Cronaca

Formia / Riciclaggio falsi crediti d’imposta, svolti gli interrogatori di garanzia

FORMIA – Si sono avvalse della facoltà di non rispondere nel corso dell’interrogatorio di garanzia che si è svolto giovedì davanti il Gip del Tribunale di Cassino Domenico Di Croce tre delle quattro persone finite ai domiciliari la scorsa settimana perché considerate dal sostituto procuratore Flavio Ricci la punta dell’organizzazione capace di ottenere – attraverso lavori edilizi inesistenti, perizie gonfiate e attestazioni false – crediti d’imposta fittizi che, una volta certificati, sono stati venduti a soggetti compiacenti e a società controllate dallo stesso gruppo criminale e sono stati riciclati nel mercato immobiliare e commerciale di Formia e negli asset azionari di importanti società finanziarie.

Hanno preferito restare in silenzio il consulente del lavoro di Battipaglia, Aniello Ianniello, di 41 anni, Gianni Luglio e Giancarlo Simeone, di 52 e 57 anni, entrambi di Formia e difesi dall’avvocato Mattia Aprea. Ha risposto alle domande del Gip invece il costruttore Amleto Fiammenghi di 49 anni, anch’egli originario della provincia di Salerno ma residente a Formia e cognato di Ianniello. L’uomo, assistito dall’avvocato Pasquale Cardillo Cupo, ha respinto tutte le accuse di essere uno dei due prestanome dell’organizzazione insieme a Simeone e l’ha anche motivato accusando il familiare di essere stato raggirato. Ha rivelato di aver presentato lo scorso marzo una denuncia ai Carabinieri in cui accusava il cognato (difeso dall’avvocato Pietro Lamberti) di avere utilizzato, a sua insaputa, le sue credenziali e lo Spid, utilizzati per raggirare e truffare lo Stato. L’agguerrito collegio difensivo ha confermato di proporre ricorso al Riesame avverso il provvedimento cautelare emesso la scorsa settimana dal Gip Di Croce.

Davanti il Gip sono comparse poi le sette persone che, indagate a piede libero, hanno avuto l’obbligo di presentarsi quotidianamente al gruppo di Formia alla Guardia di Finanza. Ma soltanto una di loro ha deciso di rispondere alle domande del Gip per ribadire l’estraneità contestati dopo le meticolose indagini delle Fiamme Gialle del Colonnello Luigi Gallucci. Soltanto il tecnico Michele Nardella, difeso dall’avvocato Aprea, ha accettato di rispondere alle domande del Gip Di Croce ribadendo la sua estraneità alle accuse mossegli dalla Procura di piazza Labriola.

Sono rimasti invece in silenzio Bruno Cavallaro, di 57 anni, di Serre in provincia di Salerno; Marco De Santis, di 44 anni di Priverno, Ferdinando Cardillo, di 56 anni di Formia, Mattia Cannavale, di 32 anni, di Formia, Gianna Sparagna, di 46 anni di Formia e Federico Funicelli, di 54 anni di Serre. Si tratta di tecnici, di piccoli imprenditori e di semplici cittadini che – secondo l’accusa – sarebbero stati reclutati dai vertici di questo sodalizio criminale per asseverare lavori edilizi mai realizzati, per far intestate alle loro aziende (in difficoltà economiche) progetti ed illegittimi crediti di imposta dello Stato che, una volta monetizzati, potevano essere reimpiegati nel circuito economico legittimo unitamente ai proventi delle scommesse on line.

Le indagini condotte dal Gruppo di Formia della Guardia di Finanza non sono ancora concluse, perché gli investigatori stanno seguendo il flusso del denaro, tanto denaro: circa 80 milioni di euro. Se erano state 33 le perquisizioni compiute dalle Fiamme Gialle, gli inquirenti hanno messo sotto chiave, sequestrandoli, oltre 47milioni di euro, i crediti presenti nelle cassette fiscali delle imprese cessionarie e quasi 8 milioni di euro tra danaro in contante e le attività commerciali acquistate con danaro illegale.

C’è poi il filone, in conclusione, de1 21 indagati a piede libero. Il nome più eccellente è quello dell’ingegner Erasmo Picano, ex vice sindaco, assessore all’urbanistica e presidente del consiglio comunale in esperienze amministrative di centro destra al comune di Formia. Ha deciso di essere difeso dall’avvocato Luca Scipione e non è escluso, in considerazione del suo ruolo secondario in questa vicenda, che possa chiedere di essere interrogato dal Pm inquirente o di presentare una memoria difensiva allo stesso magistrato.

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