Cronaca

Priverno / Uccise il patrigno e ferì la madre, al via il processo a carico di Luigi D’Atino

PRIVERNO – La deposizione del medico legale, la dottoressa Maria Cristina Setacci, che effettuò l’autopsia sul cadavere della vittima e di alcuni suoi vicini di casa ha caratterizzato lunedì lo svolgimento dell’udienza del processo che ha preso il via davanti la Corte d’assise di Latina (presidente Gianluca Soana) nei confronti di Luigi D’Atino. Il 34enne di Priverno deve difendersi dalle accuse di aver ucciso il 29 novembre 2023 il compagno della madre Germano Riccioni, di 49 anni, e di aver ferito gravemente la donna, Adele Coluzzi, di 58 anni.

Il grave fatto di cronaca si verificò nella zona antistante in cui viveva la coppia, in via Madonna del Colle, a Priverno. Il dibattimento ha preso in via in Corte d’Assise – ed è stato rinviato al 21 ottobre prossimo (per ascoltare gli altri testi della procura e lo stesso imputato) – dopo che il Tribunale, individuando l’aggravante della particolare crudeltà, aveva rigettato la richiesta presentata dai legali (gli avvocati Giammarco Conca e Manfredo Fiormonti) di D’Atino di svolgere il processo con il rito abbreviato. E non a caso si è rivelato assai raccapricciante il racconto fornito dalla dottoressa Setacci al magistrato che coordinò le indagini dei Carabinieri della Compagnia di Terracina, il sostituto procuratore Giuseppe Bontempo. Riccioni non ebbe scampo di fronte alla furia omicida del figliastro, aggredito nel giardino dell’abitazione della madre Adele.

L’uomo aveva riportato ferite lacero-contuse alla faccia e al torace e una serie di fratture alle costole oltre che contusioni polmonari. Il 49enne era stato colpito prima con un pugno sul naso, che ne provocò il decesso, e poi con i pezzi di un’anfora e con delle assi di legno. La ricostruzione della dottoressa Setacci è stata confermata da uno dei primi Carabinieri della Stazione di Priverno che giunse sul luogo dell’omicidio. E ha raccontato come Riccioni e Coluzzi fossero a terra sanguinanti: se il primo non rispondeva già più, la seconda respirava a fatica dopo essere stata colpita sul viso da un mattone. D’Atino, invece, girovagva nel giardino dell’abitazione della madre con lo sguardo fisso nel vuoto e gli abiti sporchi di sangue.

A raccontare quella drammatica alba del 29 novembre sono stati i vicini di casa, marito e moglie, delle due vittime. Hanno ribadito alla Corte di aver udito le loro urla e di aver visto l’imputato accanirsi contro la madre e Riccioni, i cui genitori e fratelli si sono costituiti parte civile attraverso l’avvocato Cesarina Gandolfi. La prossima udienza, per ascoltare gli altri testi del pm e l’eventuale esame dell’imputato, è stata fissata per il 21 ottobre.

Share