FONDI – E’ una dura reprimenda quella che ha formalizzato l’ufficio scolastico regionale del Lazio dopo la decisione dei genitori di 12 bambini di prima elementare, di nazionalità italiana, di lasciare l’istituto comprensivo “Alfredo Aspri” di Fondi e di scriverli presso gli altri plessi della città. Il motivo? Le famiglie – come aveva ricostruito il quotidiano “ La Repubblica” – non avevano accettato quella classe fosse composta per oltre il 50% (14-16 alunni) da bambini di nazionalità indiana, pakistana e albanese. Ora il governo scolastico del Lazio in una brevissima nota ha rivelato di aver inviato una lettera ufficiale alla dirigente scolastica Adriana Izzo invitandola, dopo il clamore degli ultimi giorni, a “riequilibrare la costituzione delle classi prime, con l’obiettivo di ristabilire un giusto bilanciamento tra studenti italiani e stranieri”.
Non si è fatta attendere la presa di posizione della preside dell’istituto Aspri che, definendosi “mortificata e amareggiata”, ha attaccato frontalmente la stampa (vecchia abitudine) e, difendendo la gestione della sua scuola, ha ribadito come la sua scuola con il 29,93% vanti la più alta percentuale di alunni stranieri nelle sue classi quando nel resto degli altri tre istituti comprensivi del territorio le percentuali scendono rispettivamente al 26,1%, 15,65%, e 7,4%.
“Il nostro Istituto è collocato all’ interno del centro storico dove vive un gran numero di persone di diverse etnie e accoglie la più alta percentuale di alunni stranieri del comune di Fondi – ha tenuto precisare la professoressa Izzo – che le famiglie di diverse etnie riconoscono l’accezione inclusiva della proposta educativa della nostra scuola, affidandoci i loro figli anche da zone periferiche già servite da altre istituzioni scolastiche. Il nostro istituto ha da sempre avvertito forte il senso di responsabilità derivante dalla scelta di queste famiglie e ha posto al centro dell’offerta formativa l’inclusione e la personalizzazione di percorsi che possano garantire a tutti il successo formativo. Nel corrente anno scolastico, non a caso, il numero degli studenti di diverse etnie iscritti alla classe prima di scuola Primaria ha superato il 50%.”.
Ma cosa è o sarebbe successo per motivare la protesta delle famiglie di bambini non italiani? A dire della professoressa Izzo si è verificato nei primi giorni del mese “un improvviso e significativo trasferimento di studenti di nazionalità italiana verso altri istituti, che ha determinato classi con la sola presenza di alunni stranieri, alterando la precedente e più equilibrata composizione delle classi prime”. Il concomitante avvio dei lavori presso la sede centrale e la ristrettezza dei tempi per l’allocazione di 9 aule presso il Palazzo San Francesco, “non ha consentito al collegio di approntare tutti gli opportuni interventi, considerati i fronti di emergenza venutisi a determinare”.
La professoressa Izzo aggiunge specificando come gli eventi verificatisi “mi hanno profondamente rattristato per i principi ed i valori che ispirano il mio operato come persona prima e come Dirigente Scolastico nella pratica quotidiana. Credo fermamente nella scuola come un luogo di dialogo chiamata a ricomporre in forma educativa le urgenze del sociale. Sono sicura che, in questo primo periodo dell’anno scolastico dedicato proprio all’accoglienza e alla rilevazione dei bisogni reali dei singoli studenti, le criticità emerse saranno superate attraverso la riorganizzazione dei gruppi classe e l’attuazione di modelli organizzativi e didattici aperti e collaborativi”.
La stessa preside è stata costretta a correre ai ripari e la cosa è piaciuta al sindaco di Fondi Beniamino Maschietto che martedì mattina ha ricevuto in Comune una delegazione di genitori dei bambini di diversa nazionalità frequentanti l’istituto comprensivo “Aspri”: “Che ci siano stati problemi logistici tipici di inizio di ogni scolastico è un fatto risaputo – ha detto Maschietto – Ma devo registrare con molta soddisfazione che, alla distanza, siano prevalsi il buon senso e la responsabilità da parte di un po’ di tutti”.
Le famiglie di nazionalità indiana, sostenute dal presidente della comunità indiana del Lazio, Gurmuk Singh, avevano denunciato, invece, una forma di discriminazione nei confronti dei loro figli e, riunitesi nel loro tempio, stanno valutando se ritirare anche loro i bambini dall’”Aspri”.
“Hanno fatto 3 classi, A, B, C: una ha tutti indiani, una tutti albanesi, una tutti italiani. Ma questa è integrazione? – aveva denunciato Singh – Si è creata una classe dove alcune mamme hanno ritirato i figli da scuola perché hanno ritenuto una presenza esuberante di stranieri”. L’ufficio scolastico regionale aveva assicurato prima della severe prese di posizione della direttrice Sabatini quella venutasi a creare presso l’istituto Aspri era una “situazione temporanea” e…”Garantiremo una equa distribuzione degli studenti”.
E così è stato. Sul caso era intervenuta anche l’Anpi, l’associazione nazionale partigiani d’Italia, di Fondi: “A Fondi, all’istituto comprensivo Aspri, sono state create classi separate per alunne ed alunni di origine straniera, contro ogni principio di integrazione. La scuola deve includere e non discriminare, la scuola interculturale non è un ostacolo ma una ricchezza dove si impara a costruire comunità. Ma d‘altronde ci sembra perfettamente coerente il Murales all’ingresso dell’Istituto Aspri, un omaggio alla scuola durante il fascismo, quando la razza andava difesa”.