non versando il canone mensile considerato eccessivo rispetto ai fatturati e ai guadagni davvero miseri rispetto alle pronosticate aspettative della vigilia.